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L’e-fuel di Zero Petroleum? Ottimo, ma costa 2.825 euro al litro

zero petroleum

Ecco l’e-fuel a zero emissioni: ottimo, bis. Ma costa uno sproposito: 2.825 euro al litro. Questo, almeno, è il prezzo della prima tanica da 20 litri prodotta dalla società inglese Zero Petroleum. Una tanica simbolica già in vendita con tanto di nome:  1st Barrel. 

Benzina sintetica come alternativa all’auto elettrica

Tra le tante soluzioni per l’auto green, gli estimatori dei motori termici citano ripetutamente la benzina sintetica, più correttamente gli e-Fuel. Sono carburanti con prestazioni simili a quelle dei derivati dal petrolio, ma “ricostruiti” artificialmente evitando di emettere CO2, sia in fase di produzione sia al momento della combustione nel motore. Sono l’alternativa all’auto elettrica (e in parte all’idrogeno) per rendere sostenibili i veicoli senza rinunciare a bielle e pistoni.

Risolti i problemi tecnologici, i primi e-fuel sono già stati sintetizzati da tempo nei laboratori di tutto il mondo. Resta irrisolta, però, la sfida di trasferire la produzione dalle piccole quantità alle grandi quantità di un impianto industriale.

Ci stanno provando in molti. Tra questi anche Porsche che in partnership con Enel, Siemens e altri è andata fino in Cile alla ricerca di condizioni ideali (energia rinnovabile a volontà e a basso costo) per sintetizzare carburanti a costi accettabili. L’impianto potrebbe sfornare i primi galloni di e-fuel nel 2027.

Il festival dello spreco (di soldi e di energia)

Ma Zero Petroleum, una società inglese guidata da Paddy Lowe,  ex ingegnere di Formula 1, ha bruciato tutti sul tempo presentando il suo 1st Barrel . E’ una tanica di e-fuel da 20 litri, dal costo esorbitante di 50.000 sterline. Al cambio attuale corrispondono a 56.505 euro, che divisi per 20 fanno esattamente 2.825 euro al litro.
Dal 2026 la Formula Uno dovrà rinunciare in toto ai carburanti fossili e diventare a zero emissioni. Forse solo i team del circus  hanno budget che consentono di affrotnare quelle cifre..
Paddy Lowe, a distra, con il pilota del primo aereo alimentato dal suo e-fuel
Si tratta di un carburante molto simile per densità energetica alla benzina a 95 ottani e può essere utilizzato in tutti i motori tradizionali con cilindri, pistoni e candele. Deriva dalla petrosintesi ed è una miscela di idrogeno verde, ricavato con l’elettrolisi, e anidride carbonica (CO2) catturata nell’atmosfera. Il processo richiede un’enorme quantità di energia, ma è carbon neutral se tutta l’energia consumata deriva da fonti rinnovabili, come l’eolico e il fotovoltaico, o da energia nucleare. E a differenza dei caburanti fossili non contiene zolfo e altre sostanze nocive, quindi non inquina.

L’accanimento terapeutico per salvare i motori termici

A queste condizioni, dicono i tecnici che l’hanno realizzato, il loro e-fuel vanta un bilancio di CO2 dal pozzo alla ruota praticamente identico a quello di un’auto elettrica.  Anche se durante il percorso spreca dieci volte l’energia di un’auto elettrica e costa cento volte di più per ogni chilometro percorso.
Sicuramente il processo produttivo sarà affinato. E quando i volumi saranno sufficientemente elevati i costi unitari potranno scendere. Ma l’obiettivo di arrivare in prossimità del costo della benzina, cioè 2 euro al litro, appare lontanissimo se non irraggiungibile.
E alla fine battere una strada così impervia per salvare il motore termico potrebbe essere definito accanimento terapeutico.

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