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Il successo delle ibride plug-in è ok? Senti Chargemap…

Il successo delle ibride plug-in? La soluzione del doppio motore, benzina o diesel più elettrico, è da incoraggiare? Sentiamo gli esperti di Chargemap.

Il successo in cifre: in Europa crescita del 368%

La premessa è che, con una crescita del 368% in Europa nel terzo trimestre del 2020, le ibride plug-in (in sigla PHEV) sono decisamente di gran moda. E anche in Italia stanno andando forte, più dell’elettrico puro, con vendite più che quadruplicate: si è passati dalle 849 auto dell’ottobre 2019 alle 3.653 del mese scorso.

—- Il successo delle PHEV: le 10 più vendute in Italia  —-

il successoMa anche Chargemap, specialista francese della ricarica, mette in guardia dai facili entusiasmi per le ridotte emissioni di CO2 di questi veicoli in fase di omologazione: “Questo vantaggio può essere cancellato dal comportamento del conducente…” e i vantaggi restare solo sulla carta. “L’impatto ecologico dei PHEV è vantaggioso solo se chi le guida gioca al gioco della ricarica“. In caso contrario, se non si ha la pazienza di ricaricare le batterie e si va sempre con il motore “caldo”, è verosomile e ovvio che un’ibrida plug-in “consumi più di un normale veicolo con motore tradizionale. Ha più parti componenti ed è quindi più pesante”.

Il problema? Con l’auto aziendale non ricarichi…

Chargemap cita il rapporto dell’ONG International Council on Clean Transportation  sull’uso inefficiente dei PHEV, puntando il dito contro i veicoli aziendali. Lo studio aveva rivelato che, in media, le ibride plug-in aziendali effettuano solo il 20% dei viaggi in modalità elettrica, contro il 37% di quelle guidate da privati. Per pigrizia, convenienza…

La Jeep Compass 4xe è stata l’ibrida plug-in più venduta in Italia in ottobre.

Ricordiamo che poco più di un anno fa era stato Transport&Environment a puntare il dito contro le PHEV. Sostenendo appunto che vengano acquistate soprattutto da aziende e affidate a a collaboratori che, nei fatti, percorrono in elettrico pochissimi km. Il carburante e l’energia li paga l’azienda e con il primo si fa più in fretta, amen. Morale della favola: l’ibrido plug-in può essere utile, a patto che si guidi parecchio in elettrico, possibilmente a bassa velocità. Avendo la pazienza di ricaricare.

 

 

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