Auto d’epoca, è sacrilegio trasformarle in elettrico? Ha senso togliere il vecchio motore a benzina e sostituirlo con un propulsore, nuovo, alimentato da batterie? La discussione è più che mai aperta.
Auto d’epoca elettriche? Il NO a “taroccarle”
Quella che fino a pochi anni fa era un’attività isolata di qualche officina, ormai è un business in continua crescita. Solo in Italia abbiamo censito una ventina di aziende impegnate in queste operazioni di retrofit (guarda l’articolo). Ma in tutto il mondo si contano orami centinaia di aziende piccole o grandi. Alcune (come la tedesca eClassics con la Volkswagen, leggi qui) sostenute da grandi Case automobilistiche.
Il SÌ a una nuova vita in elettrico
Naturalmente chi si occupa di retrofit è del parere opposto. Pensano che queste trasformazioni rendano le auto d’epoca “contemporanee, fruibili e divertenti, proiettandole nel futuro attraverso la riqualificazione elettrica“. Una seconda vita, insomma. “Ci rendiamo conto che le persone ancora oggi adorano alcune auto storiche, che sarebbero però difficilmente guidabili. Abbiamo quindi voluto rendere fruibili le macchine che continuano ad emozionare intere generazioni”, ha spiegato per esempio Carlo Borromeo, Direttore del Centro Stile del Garage Italia di Lapo Elkann. Con il progetto Icon-e, Garage Italia ha puntato sul cosiddetto restomod, attraverso il re-use e l’upcycling come temi centrali del progetto.
Ma la conversione all’elettrico più famosa resta quella della Jaguar E-type Roadster fornita al principe Harry per il suo matrimonio con Meghan dalla divisione Classic di Jaguar-Land Rover. L’auto è denominata Zero Concept ed è stata realizzata nel 2017 come esemplare unico partendo da una E-Type serie 1.5 del 1968. Il motore elettrico da 220 kW (pari a 295 Cv) si trova sotto al lungo cofano anteriore. Le batterie agli ioni di litio da 40 kWh assicurano circa 270 km di autonomia. La ricarica si effettua attraverso una presa di corrente nascosta da uno sportellino sul parafango posteriore, normalmente dedicato al serbatoio. Ma non bisogna pensare che il retrofit elettrico sia un capriccio riservato esclusivamente a principi o miliardari. Impegna in tutte il mondo persone che ricorrono alla conversione per continuare a far vivere vecchie auto a cui sono, per mille motivi, affezionati.
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