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Tu quoque Rampini a cavalcare l’onda anti-elettrico

Federico Rampini, scrittore, editorialista del Corriere, in tv con una trasmissione su La 7.

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Tu quoque Rampini a cavalcare l’onda anti-elettrico. Dopo l’ennesimo attacco di Corrado Formigli, ecco l’editorialista del Corriere (e conduttore tv su La 7), come ci segnala Luca. Vaielettrico risponde. Per le vostre mail: info@vaielettrico.it

Tu quoque Rampini, a favore dell’ibrido Toyota

“Vorrei un commento su questo video, che sul Corriere è introdotto da questo breve sunto: “Nella sua rubrica ‘Oriente Occidente’, Federico Rampini spiega il paradosso dell’auto elettrica, che di recente ha attirato le critiche degli ambientalisti più radicali.
Dietro i limiti già noti delle elettriche (costi elevati, autonomia insufficiente, rete di ricariche) si nasconde tuttavia il rischio di consegnarsi al monopolio cinese. Anche molti automobilisti meno avvezzi alle ideologie e più pragmatici si stanno disaffezionando alle elettriche. A spuntarla è la via di mezzo delle ibride, con Toyota in testa“.
Tutto è motivato dalle manifestazioni contro la Gigafactory tedesca di Tesla da parte di un gruppo di ambientalisti. Rampini vede questa protesta come una manifestazione contro l’auto elettrica. Mentre gli ambientalisti manifestano per i danni che la costruzione della fabbrica provoca in quell’area. Tra i quali l’abbattimento di ettari di bosco (sono previsti ampliamenti e ulteriori abbattimenti).
Gli ambientalisti sono contro i danni che l’impianto provoca indipendentemente da cosa produce, poteva trattarsi di carni in scatola o un sito dove si fanno auto a combustione.
La Toyota Yaris Hybrid.

Si agitano i soliti luoghi comuni contro l’elettrico e si elogia l’ibrido

Ma tant’è; per Rampini troppa è la voglia di accomunare la protesta alle auto elettriche in generale. Il discorso è poi condito da un cumulo di luoghi comuni già ritriti legati al problema ambientale per la produzione delle batterie per l’estrazione di litio, cobalto etc.
Con in più l’accusa alle elettriche di essere inquinanti per l’utilizzo delle plastiche, come se l’uso della plastica fosse una loro prerogativa. Rampini non poteva poi chiudere in bellezza senza elogiare Toyota e la sua ostinazione ad utilizzare le auto ibride. Ora, è chiaro che Toyota in questo momento sta godendo del favore delle vendite, ma anche un cieco vede che la tecnologia ibrida è una tecnologia di transizione. Per cui oggi Toyota vince, ma se non si sveglia a produrre auto elettriche più efficiente di quelle che ora sa fare perderà la guerra
In un articolo sul Fatto Quotidiano è scritto che l’auto elettrica è ‘una pistola puntata sul cuore dei petrolieri‘, disposti a tutto per influenzare l’opinione pubblica. Anche sfoderare lo spauracchio della Cina come monopolista delle materie prime e della tecnologia. Che siano arrivati a influenzare anche il Corriere?. Luca Sillari
La fabbrica Tesla di Grunheide, nel Brandeburgo, vicino a Berlino.

Tu quoque Rampini, a mischiare le carte…

Risposta. In questo momento sparare contro l’elettrico consente di fare ascolti e queste firme sembrano cavalcare l’onda senza tanti scrupoli. Anche a costo di mistificare quel che sta avvenendo nella vicenda della fabbrica Tesla di Grunheide. Dove non si discute appunto di quel che si produce, ma dell’opportunità o meno di ingrandire la fabbrica in una zona con particolari caratteristiche ambientali.
Chi conosce la Germania, sa che ci sono intere regioni brutalizzate da fabbriche gigantesche e un po’ stupisce vedere quel che sta succedendo con Tesla. Ma questo non vuole dire che l’ambiente vada brutalizzato una volta di più e, se l’ingrandimento va in questa direzione, va fermato o quantomeno limitato. Sperando che lo stessi trattamento venga riservato ai produttori tedeschi.
Quanto all’ibrido Toyota, ormai esistono innumerevoli ricerche indipendenti a dimostrare che l’elettrico nell’intero ciclo di vita, produzione compresa, è molto più sostenibile. Ma si fa finta di non saperlo. E qualcuno non lo sa davvero, perché c’è chi è molto bravo a mischiare le carte.
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