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In difesa delle lavatrici (e di Tesla)

Tesla Model Y e Model 3, le auto provate (non senza entusiasmo) dal lettore.

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In difesa delle lavatrici e dell’auto elettrica (Tesla in particolare): Fabrizio replica al lettore, Daniele, che aveva sprezzantemente definito le EV “lavatrici a motore”. Vaielettrico risponde. La mail per scriverci è info@vaielettrico.it

“Anch’io pensavo che l’elettrico andasse bene solo per i muletti…”

“Io, scettico sulla elettromobilità, la ritenevo adeguata per i muletti all’interno di aziende e poco più. Anche se conosco abbastanza bene la storia dell auto e so che le elettromobili per un breve periodo, soprattutto nelle city USA, andavano per la maggiore. e poi come dimenticare gli elettrocarri del dopoguerra da noi ,con i quali si sono costruite dighe ecc. Persino Maserati li costruiva e Moretti inventò il cambio batteria in blocco per la ricarica, parliamo degli anni ’40.

Io non ho mai posseduto nemmeno un diesel, ricordo in perenne conflitto con mio papà. Che, piuttosto di risparmiare (primi anni 80, si risparmiava veramente) diceva che lui non avrebbe mai buttato tutto quel nauseabondo fumo utile solo i camion.

In difesa delle lavatrici, oggetto prezioso, e delle EV: le avete almeno provate?

Poco tempo fa mio figlio, appassionato di tutto ciò che si muove su ruote , contatta Tesla Bergamo per una prova sia di Model 3 che Y. Beh, al di là del modo stratosferico di interagire del ragazzo dell’accoglienza, ma il modo in cui ci ha spiegato le varie funzioni del mezzo e via, “la macchina è vostra fate pure con calma”. Io stupito mi siedo a fianco di mio figlio , lui già l’aveva provata, poi mi metto alla guida ed è scoppiato l’ amore.

Probabilmente è vero non è un auto, sicuramente qualcosa di diverso, chi le chiama elettrodomestici, chi lavatrici. Ma non dimentichiamo che la lavatrice ha preso le donne dalla fontana o valle di un corso d acqua e le ha portate in casa propria, togliendo fatica e freddo.

E pure io, maschio boomer, riesco a girare una manovella e schiacciare un bottone. In conclusione, come diceva una pubblicità anni 80, “un altro pianeta”. Prima di giudicare, non necessariamente di acquistare, ma almeno provare. Fabrizio Boffetti

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