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Perchè una BEV paga l’energia da 2 a 5 volte più di una ICE?

bev energia

La sfida fra BEV e ICE si può giocare anche sul costo dell'unità di energia. L'esito è paradossale

Riccardo ci propone una riflessione originale: partendo dal costo unitario dell’energia, anzichè dal costo del vettore energetico, scopre che una BEV la paga da 2 a 5 volte di più di una ICE. In una società affamata di energia, questa è una distorsione del mercato per molti versi inconcepibile.

Una BEV utilizza molta meno energia di una ICE, ma la paga da 2 a 5 volte di più

                                   di Riccardo Innocenti

Molto spesso, nelle prove su strada svolte in parallelo con un’auto elettrica e un’auto termica, al termine viene calcolato il costo del viaggio. Più raramente viene valutata la differenza dei consumi espressa in valori confrontabili.

BEV e ICE, sfida tra costo e consumo di energia

Il costo di un viaggio è dato dal prezzo unitario dell’energia utilizzata (o del vettore energetico) moltiplicato per il consumo.
Esempio: 2 auto, una a gasolio ed una elettrica, percorrono 100 km.

-Calcolo del costo. Quella a gasolio percorre i 100 km con 5 l e spende 9,00 € (prezzo unitario alla pompa 1,80 €/l x 5 l = 9,00 €).
Quella elettrica percorre i 100 km con 20 kWh e spende 9,20 € (prezzo unitario ad un
Supercharger 0,46 €/kWh x 20 kWh = 9,20 €).

-Calcolo del consumo. Il consumo per chilometro misura l’efficienza dell’auto. Ovvero, quanta energia l’auto ha consumato per percorrere quei 100 km. Secondo il Sistema Internazionale delle Unità di Misura, la potenza energetica si misura in Wh (Wattora) o kWh (1 kWh = 1000 Wh).

Per l’auto elettrica l’energia consumata è esplicita (20 kWh). Basterà dividerla per la distanza percorsa (100 km) e otterremo il consumo di 200 Wh/km.
Per l’auto a gasolio, invece, dovremo convertire i litri in energia. Per farlo ricorriamo alle tabelle della calorimetria che assegnano al gasolio un potere energetico di circa 10 kWh per litro. Pertanto, i 5 litri consumati dall’auto a gasolio per percorrere 100 km corrispondono a 5 x 10 kWh= 50 kWh ed il consumo per chilometro sarà dato da 50 kWh / 100 km = 0,5 kWh per km ovvero 500 Wh/km.

La BEV per fare gli stessi km ha consumato 20 kWh di energia, ovvero, 200 Wh/km, risultando 2,5 volte più efficiente dell’auto diesel.

Considerazioni sul costo dell’energia elettrica

Nonostante questo, la spesa per fare 100 km è pressoché uguale (9,00 € della ICE contro 9,20 € della EV).
A questo punto, gli elettronauti più esperti penseranno che questo è un ragionamento parziale perché esistono anche gli abbonamenti. Ed è proprio qui che volevo arrivare!
Quando con un’auto elettrica abbandoniamo le mura domestiche e la certezza del costo della ricarica, possiamo (dobbiamo!) abbonarci per abbassare il costo unitario del kWh.


Ad esempio, con EnelX-Way – Travel Plus paghiamo 0,31 €/kWh (dal 1° agosto 0,40 euro n.d.r.). Tuttavia, l’abbonamento ha un costo che dobbiamo pagare in anticipo, in questo caso 99,00 € (129 euro dal 1°agosto n.d.r.). Inoltre, dobbiamo consumare i 320
kWh previsti in 30 giorni, pena l’azzeramento del credito alla scadenza.

