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I distributori come le edicole: cambiano (con l’elettrico) o…

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I distributori di carburante come le edicole dei giornali: cambiano o muoiono. E l’avvento dell’elettrico può accelerare pesantemente una crisi già in corso da anni.

I distributori nel pieno di una tempesta perfetta

La difficoltà delle stazioni di servizio non è cosa di oggi. Da tempo i benzinai sono stretti in una morsa fatta da consumi in netto calo da una parte e da compagnie petrolifere sempre più esose dall’altra. Non siamo esperti del settore, ma leggiamo di di un guadagno di 2,75 centesimi di euro al litro. (qualche anno si arrivava a 4,5 centesimi). “In queste condizioni non si può più andare avanti“, ripetono i tanti gestori che alzano bandiera bianca.

Foto da Gestoricarburanti.it

Ma se l’elettrico prenderà piede, come tutto lascia pensare, il ritmo delle chiusure accelererà in modo drammatico. Migliaia e migliaia di clienti persi, che si riforniranno privatamente a casa o nelle colonnine pubbliche. Addio sosta dal benzinaio, neppure per un caffè o consumare un pasto veloce. Una tempesta perfetta. La domanda, dunque, è: esiste un modello per riconvertire le stazioni di servizio ai tempi dell’elettrico? Un bell’articolo del Financial Times (clicca qui) racconta che per capirlo gli addetti ai lavori si stanno facendo un bel giro in Norvegia. Cioè nel Paese in cui già oggi succede quel che nel resto d’Europa accadrà tra 5 o 10 anni. O forse oltre.

Tutti in Norvegia per capire che cosa accadrà

Bloomberg New Energy Finance stima che a livello globale nel 2040 il 57% delle auto vendute sarà elettrico. In Norvegia questa soglia è già stata superata nel 2019. Ed è per questo che il paese scandinavo si è trasformato in un laboratorio vivente in cui capire che cosa accadrà.

Oslo: si festeggia la trasformazione di un distributore Circle K in stazione di ricarica.

Un gigante della distribuzione petrolifera, la canadese Alimentation Couche-Tard, ha convertito i suoi distributori Circle K in punti di ricarica per capire se ci può essere un business nell’elettrico. E una società di consulenza inglese, Insight Research, organizza addirittura tour d’affari a pagamento a Oslo e dintorni per studiare la trasformazione in corso. Portando i clienti ad analizzare sul campo i distributori superstiti e i punti di ricarica.

Da stazione di servizio a “stazione energetica”

Ma i pareri sul futuro sono discordi. C’è chi sostiene che per i distributori il destino è segnato, che in futuro ognuno di noi ricaricherà l’auto elettrica solo a casa o al lavoro. E che le stazioni di servizio faranno la fine di catene come i Blockbuster, spazzate via dall’arrivo di Netflix & c..

Uno dei tanti Blockbuster chiusi con l’avvento del digitale.

E chi invece sostiene che a sparire saranno solo i piccoli distributori, legati esclusivamente ai carburanti, mente resisteranno le grandi stazioni. Stazioni che già oggi traggono la maggior parte di profitti e fatturato da bar, ristorazione e altro. Il cosiddetto “non oil”. E che non avranno difficoltà a investire sulle ricariche elettriche, sapendo che la sosta per ricaricare è più lunga del tempo per fare benzina. Da stazione di servizio a “stazione energetica”. In tutti i sensi. Mentre aspetti…

— Leggi anche: distributori 4.0, via la benzina, ecco le colonnine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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