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Il consiglio: “Pensate alla ricarica, la macchina non basta”

Il consiglio: “Pensate alla ricarica, la macchina non basta”. Arriva dal lettore torinese che sta aspettando la sua prima auto elettrica, una Volkswagen ID.3 (qui il racconto della lunga attesa).

                               di Gianni Montalenti

Chi si approccia al mondo elettrico deve immediatamente comprendere che è inevitabile per lui gestire in autonomia la ricarica dei mezzi . Sono proprietario da una decina di anni di un Segway I2Pt e da circa un anno di un Max g30 sui quali ho percorso qualche migliaio di chilometri. Mezzi snelli, con ricarica casalinga di facile approccio.

— Leggi anche: ricarica casalinga, come mi sono organizzato

Il consiglio: anzitutto valutare l’impianto di casa

L’autovettura presenta un metodo diverso. Innanzitutto la valutazione dell’impianto elettrico casalingo in uso. Ovvero le dimensioni dei fili elettrici al posto auto/garage, le caratteristiche della spina (solo schuko) per ricaricare, la distanza dal contatore...Poi la voce colonnina/wall box/prese elettriche dedicate : un importante analisi soprattutto di prezzi (da € 350/1500) sul modello da scegliere.

il consiglio Indubbiamente una voce, questa, comprensiva dell’adeguamento dell’impianto elettrico, tra 1500€ e 2000€ per avere qualcosa di sicuro. E tutto si raddoppia se uno ha una seconda casa oltre i limiti di percorrenza della vettura. Poi il confronto con i fornitori di energia casalinga. Che, non avendo formato (o solo in parte) i loro call-center, non sono quasi mai in grado di dare risposte complete su tariffe e allacci specifici.

La jungla delle tariffe al kWh: un confronto improbo

Ci sono poi fornitori primari di energia che sono già detentori di reti di ricarica pubbliche che forniscono wallx box e colonnine di ricarica. E che hanno call-center che o non rispondono mai o che sono solo votati a dare informative generaliste. Quando si entra nello specifico delle forniture, si rifugiano nel “la faccio chiamare da un tecnico”…che ovviamente non richiamerà. C’è poi la giungla delle tariffe al Kwh, che obbliga l’utente ad un confronto complesso tra la fornitura casalinga al privato e quella pubblica alla colonnina. Fornitori primari di energia per la casa che “giocano” sul “costo della materia energia” e “costo medio unitario bolletta”. Rendendo complicato identificare (bollette di 5/6 pagine) il reale costo finale pagato comprensivo di tasse e balzelli vari nella varie fasce orarie. Gli stessi fornitori poi sui loro siti on line propongono una infinità di tariffe mono-oriarie e bi-orarie. Con moltissime variabili che non facilitano l’identificazione della fornitura più conveniente.

Chi va elettrico è ancora un pioniere…

Poi abbiamo altri fornitori pubblici che forniscono allacci “a tempo” ai punti di ricarica che non indicano il costo a kWh legato alla potenza della colonnina e con costi elevatissimi.  Altri con tariffe proposte al Kwh che raddoppiano ed anche triplicano il costo della tariffa casalinga. Utilizzando le App per i nostri telefonini attualmente disponibili, che presentano la rete italiana delle colonnine di ricarica disponibili (saranno effettivamente aggiornate?) , ci rendiamo subito conto che la ricarica pubblica deve essere ben programmata prima della partenza. Perché ci si potrà trovare ad utilizzare punti di ricarica o non funzionanti o di potenze e spine non ben definite. E  certamente con metodi di pagamento che comportano registrazioni/iscrizioni, prenotazioni o pre-acquisto di quote energia….Sperando poi di non trovare un’auto a benzina parcheggiata sulla piazzola. Insomma un far-west tutto sommato. Chi va elettrico oggi (almeno in Italia) è ancora un pioniere….

— Leggi anche: il consiglio10 cose da sapere per ricaricare a casa. E clicca qui per consultare il vademecum della ricarica di Motus-e. 

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