Per abbonamenti con meno kWh, il costo unitario sale ulteriormente. Ad esempio con quello Enel X Way-City  si pagano 39,00 euro per 80 kWh, cioè 0,48 euro a kWh (0,61 euro dal 1° agosto).
Se invece non abbiamo, o non vogliamo fare un abbonamento, la ricarica può costare fino a 1,00 €/kWh e il costo per 100 km sale a 20,00 euro.
Fatte le dovute proporzioni, è come se, con un diesel, dovessimo viaggiare con una carta
prepagata in tasca e pagare il gasolio alla pompa prezzi variabili da 2,00 € a 10,00 € a litro!

Quanto costano gli altri combustibili

Abbiamo preso ad esempio il gasolio, ma le cose non cambiano di molto con gli altri vettori energetici per l’autotrazione: benzina, metano e GPL. Il bello, si fa per dire, è che questa sproporzione non cambia nemmeno se confrontiamo il costo dell’energia elettrica domestica, che sta ritornando a prezzi confrontabili con i combustibili (0,20 €/kWh), con il costo dell’energia alla colonnina che, invece, sta aumentando.

Non ci possiamo neppure appellare a: “queste cose succedono solo da noi!”, perché anche negli altri paesi europei i costi sono sostanzialmente uguali.

Perché una BEV paga tanto l’energia?

I motivi possono essere diversi, ma probabilmente il principale è dovuto al costo delle infrastrutture di ricarica. Ovvero, non tanto al costo in se’ per se’, che è enormemente inferiore rispetto ad una stazione di servizio, ma a quel costo ripartito per il numero di utenti serviti nel tempo, anch’essi enormemente inferiori a quelli di una pompa di benzina.

Tra le tante discussioni attorno all’auto elettrica, il consumo è quello che si presta maggiormente ad essere citato da sostenitori e detrattori. E la verità, in questo caso, non sta nel mezzo. Infatti, ha ragione sia chi sostiene che con 2 € (più o meno il costo di 1 litro di benzina) non si fanno più di 10 km, sia chi, invece, scorrazza tutta la settimana senza spendere un euro perché parcheggia presso le colonnine gratuite del Lidl.

Più elettriche circoleranno, minore sarà il divario

Fortunatamente, con l’aumento delle auto elettriche, questo divario dei prezzi, per ora a favore delle auto termiche, è destinato a diminuire e ad invertirsi.

Nel frattempo, chi ha comprato un’auto elettrica ha molti altri argomenti per apprezzarla: intanto, mentre il gasolio è sicuramente di origine fossile, l’energia elettrica, almeno in parte, proviene da fonti rinnovabili (dal 25% al 40% in Italia e, volendo, anche al 100%). E poi, il piacere di guidarla, il comfort del silenzio e del fruscio del vento, l’efficienza energetica… Ma questa è un’altra storia.

SECONDO NOI-L’eclatante divario di costo  fra BEV e ICE per unità di energia è frutto di una disciplina del mercato elettrico che guarda a un passato dominato da un’unica fonte primaria: il combustibile fossile. I prezzi dell’energia elettrica, infatti, vengono fissati sulla base delle quotazioni internazionali del gas naturale fissate sul Ttf di Amsterdam, divenuto famoso durante l’ultima crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina.  Le fonti rinnovabili vengono ignorate, anche se ormai coprono oltre il 30% del fabbisogno elettrico europeo. O quanto meno, si considerano fonti fungibili,  a seconda che siano più o meno convenienti rispetto a quelle fossili.

Ma già oggi questo non è più vero (e lo sarà sempre meno) per due motivi. Primo: sappiamo tutti che le fonti fossili hanno un costo nascosto, eppure altissimo, in termini ambientali. Secondo: le fonti rinnovabili (sole e vento) sono inesauribili mentre quelle fossili si esauriranno certamente nell’arco di 100-200 anni al massimo, anche se il loro prezzo continua, paradossalmente, ad ignorarlo. Oggi ad Amsterdam il metano è tornato esattamente a livello pre crisi Ucraina (29 euro a MWh); ma basterà il prossimo gasdotto interrotto a ricordarcelo.

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