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Urso tifa per il nucleare: “Economico, zero emissioni”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Urso tifa per il nucleare di nuova generazione e incontra i principali player italiani: “Abbiamo imprese di prim’ordine e dobbiamo riaprire la strada”. 

L’incontro al ministero: Urso con i rappresentanti di Edison, Ansaldo Nucleare, Enea, Politecnico di Torino e Nomisma Energia

Urso tifa per il nucleare: la soluzione ideale

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha incontrato a Palazzo Piacentini una delegazione di Edison, Ansaldo Nucleare, Enea, Politecnico di Torino e Nomisma Energia. Oggetto del vertice: illustrare uno studio sull’energia nucleare di nuova generazione. Come indica una nota del Mimit, gli esperti hanno evidenziato la necessità di raggiungere gli obiettivi di completa decarbonizzazione al 2050. Attraverso un mix di fonti produttive che preveda anche la presenza di una quota di ‘energia termica’, sottolineando come il nucleare rappresenti la soluzione ideale. “Vogliamo essere al passo con gli altri paesi europei e assicurare costi energetici competitivi e approvvigionamenti alle industrie. Nei prossimi giorni sarò in Slovacchia all’inaugurazione del nuovo reattore della centrale di Mochovce, realizzato da Enel. Abbiamo imprese di prim’ordine in Italia e dobbiamo riaprire la strada al nucleare, che presenta elementi di maggiore sicurezza rispetto al passato. È economico e ha emissioni zero“, ha spiegato il ministro.

Foto dal sito ufficiale di NuScalepower.com

Negli Usa NuScale cancella la sua prima centrale commerciale

Ma in giro per il mondo non c’è tutto questo ottimismo. In particolare per le notizie in arrivo da NuScale Power, prima società ad aver ottenuto l’approvazione del Dipartimento dell’Energia americano per un progetto di reattore nucleare di piccole dimensioni. NuScale  ha cancellato la prevista costruzione della sua prima centrale commerciale, una Small Modular Reactor (Smr), per una utility elettrica dello Utah. Il motivo è legato all’aumento dei costi, con la fiammata dell’inflazione e dei tassi d’interesse, oltre che dei prezzi elettrici stimati per la generazione. Un mix di criticità che ha portato diversi potenziali clienti  a rinunciare al progetto. La notizia ha destato un certo scalpore anche in Europa, dato che la UE sembra intenzionata a puntare con decisione sulla tecnologia Smr.

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