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Formigli e l’auto elettrica: la parola agli inesperti

formigli auto elettrica

Corrado Formigli e l’auto elettrica/2: la vendetta. “Piazza pulita” è tornata sull’ormai famoso viaggio Roma-Reggio Calabria di Chiara Proietti (ritrasmettendo il servizio quasi integralmente) e ha tenuto il punto. “Abbiamo avuto un approccio critico, che confermiamo“.

Per guidare un’auto elettrica ci vuole “una laurea in ingegneria“, e una “casalinga di Monte Porzio Catone“, come l’inviata di La7, non può che metterci 52 ore per percorrere 710 km, anche perchè “mancano le stazioni di servizio in autostrada“. Peccato che la nostra casalinga abbia viaggiato sulla provinciale, mentre noi che abbiamo scelto l’autostrada, ne abbiamo trovate ben tre sul percorso, direttamente nelle stazioni di servizio o a un tiro di schioppo dai caselli. Ci abbiamo messo in tutto 9 ore e 43 minuti. “Bravi, siete stati bravi a metterci meno di dieci ore” ironizza il conduttore (senza citarci).

Ma noi “simpatici criticoni appassionati“,  rincara Formigli, non abbiamo ancora capito “che forse per fare il bene dell’auto elettrica, come vogliamo fare noi che siamo stati i primi ad occuparcene, non bisogna dire che tutto va bene, ma bisogna criticare quello che non va, per migliorarlo“.

Infatti mette insieme un panel di esperti d’eccellenza. Comprende il portavoce di Europa verde Angelo Bonelli, ambientalista di lungo corso ma sprovvisto di qualsiasi auto dal 2008. Il filosofo Diego Fusaro secondo il quale l’auto elettrica è l’ennesimo strumento di oppressione capitalistica. L’esperto di energia Davide Tabarelli, noto oltranzista petrolifero e negazionista climatico. Antonino Monteleone, inviato delle Iene e possessore di auto elettrica, tanto entusiasta della sua Tesla da auspicare un ritorno al nucleare (per potersele godere in pace). Da Stoccolma  Paola Maugeri, che vive a un passo dalla Norvegia (70% di elettriche sulle nuove immatricolazioni) ma dice che la Svezia è il terzo Paese con più auto elettriche in Europa, dopo Islanda e Finlandia (?).

Che auto dobbiamo comprare, chiede Formigli a Tabarelli? “Un diesel” risponde secco. Secondo lui le auto elettriche in Italia “sono 50 mila” (sono il doppio), gli incentivi sono stati “un insuccesso” (già bruciati i fondi), non andranno mai bene per “chi deve andare a lavorare alla mattina e non ha i soldi per comprarsi una Tesla e una villa con pannelli fotovoltaici”.

Concludendo: le auto elettriche sono da ricchi, in Italia mancano le infrastrutture, l’energia elettrica non sarà mai verde. E Greta Thunberg “che credenziali ha per parlare di ambiente”, chiede Fusaro?. Una perla ancora da Tabarelli: “Il motore termico è molto più efficiente” (30% di energia convertita in lavoro, contro il 97% del motore elettrico).

Chiara Proietti si esibisce nuovamente sul campo, questa volta con un viaggio nella Motor Valley emiliana a caccia di “rombodipendenti” e irriducibili del V8 taroccato. Giurano che un’auto elettrica non l’hanno mai guidata e non la guideranno mai.

La trasmissione chiude con l’immancabile foto di un congolese macilento che estrae cobalto a mani nude e una teoria di vasche di decantazione per l’estrazione del litio in Cile, come peraltro in  tutte le saline italiane. E cos’ anche le batterie sono servite.

Questo è quanto fa Corrado  Formigli  per il bene dell’auto elettrica, che tanto gli sta a cuore.

—Chi fra i nostri lettori volesse cimentarsi  sul medesimo percorso Roma-Reggio Calabria in auto elettrica può poi inviare a info@vaielettrico.it.  la documentazione scritta, fotografica o video. Noi come sempre ci impegnamo a pubblicarla qui.

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