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Elettrico o idrogeno? La VW: vincerà l’elettrico

 

Elettrico o l’idrogeno? La Volkswagen sceglie l’auto elettrica. Citando uno studio comparativo da cui emerge che i veicoli alimentati a idrogeno hanno sì più autonomia e sono più facili da rifornire. Ma sono più costosi come prezzo d’acquisto e spese di gestione.

L’analisi è stata pubblicata su Mo.Do (qui), il portale educational del gruppo tedesco. Premettendo che ”quello dell’idrogeno come ‘carburante’ alternativo rimane un argomento aperto. Le fuel cell sono il frutto di una tecnologia che utilizza l’idrogeno per produrre elettricità a bordo dell’auto e alimentare così il suo motore elettrico”.

Ma chiarendo subito che non è questa la strada scelta: “La visione del Gruppo Volkswagen è chiaramente orientata all’utilizzo delle batterie”. E motivando questa scelta con uno studio realizzato dagli analisti di Horváth&Partners, Automotive Industry 2035 – Forecasts for the Future

Le due fasi dell’elettrico: i prezzi caleranno…

La VW ID.3, l’elettrica del popolo, allo stand del Salone di Francoforte.

Dalla ricerca emerge che il mercato delle auto elettriche vivrà due fasi distinte. La prima durerà fino al 2023/2025 e sarà caratterizzata dagli sforzi dei costruttori per agevolare la diffusione delle vetture a zero emissioni. Una scelta dettata principalmente dagli standard rigorosi sul fronte delle emissioni di CO2 per cui saranno necessari investimenti elevati. La seconda, invece, arriverà fino al 2035 e vedrà le auto elettriche diventare sempre più convenienti. Al contrario di quelle con motori a combustione, che invece diventeranno più costose per due motivi: l’introduzione degli standard Euro 7 e la tassazione della CO2 . Quest’ultima, a prescindere dalla forma, renderà i carburanti fossili ancora più costosi. La differenza di prezzo, quindi, diminuirà.

Elettrico o idrogeno? Pesano i costi di gestione

Secondo Volkswagen, “avere un’auto elettrica vuol dire spendere meno per acquistare l’energia necessaria a viaggiare. Ma anche per la manutenzione, visto che molti componenti soggetti a usura o bisognosi di manutenzione periodica (come olio e filtri) non sono presenti. A seconda del modello e dei prezzi dell’elettricità nei vari Paesi, dallo studio risulta che con le propulsioni elettriche ogni anno si risparmiano tra i 400 e i 600 euro di “carburante”. E tra i 200 e i 400 uro di manutenzione”.

La Toyota, a differenza della VW, crede nell’idrogeno e ha già a listino la Mirai.

Nel delineare lo scenario, avverte la ricerca, “vanno tenuti in considerazione anche elementi meno razionali, come l’ansia da autonomia e la necessità di incrementare la velocità di ricarica. Secondo gli analisti, entrambi verranno meno con l’inizio della seconda fase, “grazie alle maggiori autonomie, frutto del constante avanzamento delle tecnologie. E alla capillarità delle stazioni di ricarica, che ridurrà al minimo la paura di rimanere a piedi”.

La riduzione della CO2.  e l’efficienza dei motori

Infine, c’è il tema, sempre controverso, della riduzione delle emissioni di CO2. Oggi l’elettricità usata per produrre auto elettriche non sempre arriva da fonti rinnovabili e dunque, avverte la Volkswagen,  “non si può parlare di vetture carbon neutral. Secondo diversi studi, addirittura, allo stato attuale un’auto elettrica produce meno CO2 rispetto a una con motore a combustione solo dopo aver percorso 100.000 km. Ma questo ovviamente, dipende da come si produce l’energia elettrica. E questo dato cambierà nei prossimi anni, grazie all’utilizzo di più energia rinnovabile.

Una slide pubblicata da Volkswagen illustra le caratteristiche di elettrico e idrogeno

Quanto agli aspetti tecnici, lo studio di Horváth&Partners ha confrontato il livello di efficienza energetica di BEV e fuel cell. È emerso che le auto alimentate a batteria hanno un’efficienza globale del 70-80%, mentre quella delle vetture a idrogeno è compresa tra il 25 e il 35%. Per le prime, le perdite di efficienza sono circa dell’8% durante il trasporto dell’energia dalla fonte alle batterie e di un altro 18% nella sua conversione per poter essere utilizzata dal motore. Per le seconde, invece, bisogna considerare un 45% di perdite per produrre l’idrogeno attraverso l’elettrolisi. Dell’energia che resta, un altro 55% se ne va quando le fuel cell all’interno dell’auto trasformano l’idrogeno in elettricità, a sua volta usata dal motore.

L’idrogeno ha senso per bus e camion

Il frontale del Nikola One, camion a idrogeno prodotti dalla Casa di Sal Lake City.

Per gli analisti, l’applicazione dell’idrogeno nel settore dei trasporti avrebbe senso solo in contesti specifici. Come nel caso di bus e camion, che percorrono lunghe distanze, piuttosto che come protagonista della mobilità globale. Il peso delle batterie, l’autonomia e i tempi di rifornimento hanno un ruolo decisivo quando si tratta di mezzi pesanti. Inoltre, spiega Volkswagen, “visti i numeri contenuti, le attuali stazioni di servizio dedicate possono essere convertite per il rifornimento di idrogeno con un impegno gestibile”. La conclusione è che “i veicoli fuel cell hanno molti vantaggi, soprattutto le già citate autonomia e velocità di rifornimento. Ma, comparati alle elettriche, sono meno efficienti in termini di rendimento e di costi. Per intenderci, attualmente per percorrere 100 km, servono dai 9 ai 12 euro con un’auto a idrogeno e dai 2 ai 7 uro con un’ elettrica (a seconda dei prezzi dell’energia nei vari Paesi).

Un addetto di un distributore di idrogeno, in Giappone

SECONDO NOI. Ibride, elettriche, idrogeno…Gli automobilisti sono frastornati e faticano a fare scelte che potrebbero rivelarsi un autogol nel medio-lungo periodo, se si sceglie la tecnologia sbagliata. Ergo: le Case che, come la Volkswagen, stanno investendo cifre enormi sull’elettrico, sentono di dover rassicurare i clienti sul fatto che almeno fino al 2035 sarà l’elettrico la tecnologia vincente. Non sarà facile fare chiarezza: la confusione sotto il cielo è grande e la comunicazione, anche scientifica, non sempre è disinteressata.

Su Volkswagen AG altre info. E leggi anche: Iveco-CNH con i camion elettrico-idrogeno di Nikola.

 

 

 

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