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Salvini ministro alla Mobilità sostenibile

pesce d'aprile

Matteo Salvini, neo-ministro alle Infrastrutture e alla Mobilità Sostenibile.

Salvini ministro alla Mobilità sostenibile, oltre che alle Infrastrutture: Giorgia Meloni ha assegnato al capo della Lega il dicastero che si occupa dell’elettrico.

Salvini ministro alla Mobilità: non è un fan dell’elettrico…

Il governo è fatto (qui l’elenco completo dei ministri) e non si può dire che la Mobilità sostenibile sia andata a un tifoso dell’elettrico. Tanto per cominciare Salvini è un fiero oppositore del progetto europeo di vietare la vendita di auto termiche a partire dal 2035. Solo un mese fa parlando a Rivoli (Torino) di fronte a una platea zeppa di tute blu dell’ex Fiat, il leader della Lega non aveva usato mezzi termini: “I geni dell’Europa hanno approvato una norma che è una follia”, aveva tuonato. “Significa distruggere il settore dell’auto in Italia, significa licenziare a Torino per dare lavoro a Pechino”. Promettendo: “Se gli italiani ci daranno la forza di andare al governo, promuoveremo un bel referendum popolare per bloccare questa follia. Siano gli italiani a dire “sì” o “no” a un regalo alla Cina”. Ora al governo c’è e vedremo se si farà davvero questo singolare referendum popolare.

Il ministro Giancarlo Giorgetti: dal MISE all’Economia.

Ancora più freddo di Giorgetti verso le auto a batterie?

Del resto un po’ tutta la Lega è sempre stata molto tiepida (se non gelida) nei confronti della transizione all’elettrico. Il collega di partito di Salvini, Giancarlo Giorgetti (ora promosso all’Economia), ha sempre inserito anche le auto diesel e benzina negli incentivi, a differenza di quanto fatto negli altri principali Paesi europei. Negando all’auto a batterie qualsiasi precedenza, nel nome di un’asserita “neutralità tecnologica“. Porte aperte a tutte le soluzioni, dunque, compreso l’idrogeno, il metano e ancora benzina e gasolio. Probabile che Salvini, da ministro, accenti ancor di più questa politica, nel nome di un sovranismo industriale che non promette nulla di buono. E che rischia di relegare il mercato delle auto elettriche in Italia in una posizione ancor più marginale di quanto già non sia.

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