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Pietro e la sua Hyundai Kona EV: 1.300 km come antipasto

Dalla Range Rover diesel alla Hyundai Kona elettrica: una svolta “epocale” per il perito agrario Pietro S. che viaggia per lavoro in tutta Italia e percorre mediamente fra 70 e 80 mila chilometri all’anno. Fa assistenza tecnica per l’azienda del figlio che coltiva e commercializza piante micorizzate per la produzione di tartufo. Nel laboratorio di Cimadolmo, frazione di Oderzo (Treviso), Pietro dispone già di un impianto fotovoltaico da 6 kW, con batteria di accumulo da 10 kWh per il condizionamento degli uffici e delle serre. Un motivo in più per passare all’auto elettrica. Progetto, questo, coronato all’inizio di aprile. Si è messo al volante della sua nuova auto da un paio di settimane appena, ma ne è già entusiasta. Fin dal primo viaggio Oderzo-Sanremo e ritorno che ci racconta così.

«Avevo ordinato la mia nuova auto all’inizio dell’anno, appena saputo degli incentivi pubblici. Il 3 aprile il concessionario l’aveva pronta in garage, ma ho dovuto aspettare a ritirarla che fosse pubblicato il decreto attuativo, arrivato poi l’8 aprile. Appena il tempo di prendere dimestichezza con la mia nuova Hyundai Kona e già il 16 aprile mi sono avventurato in una delle mie abituali trasferte di lavoro a lungo raggio per consegnare fertilizzanti e una settantina di piante micorizzate in Liguria: 1.300 chilometri da percorrere in due giorni, con un carico che sfiorava i due quintali. Voglio dire subito che è stata un’esperienza entusiasmante: è filato tutto liscio e alla fine, scegliendo le tappe giuste per le ricariche, ci ho messo esattamente lo stesso tempo di altre volte, quando ero a bordo del mio Range Rover a gasolio. Ma affaticandomi molto meno e con molto meno stress. Insomma, non tornerei mai indietro.

La mia scelta di passare all’auto elettrica non è stata improvvisata. La Range Rover, dopo 5 anni e 300 mila chilometri percorsi, aveva necessità di una manutenzione straordinaria da oltre 3 mila euro. E anche la manutenzione ordinaria, fra cambio filtri, cinghie, liquidi e via dicendo mi costava un occhio della testa. Avevo già l’esperienza di quella precedente, con la quale ho percorso 600 mila chilometri ma spendendo una fortuna dal meccanico. Il consumo medio era di 8-9 litri di gasolio per 100 km. Perciò ho cominciato a valutare la possibilità di passare all’elettrico. La prima opzione, caldeggiata da mio figlio, è stata la Tesla; con un’autonomia adeguata alle mie esigenze di viaggio, però, non poteva che essere una versione long range da 120-130 mila euro. Troppi. Ho provato anche la Zoe, constatando che a batterie cariche può percorrere fino a 280 chilometri, ma con prestazioni insufficienti in autostrada. La Nissan Leaf è più performante. Il punto debole è l’autonomia che tra strada normale e autostrada non va oltre i 200 chilometri; pochi per me. Entrambe sono ottime auto, ma più adatte ai tragitti casa lavoro dei pendolari. Ho già verificato invece che la batteria da 64 kWh della mia Hyundai Kona elettrica garantisce una percorrenza certa di circa 450 km.

Il cruscotto con i dati della Hyundai Kona elettrica di Pietro

L’ho verificato il 16 aprile viaggiando prevalentemente in autostrada e senza badar troppo alla velocità, sempre fra i 120 e i 130 km/h e con qualche puntata fino ai 150. Sono partito alle 6 di mattina da Oderzo con batteria carica; alle 8 mi sono fermato a Mantova Sud per la colazione, dove ho ricaricato per circa 45 minuti. Alle 13, sosta per il pranzo a Ronco Scrivia, dove in un’ora ho riportato la batteria quasi a piena carica, il che mi ha permesso di raggiungere Sanremo senza altre soste. Dopo 4 appuntamenti con altrettanti clienti nel pomeriggio, alle 21 sono andato a cena ricaricando la macchina per un’ora. Poi a letto in albergo. La mattina seguente alle 7 via di nuovo per altri due appuntamenti. Alle 13 ho pranzato a Cairo Montenotte, in provincia di Savona, senza ricaricare. Sulla via del ritorno ho caricato una sola volta a Castel San Giovanni (Piacenza) verso le 18 e sono rientrato ad Oderzo in serata. Nell’arco di tutto il viaggio ho percorso 1.300 chilometri con un consumo medio di 14,2 kWh per 100 chilometri; ciò significa un’autonomia reale di 450 km totali nella batteria da 64 kWh. Ottima ed abbondante. La mia nuova Kona è stupenda, spaziosa e comoda. E non avrei mai pensato che guidare un’auto elettrica fosse così bello. Facendo i conti, fra 4 mila euro di incentivo pubblico e 3 mila di sconto del concessionario, nell’allestimento full optional che ho scelto mi è costata 35.000 euro (senza contare la valutazione del mio usato): quasi un quarto della Tesla. Quanto ai costi d’esercizio so già che spenderò poco o nulla di manutenzione, la batteria è garantita 8 anni, le spese vive di consumo, considerando l’energia autoprodotta con il mio impianto fotovoltaico, sono molto inferiori rispetto al Range Rover. Ma conto di ridurle ancora, aumentando a 10 kW la potenza dell’impianto fotovoltaico e raddoppiando a 20 kWh l’ accumulo in modo da rabboccare le batterie dell’auto anche di notte».


Fin qui le parole del diretto interessato. Proviamo ad aggiungere due conti in base ai numeri che ci ha riferito. Con il Range Rover a gasolio (1,450 euro al litro di media) Pietro spendeva da 8.120 a 9.100 euro di carburante ogni anno. Con la Hyundai Kona elettrica ne spenderà fra 4.900 e 5.600 se ricaricherà sempre da stazioni pubbliche fast a 0,50 euro kWh. Ma ricaricando più spesso a casa, dove il costo a kWh scende a 0,20 euro al kWh in rete _ e zero per quella autoprodotta _ il costo vivo può facilmente dimezzarsi. Senza contare i risparmi sulla manutenzione, lo sconto sull’assicurazione (40% circa), il bollo gratuito.

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