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La mia soluzione finale? Sostituzione rapida delle batterie

sostituzione rapida delle batterie

Una sostituzione di batterie scariche con altre cariche con un sistema automatizzato.

Antonio ripropone un vecchio tema, quello della sostituzione rapida delle batterie o battery swap. Cerchiamo allora di rifare il punto su questa tecnologia, con alcuni pregi e tanti difetti. E analizzare lo stato attuale dell’arte. Potete inviare le vostre domande a info@vaielettrico.it.

Il concept di una stazione di scambio rapido delle batterie proposta dalla cinese Nio.

Batterie standard e stazioni di scambio nei distributori

Vi scrivo perché stamattina mi sono imbattuto su un vostro articolo ed ho trovato il vostro indirizzo email e vorrei rappresentare a voi, che ve ne occupate, alcune mie considerazioni che mi sembrano ovvie ma di cui finora non trovo traccia tra chi se ne occupa o ne scrive.
Scusate, non vorrei sembrare polemico ma io non riesco a capire come mai, in questo mondo che si vorrebbe così tanto salvare dall’inquinamento, si investano tante energie e risorse per promuovere l’auto elettrica senza capire alcune cose che mi sembrano fondamentali per fare decollare il mercato.
1. Standardizzazione a livello globale con accordo tra le case automobilistiche delle dimensioni caratteristiche e sito di alloggiamento delle batterie sulle auto
2. Conversione/integrazione delle aree di servizio della rete stradale in stazioni di cambio batterie.
L’idea sarebbe questa:
Compro la mia auto senza batteria (a un prezzo migliore e quindi concorrenziale perché senza batteria) e la batteria la noleggio carica ogni volta che mi fermo alla stazione di servizio dove, con tempi di attesa minimi paragonabili ad un classico rifornimento o addirittura inferiori, sosto su una apposita pedana dove mi sfilano automaticamente la batteria esausta dal suo alloggiamento e infilano quella carica, (come sulle macchinine elettriche giocattolo di tanti anni fa’) pago con addebito in abbonamento sul conto in base ai km percorsi e riparto subito. Se si fosse fatto da subito così, l’auto elettrica credo sarebbe già realtà in tutto il mondo e si sarebbero anche salvati i posti di lavoro ed il servizio che svolgono le aree di servizio. Come si fa a non capirlo? Boh. Forse la solita speculazione o gli interessi, protezionismi e invidie tra le case produttrici? 
Basterebbero forse una o due case produttrici che si accordassero e lavorassero in questo senso e tutte le altre credo che seguirebbero. Grazie per il mio piccolo sfogo per ciò che mi sembra ovvio e che probabilmente in molti come me hanno già pensato da tanto tempo ma che sembra non sia stato preso per nulla in  considerazione da chi effettivamente si occupa della problematica, che invece si ostina a volerci fare comperare delle auto costosissime e a tempi di attesa ricarica lunghissimiAntonio Palmitesta

Sembra facile, ma non lo è: ecco perchè

Risponde Massimo Degli Esposti- L’idea della sostituzione rapida delle batterie non è nuova e Vaielettrico ne ha scritto moltissime volte, evidenziandone le potenzialità,  ma anche i numerosi problemi che finora ne hanno impedito la diffusione. In passato ci hanno  provato Renault in partnership con l’israeliana Better Place, Tesla e, ancora prima, all’inizio del 900, General Electric. I vantaggi, come giustamente sottolinea lei, sarebbero la rapidità del rifornimento, la possibilità di ricarica a bassa potenza in stazioni attrezzate e senza sovraccarichi per la rete elettrica, il minor costo per l’acquisto iniziale del veicolo senza batteria.

La sostituzione di una batteria carica con una scarica in una XEV YoYo

Le controindicazioni, però, sono molte e importanti.

-Le batterie dovrebbero essere standard e intercambiabili. Ma il volume, l’ingombro, il peso e il contenuto tecnologico della batteria deteminano e condizionano l’intero progetto del veicolo. E sono gran parte del valore di un’auto elettrica, uno degli elementi sui quali i costruttori puntano per deversificare la propria offerta. Inoltre sono sempre più spesso integrate al telaio dell’auto. Standardizzarle vorrebbe dire standardizzare l’intera automobile.

-Le stazioni di ricarica sarebbero vere e proprie officine, zeppe di dispositivi robottizzati per montaggio, smontaggio, movimentazione e stoccaggio delle batterie (oggetti, ricordiamolo, dal peso di alcune centinaia di kg e dal volume di un tavolo). Il costo e gli ingombri sarebbero tali da limitarne il numero. Impensabile, cioè, avere una rete capillare paragonabile a quella dei distributori di carburante (22 mila oggi in Italia) e quella delle attuali stazioni di ricarica (oltre 33 mila oggi, sempre in Italia).

Il pacco-batterie da 77 kWh nel sotto-scocca della Volkswagen ID.4.

-Per ogni auto elettrica circolante sarebbe necessario avere almeno una seconda batteria stoccata in ricarica. Significherebbe raddoppiare il numero di batterie, con relativi problemi di capitale immobilizzato e reperimento delle materie prime per costruirle

-I flussi di traffico non sono gli stessi in ogni stagione. Sarebbe quindi necessario movimentare migliaia e migliaia di batterie da una zona all’altra, per esempio dalle città alle località di villeggiatura in estate.

-I tempi di sostituzione automatizzata delle batterie non potranno mai scendere sotto i 2-3 minuti. Nel frattempo stanno scendendo rapidamente i tempi di ricarica: con le colonnine HPC stiamo arrivando a meno di 30 minuti. Basterebbe scendere ancora, diciamo a metà, per rendere irrilevante il vantaggio della sostituzione rapida.

Solo in Cina, con i “buoni auspici” del governo

Concludendo. La maggioranze dei costruttori ritiene non praticabile questa tecnologia. L’eccezione è la Cina, con l’esempio di NIO che già opera con oltre 1.000 stazioni in patria e con le prime stazioni in Europa (ma con scarso successo, qui). Ma in Cina la sostituzione rapida delle batterie fa parte di una scelta fortemente caldeggiate dal governo di Pechino, un governo che ha argomenti “molto convincenti” per mettere sotto pressione i costruttori. In Italia ha adottato questo sistema il gruppo Eni per la sua flotta di car sharing con il piccolo quadriciclo  YoYo Xev. Ma le sue batterie sono minuscole e si sostituiscono anche manualmente.

Discorso diverso per le due ruote e per alcune tipologie di flotte commerciali o mezzi speciali.

Le eccezioni: due ruote e flotte commerciali

Le due ruote si stanno effettivamente orientendo verso batterie standard intercambiabili. Utilizzano batterie di dimensioni e peso molto più ridotti, che si sfilano manualmente dal veicolo e sempre manualmente si possono depositare e prelevare da stazioni di scambio tipo self service. E’ il caso del costruttore di scooter taiwanese GoGoro e della stessa Kymco con il progetto Ionex. Progetti analoghi sono allo ostudio di due “cordate” di costruttori, comprendenti le big giapponesi e anche l’italiana Piaggio.

Per alcune flotte commerciali (furgoni, camion o macchine da cantiere) potrebbe premiare il fatto di viaggiare su percorsi standard, sempre uguali e sempre programmati in anticipo, serviti da poche stazioni di scambio in punto strategici del percorso oppure mobili da collocare sui luoghi di impiego.

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