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BYD made in Italy? Il governo ci prova

byd made in italy
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BYD made in Italy? Potrebbe essere. il colosso cinese è stato contattato dal governo italiano nel tentativo di portare nel Bel Paese un secondo produttore di auto, oltre a Stellantis. Lo scrive Bloomberg che ha raccolto l’indiscrezione nella serata di lunedì al Salone internazionale dell’auto di Ginevra.

BYD ammette: “Abbiamo contatti”

L’agenzia di stampa ha poi chiesto conferma a Michael Shu, amministratore delegato di BYD Europe che ha dichiarato: «Abbiamo alcuni contatti per discuterne». Ha anche aggiunto che l’azienda ha necessità di un secondo stabilimento in Europa, dove «ora stiamo facendo ottimi progressi».

Wang Chuan-Fu, l’uomo che inventò BYD, il brand cinese che sta superando Tesla.

Tutto dipenderà però dall’andamento delle vendite nel prosieguo dell’anno. Al momento BYD ha già deciso di costruire un primo stabilimento in Ungheria da cui rifornire delle sue vetture elettriche il Vecchio continente. E ora è al lavoro per creare una filiera di forniture in quel Paese. Quindi «è troppo presto per dire quando e se verrà presa una decisione su un secondo», ha detto Shu.

Bloomberg ha contattato anche un rappresentante del ministero dell’Industria italiano che però ha rifiutato di commentare le dichiarazioni di Shu.

Una mossa per stanare Stellantis?

Ma si sa che il primo ministro Giorgia Meloni è preoccupata che l’unico carmaker italiano Stellantis, ormai a trazione francese, delocalizzi in Pesi a basso costo del lavoro pate delle produzioni oggi destinate all’Italia. Lo stesso ministro dell’Industria Adolfo Urso aveva accennato a un progetto per attirare un secondo produttore in Italia e di avere in proposito «colloqui significativi con partner stranieri».

Ma l’ipotesi una BYD made in Italy potrebbe essere solo lo spauracchio agitato per stimolare Stellantis ad investire con più decisione in Italia.

Voci di una santa alleanza anti BYD

Tra le voci che circolano a Ginevra una riguarda anche la possibilità di una super alleanza fra tre colossi dell’auto europei – la stessa Stellantis, Volkswagen e Renault – per sviluppare tecnologie e soluzioni produttive congiunte che possano contrastare l’offensiva dei produttori cinesi, BYD in primis.

La sfida è soprattutto nei segmenti medio bassi del mercato dove manca ancora una gamma di prodotti europei a prezzi competitivi con la concorrenza cinese e con le pari segmento termiche.

Se arriva la Dolphin a 14.000 euro?

La nuova BYD Dolphin EV

Proprio BYD  ha appena lanciato una nuova gamma della sua Dolphin,  la  EV Honor Edition al prezzo di circa  12.800 euro), con autonomia di 302 km e batteria da 32 kWh per il modello base “Vitality”. A questo si aggiungono: Dolphin EV Free con autonomia dichiarata pari a 420 km, batteria da 45 kWh, prezzo di lancio  a circa 14.600 euro; Dolphin EV Fashion con autonomia dichiarata pari a 420 km, batteria da 45 kWh, prezzo di lancio circa 15.600 euro; Dolphin EV Knight con autonomia dichiarata pari a 401 km, batteria da 45 kWh, prezzo di lancio di 16.800 euro..

Si tratta di prezzi cinesi e non si sa quando saranno commercializzati in Europa. Ma è scontato che potrebbero portare sconquassi sul mercato europeo.

La nuova Dolphin EV misura 4.125 mm di lunghezza, 1.770 mm di larghezza e 1.570 mm di altezza.

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