Home Tecnologia Il sogno di James Dyson: l’Airblade a quattro ruote

Il sogno di James Dyson: l’Airblade a quattro ruote

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James Dyson

Mister Dyson ha investito 90 milioni di dollari per comprare il 100% di una start up del Michigan, la Sakti3, che promette miracoli con nuove batterie a stato solido capaci di una densità energetica pari a 400 wh per chilo, contro 250 wh di quelle della Tesla e 150 delle più diffuse batterie per auto agli ioni di litio.

Ci metterà sopra un altro miliardo di sterline per trasformare i prototipi in prodotti commerciali, da sfornare al ritmo di un milione all’anno. E infine, il clamoroso annuncio: entro il 2020 produrrà un’auto elettrica in proprio, investendo altri 2 miliardi di sterline. Sono i programmi annunciati l’altro ieri dal miliardario inglese James Dyson, inventore dell’asciugamani a lama d’aria Airblade che tutti conosciamo e di un’altra miriade di elettrodomestici di largo consumo, dagli aspirapolvere ai termoventilatori.

Stando a quanto hanno scritto in questi giorni i giornali britannici, mister Dyson avrebbe già messo al lavoro una squadra di 400 tecnici ed ingegneri per progettare una vettura ad emissioni zero dalle prestazioni assolutamente rivoluzionarie. In una circolare interna a tutti i dipendenti del gruppo, avrebbe anche spiegato che da vent’anni stava pensando a una soluzione di mobilità compatibile con l’ambiente e la qualità dell’aria.

Praticamente blindato, invece , è il lavoro ad Ann Arbour, nel Michigan, al quartier generale di Sakti3. Pare che i dipendenti siano addirittura vincolati a mantenere l’assoluto segreto sulle loro attività in azienda. Questo anche perché gli annunci delle scoperte realizzate dalla start up nata nel 2013 da una costola della locale Università in collaborazione con il Mit di Boston, sono stati accolti dalla comunità scientifica con un certo scetticismo. Le batterie a stato solido, quelle cioè che utilizzano un “elettrolita solido”, vengono studiate in tutto il mondo da anni. In particolare da Samsung.

Gli elettroliti solidi sono composti per lo più da un solido ceramico contenente ioni di litio, reso successivamente vetroso. Sono promettenti dal punto di vista delle prestazioni, ma per ora si ritiene che siano più adatti all’elettronica di consumo che non alle auto elettriche. La loro peculiarità è che permettono, dato il loro stato solido e l’assenza di solventi organici, l’utilizzo del molto più “potente” litio metallico senza rischi di infiammabilità, ma hanno qualche problema di formazione di dendriti metallici che accorciano il ciclo di vita della cella.

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