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Ricarica privata, la “bella dimenticata” in Legge di Bilancio

ricarica privata

Volkswagen chiede di aumentare gli incentivi anche per la ricarica, pubblica e privata.

La Legge di Bilancio ignora il tema chiave della ricarica privata, a casa e in azienda. Il governo mette al bando le auto termiche dal 2035, ma non si preoccupa di sostenere l’ecosistema dell’auto elettrica che le sostituirà. La Legge di Bilancio, infatti, non proroga il credito d’imposta del 50% sulle spese di installazione delle wall box. Non interviene poi per facilitarne l’adozione generalizzata nei box condominiali. Non prevede nessun intervento per incentivare la conversione delle flotte aziendali.

Questi tre punti sono oggetto di precise proposte avanzate dal mondo dell’auto. Però nessuna è entrate nel documento ora in aula. Lo sottolinea, e se ne lamenta, una nota congiunta delle associazioni MOTUS-E e ANFIA. Complessivamente parliamo di una filiera di  5.546 imprese. Di 278.000 addetti diretti e indiretti (più del 7% degli occupati del settore manifatturiero italiano). Il fatturato è di  106,1 miliardi di euro, pari al 6,2% del PIL italiano. Il prelievo fiscale sulla motorizzazione ammonta a 76,3 miliardi di euro.

Un Pod unico condominiale per la ricarica

La  spinta verso la mobilità a bassissime emissioni, si legge nel comunicato, «oltre che dell’elettrificazione dell’autoveicolo e delle misure di sostegno alla domanda, necessita di un’adeguata rete infrastrutturale di ricarica, diffusa sul territorio, sia di tipo pubblico che di tipo privato». Condizione imprescindibile, questa, per «abilitare la diffusione della mobilità a impatto zero».

Tra le misure proposte figurava per esempio un incentivo all’installazione di un POD unico condominiale che semplificasse le approvazioni assembleari e consentisse facilmente ed in sicurezza ai singoli condomini l’accesso ad un proprio punto di ricarica. Abbiamo detto della mancata proroga del credito d’imposta al 50% sulle wall box, in scadenza a fine anno, che coprirebbe la larga maggioranza di utilizzatori di auto elettriche che non accederanno al “superbonus 110%”.

Auto aziendali, una regola per i rimborsi

Un’altra misura, a costo zero per l’Erario, sarebbe la diffusione di policy aziendali per il rimborso della ricarica domestica effettuata dai dipendenti, dotati di vettura elettrificata aziendale o propria. È noto infatti, sottolineano MOTUS-E e ANFIA, che le autovetture aziendali, sono sempre in anticipo sugli altri segmenti nel rinnovo e nello sviluppo di mercato delle nuove tecnologie.

Una diffusione più capillare e diffusa della ricarica domestica e in ambito aziendale, inoltre «garantirebbe ai CPO (Charging Point Operators) una più facile identificazione delle aree idonee a pianificare efficientemente le potenze da installare».

All’estero i piani per la ricarica privata sono già realtà

La mancanza di un piano per lo sviluppo della ricarica in ambienti privati, lamentano le due associazioni «mette l’Italia in una posizione di svantaggio competitivo in termini sia di sviluppo del mercato, sia di crescita della filiera industriale collegata, rispetto agli altri maggiori Paesi europei». In Francia e Germania, per esempio, i piani per la rete di ricarica privata sono stati da tempo annunciati o già in attuazione.

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