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Dyson dice addio all’auto elettrica: impossibile guadagnare

Addio Dyson car. Troppa concorrenza, troppo affollamento sul mercato, quando ancora un vero  mercato quasi non esiste. E poche o nessuna possibilità di far quattrini. Così’ anche Sir James Dyson, magnate dell’elettronica inglese, ha deciso di gettare la spugna. L’auto elettrica griffata Dyson non si farà.

Troppa concorrenza per la “Dyson car”

L’ha annunciato ieri lo stesso Dyson, inviando una mail alla Bbc. Non si sa che fine faranno il marchio depositato Digital Car, E nemmeno l’Hullavington Field, una ex base militare nell’Inghilterra centrale, che la società aveva acquistato nell’ambito di un investimento da oltre 2 miliardi di euro. Per gli oltre 500 dipendenti, al lavoro da due anni, Dyson assicura un reimpiego all’interno del gruppo. Con altri incarichi: aspirapolvere, scope digitali o Airblade? Certamente qualcosa di meno stimolante della “prima e unica elettrica inglese“.

Resta in ballo la super batteria

Le auto con marchio Dyson avrebbero dovuto vedere la luce tra la fine del 2020 e il 2021. ll loro asso nella manica avrebbe dovuto essere una innovativa batteria allo stato solido. Per svilupparla Dyson aveva acquistato la Sakt13, società del Michigan specializzata in questi accumulatori.

 

«La decisione di rinunciare all’elettrica – ha scritto il 72enne imprenditore nella mail alla  Bbc – non dipende da problemi tecnici, anzi il nostro team ha creato una vettura innovativa ed eccitante. Il problema nasce però dalla difficoltà di conquistare spazio nel mercato, trovando degli acquirenti. Abbiamo studiato molte soluzioni, ma non siamo riusciti a escogitare il modo di rendere il progetto profittevole». Insomma: vanno bene i grandi sogni, ma gli affari sono affari.

 

La tecnologia sviluppata nelle batterie non andrà comunque dispersa. «L’innovativo accumulatore che stiamo studiando ci sarà di grande beneficio in futuro e ci aiuterà a tentare ancora nuove strade», ha concluso Sir James.

Un altro effetto Brexit?

Dyson non ha citato la questione Brexit. Tuttavia, pur da sostenitore e finanziatore del movimento “leave”, il baronetto inglese ha già annunciato che sporterà tutte le sue attività a Singapore.

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