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Il paradosso auto elettrica: più migliora, meno attira

Troppi grandi Suv, poche citycar: così l'auto elettrica non può decollare.

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Il paradosso auto elettrica: più migliora (per autonomia e prezzo), meno attira, come conferma anche l’ultimo studio di Deloitte. Che cosa sta succedendo?

Il paradosso auto elettrica: preferenze in calo ovunque

Gli automobilisti hanno innestato la marcia indietro? Pare di sì: un po’ in tutto il mondo dopo un iniziale innamoramento per l’elettrico, sembra che si stiano riscoprendo i motori termici. Lo conferma anche l’indagine di Deloitte, che tra settembre e ottobre 2023 ha intervistato oltre 27.000 consumatori in 26 Paesi, tra cui l’Italia. Da noi la predilezione all’acquisto di veicoli a benzina e gasolio, dopo essere precipitata al 19%, è risalita al 30%, con l’ibrido in gran spolvero. Ma nei grandi mercati mondiali va ancora peggio: in Germania si è passati dal 45% del precedente rilevamento al 49%, negli Stati Uniti addirittura dal 58 al 67%.

Nel frattempo cala la percentuale di chi oggi dà la sua preferenza all’elettrico: in Germania, complice anche il progressivo taglio dei bonus, siamo al 13%. Negli Stati Uniti addirittura al 6%. L’unico grande Paese in controtendenza resta la Cina, dove invece le preferenze per auto benzina-diesel calano dal 45 al 33 % e l’elettrico vale tuttora un terzo del mercato, il 33%.

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Prezzi troppo alti, mancano le citycar abbordabili

Perché questo passo indietro dell’elettrico? Le chiavi di lettura sono tante, a partire da una discesa dei prezzi più lenta di quanto ci si aspettasse. Non solo per l’acquisto dell’auto: anche i costi della ricarica in molti Paesi (tra cui l’Italia) restano insopportabilmente alti. Ma sono soprattutto i listini ancora troppo cari a tenere lontani i potenziale acquirenti. Non a caso in Cina, dove l’offerta di piccole a prezzi competitivi è molto ricca, la quota di mercato cresce: nel 2023 è salita al 24,7% (21,3% nel 2022).
E qui entra in gioco un altro report, di Transport&Environment (T&E), che mette sotto accusa i marchi europei, incapaci di produrre gamme competitive di piccole EV. “Stanno rallentando il mercato di massa dell’elettrico per massimizzare i profitti a breve termine“, si legge nel rapporto. “In Cina ci sono 75 modelli BEV disponibili a meno di 20.000 euro, solo uno in Europa. Il prezzo medio resta elevato anche nei segmenti delle compatte: 34.000 euro (segmento A), 37.200 euro (B) e 48.200 euro (C). A questi prezzi elevati le elettriche non sono competitive per i consumatori europei“.
Crescita lenta per la vendita di elettriche in Europa: secondo T&E servono modelli piccoli e meno costosi per accelerare.

Il paradosso auto elettrica: ci penseranno Tesla e i cinesi a riempire il vuoto?

Un ruolo negativo l’ha anche la moda dei Suv (54% dei modelli elettrici lanciati dal 2018), che costano molto di più di berline o station di analoghe dimensioni. E a breve non si vedono inversioni di tendenza. Qualche citycar elettrica è in arrivo, come la Citroen e-C3, la Renault 5 e, più in là, la Volkswagen ID.2.
Ma secondo T&E non si tratta di un’offerta tale da cambiare le carte in tavola: “Si prevede che nel 2024 in Europa verranno prodotte meno di 50.000 auto dei modelli economici annunciati, il che difficilmente riuscirà a soddisfare la domanda. Ciò lascia il mercato europeo compatto e di massa ampiamente aperto alla concorrenza cinese“. E qui si apre un punto di domanda che riguarda il solito terzo incomodo accanto a Europa e Cina, e cioè Tesla.
Che cosa succederebbe se fosse la marca di Elon Musk a produrre una piccola in grado di riscuotere il successo che già arride a Model 3 e Model Y tra i clienti premium? L’ipotesi che un prodotto simile arrivi è sempre più credibile e aprirebbe scenari imprevedibili.
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