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Giulia Salemi resta a piedi con la batteria scarica…

L'influencer Giulia Salemi (foto dal profilo Facebook)

Giulia Salemi resta a piedi con le batterie scariche. E condivide su Instagram la sua sconcertante storia, come ci segnala Rosario, un lettore. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri questi vanno inviati a info@vaielettrico.it
(Immagine d’archivio)

Giulia Salemi resta a piedi, senza sapere come ricaricare

“Mi escono spesso nel feed delle notizie i vostri articoli e li leggo con interesse. Non guido elettrico (tranne qualche car-sharing), ma non sono nemmeno elettroscettico in fatto di mobilità privata. Coi vostri articoli ed il mio background tecnico mi sto facendo lentamente un’opinione. Che, non avendo in programma un prossimo acquisto di auto nuova, potrà meglio definirsi nel tempo prima di concretizzarsi in una vera scelta. Questo per dire che, essendo io interessato all’argomento auto elettrica, nel mio feed delle notizie stamani mi è uscito anche questo questo articolo dal sito di “Leggo“. Mi dispiace per l’ansia da disconnessione dal mondo che ha provato la ragazza. Ma vorrei usare la popolarità del vostro sito per informare lei e tutti che con l’1% della carica di una auto elettrica media (40 kWh) si può tenere un cellulare in funzione oltre 100 ore. Non in stand-by, ma con schermo acceso. O, con la stessa energia, ricaricare almeno 25 volte da 0 al 100% la batteria di uno smartphone.

Davvero sotto una certo livello di carica si disattivano anche le utenze di bordo?

L’unico dubbio, che presumibilmente mi chiarirete voi, è se al di sotto di una certa carica dell’auto vengano disattivate determinate utenze, tra cui le prese USB a bordo. E sono buono a non voler entrare nel riferimento alla “torretta scarica” che i due malcapitati avrebbero trovato alla prima sosta per ricarica. O alla lamentela per i 40 minuti di tempo di ricarica. Che, né più né meno, è quanto occorre con un dispositivo con funzione di ricarica rapida, a caricare dal 10 all’80% uno smartphone top di gamma. Saluti carissimiRosario Arbucci
Le “torrette” di ricarica, un mondo sconosciuto….

Giulia Salemi va a caccia di “torrette”? Ma dai…

Risposta. Descrivere disastri con l’auto elettrica porta clic e alla tentazione di farlo non è sfuggita neanche questa influencer: “Siamo rimasti appesi per strada… abbiamo trovato una torretta che, però, era scarica e ci resta pochissima autonomia. Siamo veramente nei guai, tra l’altro si stanno scaricando anche i telefoni“. E ancora: “Dopo 20 giri abbiamo trovato una torretta, ma ci vogliono ancora 40 minuti per ricaricare un po’ la macchina“. Nel leggere queste parole ci è sembrato di tornare indietro al famoso viaggio Roma-Reggio Calabria organizzato dal programma Piazza Pulita di Corrado Formigli. Anche allora un’imbarazzante impreparazione sul tema auto elettriche, con una serie di disavventure facilmente evitabili con un minimo di conoscenza. Quanto alle utenze di bordo, non ci risulta che vengano disattivate e l’auto stessa procede ancora per alcuni km quando il display già segna 0%. E ovviamente lancia disperati segnali di ricaricare.

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