Pavone, il brasiliano (ma di chiara origine italiana) che guida il design degli esterni delle Volkswagen, racconta come è nata la ID.3. E che differenza c’è nel creare le linee di un’elettrica rispetto a un’auto con motore tradizionale.
Pavone lavora a Wolfsburg dal 2005, ora questa nuova sfida
Marco Pavone lavora a Wolfsburg dal 2005, è ormai un veterano in casa Volkswagen. Ha disegnato gli esterni di macchine come la Up, la Polo, la Jetta e la Tiguan. Ma la nuova generazione di auto elettriche ID,. di cui l’ID.3 è la prima nata, era una sfida completamente diversa. Il botta e risposta che segue è tratto dalla Volkswagen Newsroom (clicca qui), dove compaiono 18 interviste ad altrettanti protagonisti del progetto. Pavone, come ovvio, elogia le linee della nuova ID.3, ma è comunque interessante il concetto che sottolinea sulla capienza degli interni. In soldoni: pur avendo le dimensioni della Golf, l’abitacolo della nuova VW è paragonabile a quello della Passat.
Pavone: “Avevamo la libertà di cambiare ogni vite”
Che cosa ti ha colpito di più nel corso dello sviluppo della famiglia ID.?
“La piattaforma MEB”, inizia Pavone, “ci ha sicuramente aiutato ad arrivare a un design super-cool per la ID.3. Si è scatenato un fuoco d’artificio di creatività, perché dovevamo discutere di un grande progetto. Con un brainstorming di di idee che talvolta erano molto forti e controverse. Comunque, dato che ci era stata data la libertà di rivedere ogni vite, ogni parte e ogni angolo, abbiamo prodotto qualcosa di veramente originale. Creando proporzioni uniche e mettendo in scena un design molto chiaro e puristico su quattro ruote larghe. Questa è la magia della nostra professione, prendere un’idea e trasformarla in realtà”.
A che punto ti sei accorto che la mobilità elettrica era a un punto di svolta, che l’avrebbe potuta rendere accessibile a tutti?
“Quando ho visto la ID.3 per la prima volta nella sua interezza in studio. Possiede un carattere forte, quasi come una scultura, e ha linee molto chiare, fini. Sono sicuro, e questa è la cosa più importanti, che accenda un amore a prima vista tra la maggior parte dei clienti, quando la vedono per la prima volta. Nonostante tutta la razionalità e la discussione che ci sono attorno alla green mobility, l’emozionalità resta l’aspetto più importante in un’automobile. Può e deve catturare il cuore delle persone, particolarmente in una fase di cambiamento così radicale”.
“Serviva qualcosa di diverso dalle auto tradizionali”
In dettaglio, quale tecnologia hai trovato più affascinante nella nuova ID.3?
“Il design comincia dall’interno e poi all’esterno, invece che partendo dall’esterno come avviene di solito. Questo tipo di architettura, che permette di avere uno spazio interno superiore alla media, la chiamiamo ‘open space architecture’. È un concept affascinante, perché siamo stati capaci di creare un abitacolo con lo spazio che di solito si trova in un’auto di categoria superiore. La sfida più impegnativa era assicurarsi che la ID.3 non apparisse come un’auto tradizionale e allo stesso tempo migliorasse in modo significativo lo spazio interno. Ce l’abbiamo fatta, con un risultato complessivo molto fresco. Le ruote sono molto più grandi, il passo è cresciuto e le sporgenze sono più contenute. La proporzioni ne risultano esteticamente piacevoli. Inoltre abbiamo creato qualcosa che visivamente è ben diverso da un’auto a benzina o a gasolio, sottolineando che questa è una nuova era della mobilità”.
“Al cliente deve scoccare subito una scintilla”
Che cosa ti resterà personalmente di questo progetto?
Ho lavorato per e con la Volkswagen per oltre 20 anni. Con il privilegio di disegnare un bel di veicoli con le più varie alimentazioni, per Asia, Nord America ed Europa. Ma non avevo mai avuto l’opportunità di accompagnare in una nuova era, un pezzo di storia della Volkswagen.
Così per me è un onore come designer dell’auto di essere capace a questa era, a questo viaggio nel futuro, un carattere forte e un vocabolario formale self-confident. La sensazione che si ha nel disegnare in un modo che crei una scintilla al primo appuntamento tra l’auto e il cliente è indescrivibile. Ma comunque sfidante. E questo succede solo se rilasci un’opera che tolga il respiro. Ma è più di questo. È una visione, con un’idea alle spalle di tutto”.
Quando entri nella ID.3, guardi gli interni per 10 secondi e poi chiudi gli occhi, quali due elementi ti restano più impressi?
“I due grandi schermi sono un vero capolavoro, colo loro design che colpisce. Offrono una funzionalità touch e questo ti resta in mente. Saliteci e provate.Poi, spostate la vostra attenzione al volante col suo stravagante design e che è disponibile anche in materiali più leggeri . I comandi touch-sensitive, multifunzionali, non sono solo piacevoli visivamente, ma anche un highlight in termini di comfort ergonomico”.