I distributori di metano chiudono, “piuttosto che applicare prezzi esorbitanti alla pompa”. La denuncia è del presidente di Assogasmetano, Flavio Merigo.
I distributori di metano chiudono: prezzi alla pompa allucinanti
Merigo ha descritto come disperata la situazione del settore, intervenendo davanti alle Commissioni della Camera che si occupano del Decreto Energia: “Il settore della distribuzione metano sta vivendo da mesi una situazione drammatica. Già a settembre dello scorso anno abbiamo lanciato l’allarme, chiedendo un incontro con il governo per identificare strategie e misure per calmierare i prezzi. Purtroppo, sino ad ora, senza esito. I costi del gas naturale sono incrementati di 10 volte ed il costo dell’elettricità, necessaria per la compressione/erogazione del gas, più che quadruplicato”. Una spirale assurda, dice l’Associazione, con questo risultato: “Ne consegue che anche gli oneri fiscali (IVA) pagati dagli utenti sono saliti in eguale misura. Facendo levitare il prezzo alla pompa in maniera tale da renderlo, di fatto, non attrattivo per l’utenza che ha scelto il metano per la sostenibilità economica ed ambientale“.
Con prezzi di 4-5 euro al kg non c’è futuro
Già ora, secondo Merigo, in alcune zone del Paese, i gestori piuttosto che applicare prezzi esorbitanti alla pompa (4-5 euro al kg), preferiscono chiudere l’impianto. Questo “con grave disagio alla nostra utenza, composta di oltre 1 milione di utenti, prevalentemente famiglie a medio e basso reddito”. Situazione drammatica, dunque: molti impianti hanno da mesi azzerato vendite e ricavi: se non verranno messi in atto correttivi, saranno costretti a chiudere i battenti. Merigo ricorda che l’Italia è fra i primi produttori di biometano, carburante “ecologico“, già nella rete distributiva per una quota del 26%. E che il suo impiego nei trasporti, sia allo stato gassoso che liquido, permette già oggi una notevole riduzione delle emissioni. Con una tecnologia propedeutica alla progressiva introduzione dell’idrogeno. Come intervenire, dunque? L’Associazione chiede di ridurre l’IVA sul gas naturale dal 22 al 5%, come per l’utenza domestica e industriale. E di dar corso a un regime temporaneo di prezzi amministrati, evitando l’effetto panico fra i clienti.