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Fine corsa per Lightyear, l’auto “solare”

Muore un altro progetto di auto "solare": la Lightyear si ferma alla pre-produzione.

Fine corsa per Lightyear, l’azienda olandese che avrebbe dovuto lanciare due modelli elettrici completamente ricoperti di pannelli solari. Il sogno è finito.

Fine corsa per Lightyear: soldi finiti, come per la Sion

Creare una gamma di auto alimentata in buona  parte da pannelli solari piazzati sulla carrozzeria non è facile come dirlo. Ci ha provato la start-up tedesca Sono Motors, con la sua Sion, e sembrava a un passo dall’entrare in produzione, quando all’ultimo, ha dovuto alzare bandiera bianca. E ci ha provato anche Lightyear, fondata nel 2016 da un gruppo di coraggiosi (o incoscienti?) progettisti legati al Politecnico di Eindhoven. E anche qui sembrava che la partenza delle linee di montaggio fosse vicina, con un accordo già fatto con lo stabilimento finlandese di Valmet. Da lì dovevano uscire addirittura due modelli: la berlina Lightyear 0, molto costosa ma con un’autonomia da record, e la Lightyear 2, un’auto compatta da 40.000 euro. Ma proprio quando sembrava che mancasse l’ultimo miglio la Lightyear è stata dichiarata fallita e i suoi beni messi all’asta al miglior offerente.

IL PRECEDENTE / Fallito anche il progetto della citycar “solare” Sion.

I fondatori non demordono: proporranno i pannelli sui tetti ai costruttori

Pare però che i protagonisti dell’avventura Lightyear non si rassegnino. E progettino di rilanciare l’idea iniziale in una forma meno ambiziosa. Che consenta comunque di non disperdere l’enorme patrimonio di conoscenza che era stato accumulato in sette anni di lavoro. In che modo? Seguendo la strada già tracciata da Sono Motors, ovvero la progettazione e la fornitura di moduli solari per l’industria automobilistica. Produttori di automobili, camion, rimorchi, caravan, autobus, ecc, con spalle finanziarie decisamente più larghe della start-up olandese, a cui garbi l’idea. Lightyear, peraltro, è solo una delle tante aziende che sono saltate negli ultimi anni inseguendo il sogno di una mobilità diversa, sempre più virtuosa. Non solo start-up: chi non ricorda il progetto dell’auto elettrica Dyson, soffocata sul nascere per l’impossibilità di farne un prodotto si successo?

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