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Moto elettriche: ecco dove sono finite!

Ho letto un articolo che s’intitola “Moto elettriche: dove sono finite?”. Un pezzo davvero ben scritto, con osservazioni e considerazioni che condivido. Quello su cui dissento però  sono le conclusioni e in generale il “tra le righe”. 

Lo spunto di riflessione nasce da EICMA. Al Salone di Milano abbiamo visto tantissime novità in ambito elettrico e il calendario delle presentazioni stampa non ha mai parlato così tanto la lingua di Watt e Ampère. Le grandi case però non hanno portato novità elettriche: qualche scooter, qualche concept e alcuni progetti. Niente di più.

Invece è stato un fiorire di novità provenienti dalla Cina e più in generale dall’Asia. Anche nell’articolo che ho letto era ad esempio citata Ultraviolette, moto indiana di cui si è parlato tantissimo e che alcuni hanno definita addirittura la “Regina del Salone”. Ho visto diverse novità anche negli stand di NIU, di Horwin o di Yadea. Ho visto moto con 200-300 km di autonomia e tempi di ricarica nell’ordine di qualche decina di minuti.

Insomma ho visto quelle tecnologie che mancavano per il successo delle due ruote: incremento dell’autonomia e tempi di ricarica ridottissimi. Alcune di queste novità però – come giustamente sottolineato – non hanno ancora omologazioni europee, oppure ancora non ci sono importatori disposti a investire sul mercato italiano. Questo però non significa che non esistono o che non le vedremo mai in strada.

VIDEO EICMA 2023. Tour elettrico del Salone di Milano

Tra le righe leggo toni di sconfitta, di malinconia e d’insuccesso, ma non capisco perché e rispetto a cosa. Una sconfitta delle moto elettriche? Della mobilità elettrica in generale? Rispetto alle moto tradizionali? Ai motori a benzina? Prendiamo i dati di vendita: quelli delle moto elettriche sono insignificanti: qualche decina ogni mese, non di più. Ma significa che sia un mercato in cui nessuno crede più? Anche in questo caso la risposta la troviamo ad EICMA. Se guardiamo ai costruttori asiatici, possiamo dire che è più vivo che mai, se invece ci concentriamo sui big e sulla loro timidezza è opportuno analizzare meglio la cosa. 

Davvero dobbiamo aspettarci che la rivoluzione la facciano le case storiche, quelle che per definizione sono radicate al passato? C’è bisogno del loro impegno per innescare un più generale cambio di prospettiva? Guardiamo alle auto: è stata Tesla a cambiare la percezione e la mentalità degli automobilisti (anche di quelli che non l’hanno mai guidata e che non l’acquisteranno mai). Dopo, con più o meno calma, sono arrivati i colossi che ancora oggi cercano di colmare il divario tenendo un piede in due scarpe.

Per rimanere più in argomento due ruote basta vedere cosa è successo nel mondo degli scooter. Sono i nuovi brand (Askoll, NIU, Vmoto…), quelli nati elettrici, o quelli che ci credono veramente, ad aver conquistato il mercato. Gli scooter elettrici sono un prodotto che calza perfettamente alle esigenze del commuting da almeno 5 anni, ma solo negli ultimi 18-20 mesi abbiamo visto il debutto dei big (Yamaha e Honda). Anche in questo caso comunque senza particolare slancio: 50ini non in grado di soddisfare le necessità della maggior parte degli scooteristi.

Quindi per rispondere alla domanda: “dove sono finite le moto elettriche?” si potrebbe dire che erano ad EICMA, ma che le abbiamo cercate negli stand sbagliati e che e sul “serbatoio” non avevano nomi nati nello scorso secolo. Quello che ho visto ad EICMA quindi non è la fine della moto elettrica, è semplicemente l’inizio. L’inizio di un nuovo modo di viaggiare e l’inizio di un nuovo viaggio.


Fonte: Inmoto.it

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