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Perché ho scelto la Tesla Model Y

Perché ho scelto la Tesla Model Y e non VW, Audi…Gianluca, un lettore lombardo ci racconta il passaggio all’elettrico, dopo avere avuto auto a benzina e diesel. Chi volesse raccontare la sua esperienza, può scrivere a info@vaielettrico.it

                                        di Gianluca Mondinelli

“Ho 40 anni, abito in un paese sul lago d’Iseo e vorrei condividere con voi la mia esperienza per quanto riguarda il passaggio e l’utilizzo dell’auto elettrica. Sperando possa essere utile a qualcuno ancora indeciso sulla scelta da prendere“.

Una Volkswagen Tiguan diesel, l’ultima auto posseduta prima della Tesla.

Perché ho scelto la Tesla Model Y / Venivo dal diesel…

Dopo aver avuto auto sia a benzina che diesel e, in ottica di cambiare la mia Volkswagen Tiguan 2.0 tdi 4 motion DSG, ho deciso di prendere in considerazione un’auto elettrica. Ero anche incuriosito da questo tipo di alimentazione.Premetto che sono abbastanza appassionato di tecnologia. E, per me, questo tipo di propulsione, rappresenta ad oggi la quintessenza dello sviluppo tecnologico in ambito automobilistico. Se solo guardo a 10/15 anni fa, non avrei mai pensato seriamente di poter guidare una macchina a batterie!Sono partito con l’idea di non precludermi nessun modello che rientrasse ovviamente nel mio budget e incontrasse i miei gusti personali. A patto di non sacrificare abitabilità, in quanto ho moglie e un figlio piccolo, avere a disposizione la trazione integrale e, perchè no, anche un pizzico di sportività!“.

Ecco le alternative che ho valutato e cosa mi ha fatto decidere

Le auto da me valutate sono state quindi:

Esclusa la C40 che, seppur bella, è risultata per me troppo piccola, soprattutto per il bagagliaio mignon. Provate le altre, mi sono innamorato della Tesla non appena l’ho vista da vicino e, ancor più, a test drive effettuato. Linea, interni e filosofia costruttiva da me molto apprezzati, buonissima capacità di carico e soprattutto prestazioni unite ad efficienza energetica uniche. In più, cosa di non poco conto, posso contare sulla rete dei Supercharger, che per velocità di ricarica e prezzi non sono secondi a nessuno. Devo dire che quest’ultima opzione in più sulle concorrenti è stata determinante nella scelta: mi ha infuso particolare tranquillità essendo un neofita dell’elettrico.

La Tesla di Gianluca in ricarica in una stazione sull’AutoBrennero.

Le soste per ricaricare? Brevi e col piccolino…

Faccio 80 km al giorno per lavoro, suddivisi in viaggi da 20 km ciascuno. Abito in montagna (9 km di salita circa) ed ho la possibilità di ricaricare sempre la macchina a casa con impianto dedicato da 6.6 kW a disposizione. Per gli spostamenti quotidiani e le gite fuori porta nel weekend non ho quindi problemi di “rifornimento”. Mentre nei lunghi viaggi, data anche l’elevata autonomia del mezzo, non ho alcun problema a trovare un Supercharger che possa soddisfare la sete di km. Siamo una famiglia a cui piace viaggiare, ma anche con l’auto termica abbiamo sempre avuto come raggio d’azione massimo di circa 500 km. Altrimenti preferiamo treno o aereo per gli spostamenti più lunghi. In questo modo tutte le mete a noi più congeniali, come vacanze in Alto Adige, piuttosto che in Toscana, Liguria o riviera Adriatica, sono raggiungibili con al massimo una breve sosta per ricaricare, non più di mezz’ora. Sosta che avremmo fatto comunque, visto le esigenze col piccolino, quindi anche sotto questo aspetto…nulla è cambiato!.

SPAZIO INTERNO, uno dei motivi della scelta (foto: Tesla.com).

