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Dopo il diesel prenderò un’ibrida: ecco perché

Dopo il diesel prenderò un’ibrida, ci scrive Stefano. L’elettrico? Non se parla fino al 2035, per 2 ragioni: i prezzi e le infrastrutture di ricarica. E non certo gli elettricisti che le EV le sconsigliano, come ci aveva scritto un altro lettore

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“Non so quale interesse spinga un elettricista a sconsigliare l’auto elettrica, evidentemente con questo caro-energia sta mettendo i piedi avanti per proteggersi. Ognuno di noi deve fare i propri calcoli e le proprie scelte. Però sinceramente sono stufo di sentir dire che l’italiano non cambia perché attaccato alle proprie abitudini. Mi ricorda la storiella dei bamboccioni, che non vogliono uscir di casa di mamma e per questo il mercato immobiliare era fermo. E quindi incentivo di 1.000 euro per aprire il contratto di acquisto.. E gli altri soldi chi glieli dava con la recessione e perdite posti di lavoro in arrivo? I problemi delle auto elettriche sono due. Primo: i costi, che sono più di nicchia e vanno a penalizzare la classe media, che è quella che ha sempre fatto girare l’economia. Se lo stato non dà incentivi (e, visto la situazione attuale, non si sa in quale misura li darà in futuro) le vendite sono in ribasso.

Ho un’auto a gasolio Euro 5 e la prossima sarà un’ibrida

Secondo problema, le infrastrutture.Quel che manca in Italia è la continuità: se vuoi un futuro sostenibile ma poi dici no ad eolico, solare, nucleare, etc… Comprando energia all’estero, così da delegare l’inquinamento ad altri, crei i costi dell’energia che conosciamo, a discapito dell’auto elettrica. Il cambio di mentalità deve partire dall’alto. Paesi come Norvegia o Inghilterra si stanno muovendo da anni in questa direzione e qualche problemino sulla rete sta uscendo, figuriamoci noi. Comunque, ognuno è libero di fare le sue scelte: io ho un diesel Euro 5 che fra tre anni potrebbe non più circolare. E, visto che faccio 100km al giorno per lavoro, starò ancora sull’endotermico, probabilmente ibrido. Arrivando al 2035, si spera, con nuove tecnologie per l’elettrico e costi inferiori. Le citycar a costi contenuti in arrivo sul mercato sono bruttine, meno spaziose della mia Clio. Capisco l’ecologia, ma quando acquisti qualcosa deve anche piacere“. Stefano

La Fiat 500 e: davvero le citycar elettriche sono brutte?

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Risposta. Mai detto che siano gli elettricisti il problema. Abbiamo solo pubblicato la mail di un lettore rimasto colpito dal fatto che uno di questi operatori gli avesse fortemente sconsigliato l’installazione di una ricarica. Oltre all’acquisto di un’auto elettrica in generale. Venendo al suo messaggio: 100 km al giorno sono un range che molti modelli elettrici coprono senza problemi. Soprattutto se poi si ha la possibilità di ricaricare (non tutti i giorni) a casa o in azienda.  Fra tre anni, poi, con i progressi che si stanno facendo su batterie e autonomia… Quanto al cambio di mentalità, in Italia stiamo freschi se aspettiamo che arrivi dall’alto. Ma vediamo che questa crisi sta inducendo un sacco di azienda e privati a investire sulle rinnovabili, con tantissimi micro-impianti. Purtroppo le installazioni più importanti sono impantanate in una burocrazia che ti blocca per anni. Infine: davvero le citycar elettriche sono brutte? A nostro avviso la 500e è un più bella della 500 “normale”, mentre Twingo e Smart sono quelle di sempre.

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