Mini e Fiat 500, il confronto si fa elettrico. Due modelli che hanno fatto la storia e che ora, pur avendo dimensioni diverse, si fronteggiano a emissioni zero.
Mini e Fiat 500, le piccole premium: a chi consigliarle
In uno degli articoli di presentazione del Cinquino elettrico abbiamo messo a confronto la piccola Fiat con la Renault Twingo Z.E., elettrica anch’essa. L’accostamento non è piaciuto ad alcuni lettori, secondo i quali la 500 in quanto citycar premium andrebbe piuttosto accostata alla Mini Electric. E allora facciamolo questo confronto. Partendo dal presupposto che una famiglia che se lo può permettere, dovendo acquistare una seconda macchina, sia indecisa appunto tra la torinese e l’inglesina.
Una premessa va fatta, però. Le due macchine nascono (oltre che con dimensioni) con filosofie ben diverse. La Mini nasce con un’impronta sportiva: è stato scelto di dotarla di un pacco-batterie limitato (32,6 kWh) per contenere il peso. Ne risente ovviamente l’autonomia (261 km omologati contro i 320 della 500). Dove non si è lesinato, invece, è sulla potenza: in omaggio al nome Cooper, il propulsore è stato dotato di ben 184 Cv, contro i 118 della Fiat. Ergo: chi vuole un’elettrica un po’ fighetta per la città, senza la scocciatura di dover ricaricare troppo spesso, può pensare alla 500. Chi vuole “guidare” deve pensare decisamente più alla Mini.
L’inglesina va più svelta, la Fiat ricarica più in fretta
Prestazioni: la velocità di punta è limitata a 150 km/h per entrambe, ma la Mini accelera da 0 a 100 in 7,3 secondi, la piccola Fiat ne impiega 9. Anche le dimensioni sono ovviamente diverse: la 500 con il passaggio all’elettrico è un po’ cresciuta e arriva a 361 cm di lunghezza e 169 di larghezza. Ma la Mini resta 21 cm più lunga e 4 cm più larga. A vantaggio della 500 c’è la rapidità di ricarica: accetta potenze fino a 85 kW, che consentono di immettere l’energia necessaria a fare 50 km in circa 5 minuti. La Mini si ferma a 50 kW. Ma in queste macchine consigliamo di ricaricare soprattutto a casa in AC.