Urso mette nel mirino anche Stellantis, dopo la UE. Al ministro del Made in Italy non va giù che il gruppo incassi incentivi per auto prodotte spesso all’estero.
Urso: in arrivo nuovi incentivi per favorire veicoli made in Italy
“I risultati di questi mesi ci dicono che gli incentivi finiscono in misura significativa alla grande azienda Stellantis per circa il 40%. Ma in gran parte per auto realizzate fuori dall’Italia“. A sorpresa Adolfo Urso ha aperto un nuovo fronte con il colosso che ha inghiottito anche i principali marchi italiani: Fiat, Alfa, Lancia e Maserati. Lo ha fatto rispondendo al question time nell’Aula del Senato. Urso ha ricordato che gli incentivi in questione sono quelli per le macchine tradizionali o ibride. Mentre “quelli sulle auto elettriche sono poco richiesti“, perché questo tipo di auto “continua a costare troppo caro in Italia“. In precedenza, in margine a un convegno di Federmanager sull’Automotive, il ministro aveva aggiunto che si sta valutando “come, da subito, modificare il meccanismo degli incentivi. In modo che, di fatto, in qualche misura, incentivino la produzione nazionale di autovetture“.
Gli incentivi verranno rivisti con impostazione più “sovranista”
La UE resta comunque nel mirino del nostro governo, per quel che riguarda l’annunciata fine della vendita delle auto benzina e diesel dal 2035. Urso è sicuro che, se la Commissione non lascerà il suo attuale “approccio ideologico“ sulla necessaria transizione dell’automotive, lo farà la prossima. Con nuovi vertici che si insedieranno con le elezioni europee del 2024, sulla base di maggioranze politiche nuove. “A quel punto, l’Italia ed altri paesi con cui condividiamo strategie potranno usare la clausola di revisione prevista, già ora, per il 2026“. Secondo il ministro l’Italia deve tutelare le sue filiere produttive, senza passare dalla padella alla brace. Ovvero dalla sudditanza alla Russia, con le sue risorse fossili, alla subordinazione alla Cina, con le materie prime e le terre rare utili alla transizione all’elettrico. Inoltre sul territorio, ha ricordato ancora il Ministro, ci sono solo 36mila colonnine di ricarica, rispetto alle 90mila dell’Olanda.