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La mia lettera aperta alle case auto: se la ricarica è questa…

caro colonnine
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Una lettera aperta alle case auto perchè si ribellino agli operatori della ricarica, colpevoli dei ritardi italiani nell’adozione delle auto elettriche. Prezzi dell’energia alle colonnine fuori mercato, malfunzionamenti, procedure di ricarica e pagamenti cervellotici  scoraggiano gli automobilisti dall’acquisto di vetture su cui pure le case stanno investendo miliardi. “Anche voi siete vittime, fatevi sentire” è l’appello di Lorenzo. Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it.

La ricarica complica la vita a chi sceglie un’elettrica

“Sono un vostro lettore e seguo con interesse i vari articoli che pubblicate, con particolare attenzione alle segnalazioni di criticità che i possessori di autovetture elettriche devono affrontare. In particolar modo, vorrei condividere con voi il mio disappunto per quanto sta accadendo con i vari gestori di ricarica pubblica. A questo proposito, ho inoltrato una lettera alle principali case automobilistiche, per sensibilizzarle e stimolarle, affinché si adoperino a favore dei loro clienti, che hanno scelto di guidare una vettura ecologica. 

Questo è quanto ho inviato agli indirizzi delle varie case automobilistiche e gradirei fosse messo a conoscenza di altri possessori di auto a batteria, che come me devono fare i conti con le difficoltà derivate da una certa scelta di vita.

Spettabile azienda ti scrivo

Ecco il testo della missiva.

“Spett.le Azienda

Sono il proprietario di un’auto elettrica da oltre due anni e mi rivolgo alla vostra cortese attenzione per segnalare un problema che sta assumendo dimensioni preoccupanti.

Si tratta dei principali venditori di ricarica elettrica, Enel X Way e Be Charge in testa, che forniscono la loro energia a prezzi esorbitanti.

Oltre ai costi per i kWh erogati, che in alcuni casi arrivano ad 1 €/kWh, a vessare gli automobilisti concorrono i contratti di vendita, pieni di cavilli e condizioni capestro che l’utente deve accettare, nel caso volesse acquistare energia senza dissanguarsi ulteriormente. Non scendo nei particolari e lascio a voi il compito di effettuare le opportune verifiche e scoprire quale giungla di imposizioni si cela sotto gli slogan propagandistici di questi distributori.

Quello che mi preme, è farvi riflettere sulle difficoltà che deve affrontare un vostro potenziale cliente. Difficoltà, non solo economiche, che limitano pesantemente l’uso di una vettura ad emissioni zero.

Di fronte a queste gravi criticità, è ovvio che chi sta acquistando un’auto rifletta attentamente sulle condizioni favorevoli o meno, riguardo la scelta di un veicolo a batteria. Ed è anche uno dei vari motivi, per i quali la percentuale delle BEV vendute in Italia non supera il 5% del mercato automobilistico.

Io soffro ancora per l’ “ansia da ricarica”

-Ancora oggi, e per molto tempo ancora, un’auto elettrica ha scarsa autonomia.
-Le colonnine non rispondono alle esigenze della mobilità in maniera soddisfacente perché sono poche, maldistribuite e a volte inaccessibili.
Rifornirsi di carburante elettronico non è facile come avviene con la benzina e il gasolio.
-Il sistema di acquisto energia è farraginoso e dipendente dalle APP installate sugli smartphone, che devono essere sempre connessi in Rete.
-Sono disponibili delle Card acquistabili dai vari gestori, ma il tutto deve essere fidelizzato da precedenti sottoscrizioni, con i dati delle Carte di credito e dei fidi bancari attivi.
-Addirittura e per paranoica diffidenza, prima di avviare una sessione di ricarica, EnelX ed altri prelevano una somma di € 45 a titolo di cauzione, che viene restituita successivamente salvo buon fine.

Io ho percorso molti chilometri con la mia auto che, con i suoi circa 350 Km di autonomia, posso ritenere ancora tra le più valide. Tuttavia, quando effettuo viaggi più lunghi di 150 Km di raggio, io soffro di “ansia da ricarica”.

Così non va bene, le vittime siete anche voi

Non va bene, non ci siamoPer tale motivo, ho deciso di scrivervi e chiedervi di attivarvi con i mezzi che avete a disposizione, per far pressione sui principali fornitori di energia e indurli ad applicare modalità di acquisto e prezzi che siano in linea con gli standard del mercato energetico e rispettosi verso gli utenti. Automobilisti che, con sacrificio, dagli altri si distinguono per la loro sensibilità verso l’ambiente e le altre persone.

Altrimenti, se questo stato di fatto perdurerà senza controllo alcuno, sarete anche voi vittime di questi prepotenti. Più o meno indirettamente, voi pagherete lo scotto di tenervi i vostri prodotti, frutto di grandi investimenti, invenduti.
Cordialmente, Lorenzo Pagiaro.

Una rivoluzione “giovane”, ancora incompiuta

Risposta- Nessuno nega che la ricarica pubblica sia una delle principali criticità nell’adozione della mobilità elettrica. Ma non è la sola. I prezzi ancora elevati dei veicoli a batteria, la loro affidabilità a lungo termine, la capillarità dell’assistenza, la penuria di modelli nei segmenti A e B sono le altre facce del problema. E qui gli operatori della ricarica non c’entrano per nulla.

Restando poi al tema del rifornimento, non possiamo dimenticare le assurde procedure richieste per installare un impianto domestico nei garages condominiali.

Quindi è vero che l’ecosistema della mobilità elettrica non è perfetto, come noi diciamo da tempo. Tuttavia sarebbe sbagliato gettare la croce addosso a uno solo degli attori di una rivoluzione colossale e assai recente.

Non c’è solo la ricarica, guai dividere in buoni e cattivi

In appena dieci anni gli operatori energetici hanno costruito dal nulla una rete con oltre 45.000 punti di di ricarica. Nessuno di loro è rientrato dell’imponente investimento. E con appena 200.000 Bev in circolazione è escluso che possa rientrare nel giro di qualche anno. Hanno fatto una scommessa, con qualche anno d’anticipo rispetto a gran parte dei costruttori di auto. Inoltre le turbolenze sul mercato energetico li hanno sottoposti ad ulteriori stress finanziari che non hanno ancora metabilizzato (leggi). Nonostante ciò la rete continua a svilupparsi: pensiamo che in soli due anni sono state elettrificate 100 stazioni di servizio autostradali. Il prossimo passo sarà l’introduzione del Plug&Charge che ci affrancherà da App e RFID Cards.

Concludendo. Giusto sollecitare tutti a migliorare i prodotti e i servizi; giusto sottolineare quello che non va bene; sbagliato, secondo noi, semplificare il problema dividendo i protagonisti in buoni e cattivi.

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