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Cingolani, il ministro della…maledizione ecologica

glasgow accordo

Il ministro per la Transizione ecologica con l'inviato degli Usa per il clima, John Kerry.

Cingolani, il ministro della maledizione ecologica. Non passa giorno senza che il prof descriva il passaggio a un mondo più sostenibile come una prova infernale…

Roberto Cingolani, 60 anni, professore universitario.

Cingolani e la transizione green vista come “un bagno di sangue”

Nessuno pretende che un ministro chiamato a indicarci la strada per un futuro con meno emissioni nasconda le difficoltà che questo comporta. Ma il pessimismo con cui Cingolani accompagna ogni dichiarazione sul tema fa pensare che sia la persona sbagliata al posto sbagliato. In tutti i Paesi chi fa il suo mestiere cerca di convincere cittadini e imprese che la transizione è densa anche di opportunità. E che comunque indietro non si torna, vista l’emergenza ambientale nella quale il pianeta si dibatte. Lui no: ammonisce, scoraggia…Da ultimo, intervistato dalla Stampa, ha insistito su un concetto a lui caro: “Confermo, la transizione ecologica potrebbe essere un bagno di sangue. È una mia frase che Grillo ha poi ripetuto. Vuol dire che per cambiare il nostro sistema e ridurre il suo impatto ambientale bisogna fare cambiamenti radicali che hanno un prezzo. Di conseguenza dovremo far pagare molto la CO2 con conseguenze, ad esempio, sulla bolletta elettrica».

Scettico anche sull’auto elettrica, in cosa crede?

Insomma, Cingolani non molla, evoca disastri. E oggettivamente rischi di fare il gioco di chi vorrebbe lasciar tutto com’è, con una società legata mani e piedi a petrolio e carbone. È un po’ come se il ministro dello Sport ammonisse in continuazione sui rischi che l’attività fisica comporta, invece di evidenziare i benefici del fare movimento. Del resto  il ministro della Transizione Ecologica aveva iniziato il mandato spiegando a Repubblica che cosa faremo dei miliardi del Recovery Plan. Alla domanda su come ci muoveremo con le auto in città, aveva risposto testualmente: “Quando il 72% dell’elettricità sarà prodotta con zero emissioni, allora avrà senso rendere di uso comune la mobilità elettrica. Che senso ha guidare un’auto a batteria se per ricaricarla si brucia petrolio o carbone?“. Il fatto è che dal ministro della Transizione ecologica ti aspetteresti che indichi la strada per aumentare la produzione da rinnovabili, peraltro già notevole in Italia. E invece no: sempre dubbi, pessimismo…Con l’Eni che incassa e ringrazia.

SECONDO NOI. Solo una domanda: ha senso un ministro della transizione ecologica che dimostra di non credere nella transizione ecologica? C’è chi dice che sia solo un problema di comunicazione e alle critiche Cingolani risponde con la solita storiella che lui “è un tecnico e non un politico”. Ma per un lavoro come quello che sta facendo serve fare buona politica, con coraggio e obiettivi ambiziosi. 

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