Il futuro della ricarica in Europa si chiama Ionity ed è la risposta delle big dell’auto tedesca all’ assalto della new entry americana Tesla.
Tesla, infatti, sta spostando il focus del suo brand dalla pura e semplice vettura (tra l’altro l’ultima arrivata Model 3 sta accusando problemi di produzione che ne ritarderanno l’arrivo sul mercato) a tutto quello che ci sta intorno: batterie, accumulatori domestici, pannelli fotovoltaici e stazioni di ricarica. La rete di ricarica non è un “di più”: insieme al veicolo, e più ancora del veicolo, è diventato l’elemento che può determinare il decollo dell’EV mobility. Tesla, con la sua rete proprietaria di oltre centocinquanta stazioni Superfastcharge in Europa (ricarica ultraveloce a 120 kW, un ventina di minuti per il “pieno” d’elettricità) sta ormai garantendo ai clienti la possibilità di viaggiare a lungo raggio per tutto il Continente.
Ora i concorrenti tedeschi (Bmw, Daimler, Ford, Volkswagen, Audi e Porsche) si mettono assieme per fare ancor meglio. Ionity, la joint venture costituita l’altro ieri, si è data l’obiettivo di costruire 400 stazioni di ricarica lungo tutte le principali direttrici di traffico a lunga percorrenza, e di costruirle ancora più performanti di quelle del concorrente americano: addirittura fino a 350 kW. Il che permetterebbe di accorciare i tempi di ricarica attorno ai 10 minuti per 270 km di autonomia. Si partirà con le prime 20 stazioni già entro quest’anno e il progetto sarà concluso entri il 2020, anno in cui tutte le case protagoniste dell’accordo avranno portato sul mercato le loro auto elettriche di nuova generazione, quelle, per intenderci, che dovranno veramente competere sui grandi numeri con le auto a motore termico.
Stazioni con le prestazioni annunciate implicano imponenti lavori di infrastrutturazione delle rete a monte, in pratica un impianto di alimentazione ad alta tensione dedicato, il che giustifica la stima del costo: 100 mila euro a stazione, per un totale di 40 milioni di euro a fine progetto. Le stazioni saranno interoperabili, quindi, a differenza di quelle Testa, aperte e compatibili con i veicoli di altri costruttori. Sul tema della rete paneuropea di ricarica, del resto, sono già impegnate numerose aziende mobilitate da Bruxelles nel progetto co-finanziato dalla Commissione Europea “Connecting Europe Facility”.
Enel e Verbund (principale utility austriaca) insieme ad alcuni dei principali costruttori mondiali come Renault, Nissan, ma anche BMW e Volkswagen Group Italia, ha appena avviato in quest’ambito il programma Eva+ che si propone di dotare l’asse che collega il Brennero alla Sicilia di 180 stazioni di ricarica a 50kW.