Perché ho scelto la Tesla Model Y: esco e ricarico in discesa…

Prima dell’arrivo della Model Y mi sono preparato con applicazioni come ABRP (A Better Route Planner) nell’ipotizzare come avrei potuto affrontare i vari viaggi da noi organizzati.  E, attraverso le applicazioni Next Charge e BeCharge, ho iniziato a prendere confidenza con le ubicazioni delle varie colonnine sparse nelle zone da noi più frequentate. O, comunque, mi sono abituato a cercarne una in caso di necessità! Devo dire che, dopo qualche settimana, pianificare un viaggio o un punto di rifornimento diventa un gioco da ragazzi, come cercare un distributore! Consegnata la macchina, mi ci è voluto davvero poco per abituarmi alla nuova modalità di guida, la cosiddetta One pedal drive. Ovvero…il pedale del freno lo tocco solo in caso di emergenza, perché la frenata rigenerativa è davvero bella consistente. Tanto che nel tratto in discesa partendo da casa ricarico la batteria per circa il 3-4%, che mi consente di percorrere i restanti 10 km per arrivare al lavoro gratuitamente.

foto: Tesla.com

La guida è meno stressante, ma se schiacci sull’acceleratore…

Sul fronte consumi sono quindi molto soddisfatto. Intraprendendo per due volte al giorno la salita che mi porta alla mia abitazione ho una media di 150 Watt/km, con guida da buon padre di famiglia… Davvero un ottimo risultato direi, anzi, ad essere onesto pensavo la macchina consumasse di più per via appunto della salita, ma non va mai oltre il 6% di degrado batteria. Questo consumo s’intende nei mesi caldi, sempre con climatizzatore accesso; vedremo in inverno come andrà, ma sono fiducioso nell’ottimizzazione della Tesla. Non percorro mai autostrada, se non per le vacanze, ma solo strade statali ed urbane. Viaggiare in elettrico inoltre, ritengo che abbatta molto lo stress al volante. L’assenza di rumore e vibrazioni del motore, di strappi o sobbalzi dovuti al cambio marcia, rende la guida, oltre che le sensazioni che si avvertono anche da   passeggero, come direbbero gli inglesi, più “smooth”. Cioè più liscia, lineare e morbida. Ma appena schiacci sull’acceleratore, la coppia subito disponibile ti incolla letteralmente al sedile“.

Perché ho scelto la Tesla Model Y: avevo le condizioni giuste, se no…

Diciamo che è una sicurezza in caso di sorpasso o quando ci si deve disimpegnare da una situazione complicata. Per quanto riguarda le destinazioni (sempre in Italia) dei viaggi, oramai quasi tutti gli alberghi da noi presi in considerazione dispongono di colonnina per la ricarica. E spesso è un servizio gratuito messo a disposizione dei clienti. Mi riservo sempre comunque di fare una verifica prima di partire. Oltretutto in autostrade come la Brennero o la Cisa (da noi abbastanza frequentate), esistono già alcuni impianti per ricaricare presso gli Autogrill ed in maniera gratuita. Ad ogni modo appena fuori dalle uscite autostradali si trova ormai quasi sempre la possibilità di poter ricaricare (almeno qui al Nord). Vero è, che se non avessi avuto la disponibilità della presa domestica, non avessi avuto colonnine adiacenti all’abitazione a disposizione e avessi percorso molti km in autostrada, non avrei scelto l’elettrico.

IN CONCLUSIONE. “Sono molto contento della scelta fatta. Mi sono reso conto che i vari timori che avevo erano frutto di una forma mentis derivata da abitudini radicate da sempre. Piuttosto che da reali impedimenti tecnici, mentali ed organizzativi. Credo che tali abitudini si riescano presto a modificare, se hai a disposizione le infrastrutture dedicate e l’elasticità mentale per poter comprendere tale cambiamento. Buona guida a tutti!“. 

—  LEGGI ANCHE: Tesla Model Y, il giudizio di Claudio dopo i primi 7.500 km. E qui il VIDEO-TEST di Paolo Mariano  —

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