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Riciclo delle batterie al litio, scatta l’allarme

Riciclo delle batterie al litio

Riciclo delle batterie al litio, scatta l’allarme. L’Università di Birmingham in un nuovo rapporto mette in guardia dai pericoli di un approccio superficiale al problema. E il governo cinese emana nuove linee-guida per lo smaltimento degli accumulatori delle auto elettriche.

Riciclo delle batterie al litio, opportunità o disastro

Lo studio dell’università inglese ammette che le auto elettriche aiutano a combattere l’inquinamento. Ma aggiunge che i governi e l’industria devono agire ora per sviluppare un’efficiente catena del riciclo. Il rapporto è stato realizzato con altri due atenei, Newcastle e Leicester, e pubblicato nel 150° anniversario della prima uscita della rivista Nature. Il succo è che l’industria dell’auto è a un bivio. O si organizza in modo virtuoso e crea un business che consentirà di riutilizzare i metalli rari contenuti nelle batterie. O andrà incontro a un disastro ecologico che si ritorcerà come un boomerang sul settore.

Riciclo delle batterie al litio: i problemi da affrontare

Un grafico tratto dallo studio dell’Università di Birmingham sui problemi del riciclo

L’inerzia è il pericolo numero, il wait and see in questo caso non può funzionare. E le sfide principali sono state così sintetizzate:

La stretta del governo cinese

Il Ministero dell’Industria cinese, in realtà, non ha fatto che chiarire i dettagli applicativi di una normativa emanata già nel febbraio 2018 (guarda questo articolo). Con una serie di prescrizioni che rischiano di creare un’ulteriore selezione tra le decine di fabbricanti locali di auto elettriche. In pratica si prevedono due tipi di strutture di recupero: piccoli impianti, da 5 tonnellate, come centri di raccolta iniziali; e impianti da 30 tonnellate per operazioni di più lungo termine. Quando un costruttore vende più di 8 mila veicoli elettrici all’anno in una Regione, deve costruire lì un impianto da 30 tonnellate. A meno che ne esiste già uno con la necessaria capienza e gli standard di sicurezza ora prescritti.  Gli impianti già esistenti, comunque, hanno sei mesi di tempo per adeguarsi alla nuova normativa sulla sicurezza. Le batterie in questi centri verranno raccolte, smistate e imballate, ma non smantellate. Le celle non vengono aperte, se non in caso di ispezione. Ma viene effettuato un inventario tempestivamente aggiornato e comunicato on line al ministero. In pratica sono dei grandi centri di raccolta per evitare che le batterie vengono smaltite illegalmente. Ed è evidente la volontà del governo di tenere il polso della situazione. Si tratta comunque di un investimento che graverà sui bilanci delle aziende cinesi che costruiscono auto elettriche. Aziende già stressate dall’imminente fine degli incentivi. E, per le meno attrezzate, potrebbe essere il colpo finale.

— Leggi anche / Il Nobel per la chimica dice: il futuro è delle batterie al litio. E qui: così nascono le batterie in casa VW.

 

 

 

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