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Pensateci bene prima di disfarvi dell’elettrica

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Pensateci bene prima di disfarvi dell’elettrica: Daniele risponde a chi, come Marco, pensa di farlo dopo un’esperienza negativa con la sua Spring. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

Pensateci bene… / Racconto la mia di esperienza negativa

“Nel leggere l’esperienza negativa che avete pubblicato del Sig. Marco Pinto con la sua Spring vorrei rispondere raccontando la mia di esperienza negativa. Facendo notare però quanto una corretta conoscenza della mobilità elettrica possa fare la differenza. Gita dell’8 dicembre: I meravigliosi laghi di Fusine (UD). Approfittiamo della giornata festiva per una ciaspolata, distanza 102km da casa. Conoscendo la mia Opel Mokka-e, so che con temperature rigide l’autonomia cala drasticamente quindi escludo a priori l’autostrada. Comporterebbe maggiori consumi e un allungo di una ventina di km per tratta che potrebbero fare la differenza tra il doversi fermare a ricaricare oppure no. Non ho abbonamenti attivi perché carico sempre a casa e la Free to X in autostrada al consumo costa un occhio. Partenza con 2° e batteria al 100%, arriviamo al parcheggio dei laghi (gratuito per le BEV, altrimenti 5€) con temperatura -4° e batteria 50%.

In coda in montagna con termometro sottezero: la batteria…

Poca paura, tanto al rientro ho il dislivello negativo che mi farà risparmiare molto sui consumi, penso io. Riprendiamo l’auto nel pomeriggio col buio e termometro -7° (siamo in uno dei posti più freddi d’Italia). Neanche il tempo di partire che la batteria è già al 48%, perché giustamente la climatizzazione dell’abitacolo e del pacco batteria assorbe energia. Tutto calcolato, penso io, niente paura: adesso inizia la discesa. Passata Tarvisio, escludo di nuovo l’ipotesi di prendere l’autostrada al rientro per evitare una sosta alla Free to X e decido di scendere lungo la statale. Tutto bene per i primi km, poi ad un certo punto iniziano i problemi: coda inaspettata. Batteria al 40%, mancano 78km a casa e fuori la temperatura è ancora -2°. Dopo alcuni rallentamenti siamo fermi per almeno 15’, poi si procede a rilento. Anziché ricaricare in discesa, sto consumando energia per mantenere in temperatura abitacolo e batteria. Da un rapido calcolo capisco che ancora un 5% di batteria giù stando fermi e non arrivo a casa.

Pensateci bene…/ Lieto fine in pizzeria, con ricarica e una riflessione finale

Mia moglie è nel panico: “Oddio cosa facciamo adesso? Resteremo a piedi al freddo!” Tornare indietro non si può, perché nel frattempo si è creata coda anche in senso contrario e Maps mi da 1h e 24’ per raggiungere la fast più vicina. Decido quindi di aprire l’app di Be Charge con la quale sono registrato e scopro che nel paese dopo, a 2km, c’è una colonnina con 2 stalli liberi da 22kW in AC. La prenoto, ci arriviamo e mentre ricarico un’ora quanto basta per tornare a casa ci mangiamo una pizza in paese. Ah sì, la mia Mokka-e ricarica a 7,2kW non a 11, ma nel frattempo il traffico è defluito e torno a casa con ancora il 21% di batteria. Morale: gli imprevisti possono capitare, ma bisogna conoscere gli strumenti a disposizione per risolverli. Se poi questo comporta un aggravio di tempo o di costi una tantum (la pizza fuori non era prevista), va fatto il computo con il risparmio quotidiano che si ha tutto l’anno. Ci pensi bene prima di dar via l’elettricaDaniele Sacilotto

Risposta. Nella mail che ci ha inviato Daniele, c’è un ulteriore pensierino finale: “Mentre collegavo il cavo, un papà che passeggiava con la sua bambina si ferma e mi saluta. Poi spiega alla piccola che quella macchina non fa puzza perché va con la corrente e io la stavo collegando per caricarne la batteria. Pensare che per le nuove generazioni sarà una cosa normalissima mi ha ripagato del disguido passato“. Ecco, le app le nuove generazioni le maneggiano con la facilità con cui noi giocavamo alle figurine. Trarsi d’impaccio con una app, quando si è in viaggio, è la ricetta indispensabile per evitare di andare nel panico davanti a situazioni che (come le code) possono capitare. Di colonnine ce ne sono sempre di più, anche in posti impensabili, serve lo strumento giusto per scovarle.

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