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La luce aumenta, come spendere meno in auto?

La luce aumenta, che cosa possiamo fare per consumare e spendere meno? I TG l’hanno urlato a gran voce e anche noi ne abbiamo parlato diffusamente. Previsti aumenti dell’energia del 55% nel primo trimestre del 2022. Ma non c’è nulla che possiamo fare per limitare questi aumenti? Che cosa significa esattamente che l’energia aumenta del 55%? È così per tutti? Proviamo a capire insieme

La luce aumenta / Mercato libero e di maggior tutela, prima cosa da chiedersi: ma io che contratto ho?

Dal sito ARERA, prezzo dell’energia per famiglia tipo in regime di maggior tutela dal 2013 a oggi, con 3 kWh di potenza impegnata e un consumo annuo di 2.700 kWh. Prezzo in centesimi di € al kWh.

In Italia, a oggi, gli utenti casalinghi possono trovarsi in una di queste due situazioni. Possono essere titolari di un contratto in maggior tutela o del mercato libero. I servizi di tutela sono caratterizzati da prezzi definiti dall’Autorità. E destinati a piccoli clienti (famiglie e piccole imprese) che non hanno ancora selezionato un venditore del libero mercato. E il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo (2700 kWh consumati in un anno, con una potenza impegnata di 3 kW) comunicato da ARERA e che tanto ha fatto discutere (46,03 centesimi/kWh) è appunto relativo al mercato di maggior tutela. Il primo gennaio è terminata la tutela del prezzo per le piccole imprese con potenza impegnata superiore a 15 kW. Mentre, al momento, la data fissata per il passaggio al libero mercato da parte delle famiglie è fissata al 1° gennaio 2023.

La luce aumenta / E se compro sul libero mercato?

Due esempi di proposta di un operatore del libero mercato della mia zona, Alperia, che ha sede nel Nord Est.

Ma ovviamente, già oggi, è possibile acquistare l’energia sul libero mercato. E questo è il motivo per il quale non tutti pagheranno un prezzo così alto nel primo trimestre del 2022. I contratti di fornitura del libero mercato sono essenzialmente di due tipi: a prezzo fisso bloccato per 12 o 24 mesi, o a prezzo indicizzato (per l’energia l’indice è il Prezzo Unico Nazionale (PUN), che è il prezzo di riferimento rilevato sulla borsa elettrica italiana e pubblicato dal Gestore dei Mercati Energetici (GME). Un po’ come avviene  per il mutuo casa. Entrambe le soluzioni hanno vantaggi e svantaggi. Esempio: un contratto a prezzo fisso potrebbe convenire nel caso in cui i prezzi, come avviene in questo momento, salgono. Lo sarà di meno se i prezzi dovessero ridiscendere. Il prezzo indicizzato varia invece a seconda di quanto ammonta il costo d’acquisto dell’energia elettrica all’ingrosso. Naturalmente non esiste una soluzione sempre migliore dell’altra. E non sempre il costo della materia prima energia è l’unico parametro da valutare.

Non esiste la miglior tariffa, ma la migliore per me!

E’ necessario considerare infatti che la convenienza di una proposta commerciale potrà variare anche a seconda del nostro profilo di utilizzo. Ad esempio chi ha consumi molto bassi potrà avere dei vantaggi economici scegliendo un contratto con un costo a kWh più elevato, ma costi fissi molto bassi. Mentre chi ha consumi più elevati generalmente predilige un basso costo al kWh, pur sopportando costi fissi maggiori. Molte proposte del libero mercato presentano tariffe bi-orarie, invece che mono-orarie. Una piccola analisi delle proprie abitudini di consumo può garantire discreti benefici nella scelta. Se ad esempio sappiamo che caricheremo l’auto quasi esclusivamente di notte, è consigliabile una tariffa bi-oraria,  che ci consenta di farlo a un prezzo più basso.

La bontà della scelta va valutata nel lungo termine

È evidente che, se il prezzo dell’energia in maggior tutela sale, sono destinati a salire anche i prezzi del libero mercato. Ma non è detto che questo succederà sempre in modo proporzionale e speculare. Gli operatori del libero mercato hanno infatti la possibilità di acquistare quando i prezzi sono più bassi, per rivendere poi quando questi aumentano. In questo modo, bloccando il prezzo per il cliente, si possono garantire contratti a lungo termine (ad esempio biennali). Guadagnando, ampliando il proprio portafoglio clienti e fidelizzandolo. Quando facciamo la scelta del nostro fornitore dell’energia, teniamo comunque presente un ultimo aspetto, non trascurabile. Difficilmente, nel tempo, potremo avere una velocità di reazione tale da evitare repentini aumenti, come quello che stiamo purtroppo vivendo. Le valutazioni sulle performance di acquisto devono essere effettuate sul lungo, non sul breve termine.

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