Il futuro della ricarica in Europa si chiama Ionity ed è la risposta delle big dell’auto tedesca all’ assalto della new entry americana Tesla.
Tesla, infatti, sta spostando il focus del suo brand dalla pura e semplice vettura (tra l’altro l’ultima arrivata Model 3 sta accusando problemi di produzione che ne ritarderanno l’arrivo sul mercato) a tutto quello che ci sta intorno: batterie, accumulatori domestici, pannelli fotovoltaici e stazioni di ricarica. La rete di ricarica non è un “di più”: insieme al veicolo, e più ancora del veicolo, è diventato l’elemento che può determinare il decollo dell’EV mobility. Tesla, con la sua rete proprietaria di oltre centocinquanta stazioni Superfastcharge in Europa (ricarica ultraveloce a 120 kW, un ventina di minuti per il “pieno” d’elettricità) sta ormai garantendo ai clienti la possibilità di viaggiare a lungo raggio per tutto il Continente.
Stazioni con le prestazioni annunciate implicano imponenti lavori di infrastrutturazione delle rete a monte, in pratica un impianto di alimentazione ad alta tensione dedicato, il che giustifica la stima del costo: 100 mila euro a stazione, per un totale di 40 milioni di euro a fine progetto. Le stazioni saranno interoperabili, quindi, a differenza di quelle Testa, aperte e compatibili con i veicoli di altri costruttori. Sul tema della rete paneuropea di ricarica, del resto, sono già impegnate numerose aziende mobilitate da Bruxelles nel progetto co-finanziato dalla Commissione Europea “Connecting Europe Facility”.