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Il boom delle auto ibride? L’Italia s’illude di essere più green

auto ibride

La Toyota Prius, auto iconica tre le ibride fin dal 1997

Il boom delle auto ibride illude l’Italia di essere più green. In realtà così si allontana l’obiettivo della decarbonizzazione dei trasporti, come spiega in questo articolo il professor Alessandro Abbotto, Direttore del Dipartimento di Scienza dei materiali dell’Università Milano-Bicocca.

di Alessandro Abbotto

Alessandro Abbotto

Gli ultimi dati di immatricolazione in Italia di auto elettriche (BEV) di inizio 2021 sembrano
confermare per ora i dati del 2020: poco più del 2% del mercato. In lieve aumento quelle delle ibride plug-in, che passa dal 2 al 3%. Invece un altro dato che salta subito all’occhio è il seguente: nei primi due mesi dell’anno il numero di ibride immatricolate (74.420) ha superato quello delle auto diesel (72.595) e si avvicina a quello delle vetture a benzina (95.873). Questo dato è in forte controtendenza con quello del 2020, dove le automobili ibride vendute erano meno della metà sia di quelle diesel che di quelle a benzina.

Con le auto ibride addio decarbonizzazione

È un dato positivo? A mio parere no. Oggi in Italia circolano sulle strade oltre 38 milioni e mezzo di autoveicoli. Di queste solo 48.000 sono ad emissioni zero, ovvero un misero 0,1%. Quasi nulla! Eppure, i trasporti incidono per un terzo alle emissioni di CO2 del nostro paese. E di questi circa tre quarti sono legati al trasporto su strada. Appare quindi evidente che, per centrare gli obiettivi decisi dall’Unione Europea, ovvero la diminuzione delle emissioni del 55% entro il 2030, per poi arrivare ad emissioni nette nulle entro il
2050, il settore dei trasporti deve essere fortemente decarbonizzato.

Anche l’Italia deve raggiungere questi target. Non ha altra scelta. Come ci si sta muovendo? Nel 2020 per ogni auto ad emissioni nulle sono state vendute 14 auto diesel e 16 a benzina! Quindi stiamo andando esattamente nella direzione opposta, altro che decarbonizzazione! Il 2050 può sembrare lontano, ma all’attuale ritmo ci vorrebbero 1200 anni per rinnovare l’attuale parco automobilistico. Pertanto cosi non va bene.

Il falso mito dell’elettrica “auto da città”

Andando a vedere più in dettaglio i modelli venduti ci si accorge che le auto elettriche (le poche vendute) sono ormai diventate sinonimo di city car. I sei modelli BEV più venduti sono tutti city car. Ai primi due posti la Fiat 500 e la Smart Fortwo. Il che è un bene, perché l’acquisto di vetture di limitate dimensioni per le esigenze urbane è senz’altro una buona pratica. Ma dall’altro è un dato negativo perché suggerisce che in Italia ormai sta prendendo piede la convinzione, del tutto errata ed immotivata, che le auto elettriche vanno bene al più per i piccoli spostamenti cittadini.

Smart EQ, la classica citycar in testa alle vendite negli ultimi mesi

In tutti gli altri casi, largo alle auto termiche a combustibile fossile. E, se proprio bisogna
appoggiare un criterio di sostenibilità, allora si può sempre ricorrere all’ibrido, non certo
all’elettrico. Così vediamo che nell’ibrido plug-in la situazione è esattamente rovesciata rispetto a prima (9 dei 10 modelli più venduti sono SUV o auto di grandi dimensioni). Quindi l’automobilista che vuole dimostrarsi sostenibile (e anche, già che ci siamo, accedere agli incentivi che lo Stato generosamente si ostina ancora a regalare alle automobili termiche inquinanti) acquista auto elettriche al più per la città e auto ibride per l’extraurbano.

In realtà anche il plug-in è un approccio poco seguito (solo il 3% delle immatricolazioni). Tutto il resto dell’inclinazione sostenibile dei guidatori italiani è contenuto nell’ibrido non ricaricabile, in cui il ruolo della batteria è del tutto marginale, quasi nullo. Ovvero auto in (quasi) tutto e per tutto simili alle sorelle diesel e benzina tradizionali.

Quindi il dato del sorpasso delle auto ibride sul diesel ci fa stare allegri? Per nulla. Le auto ad emissioni zero continuano a rappresentare una frazione molto bassa, vicino allo zero. Continuano a persistere false convinzioni, quale quella per cui l’elettrico non è adatto per i percorsi extraurbani.

Chiedetelo a tutti gli entusiasti possessori di vetture elettriche, o leggete le testimonianze di guida su queste pagine: vi convincerete che non è per nulla così. E in questo modo l’Italia anziché andare verso la decarbonizzazione completa, che è raggiungibile solo con l’elettrico (e con l’idrogeno verde), sta aumentando sempre più la frazione di automobili inquinanti. Certo inquinanti in misura minore di quelle precedenti (il 30% del parco circolante è ante Euro 4) ma pur sempre inquinanti! E lo sta facendo a ritmi che non dovrebbero più essere sostenibili, 30 autovetture diesel/benzina per ogni elettrica venduta.

Cingolani, fermi le termiche per decreto

Termino con un messaggio al neoministro Cingolani. Quando verranno riservati gli incentivi solo alle autovetture ad emissioni zero anziché in gran parte, come avviene adesso, alle automobili a combustibile fossile?

A quando un decreto che vieti la vendita di automobili a combustibile fossile, a qualsiasi titolo, anche nel nostro paese?

Non attenda quello che fanno gli altri paesi, alla meglio allineandosi a quello che altri hanno già scelto. Se, una volta tanto, l’Italia diventasse leader in Europa in questo tipo di strategie, tracciando per prima scelte coraggiose (e, credo, inevitabili se si vogliono centrare gli ambiziosi target di decarbonizzazione) non sarebbe per nulla male.

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