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Quelli che… l’elettrica la voglio utilizzare come una termica…”

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Quelli che “l’auto elettrica  la voglio utilizzare come una termica…”. Fingiamo per un momento che l’umanità avesse sempre utilizzato veicoli 100% elettrici. E che un bel giorno un geniale innovatore  riesca a realizzare un veicolo a motore termico straordinario, con efficienza superiore a quello elettrico,  spinto da un carburante sintetico totalmente green, inesauribile e a costi contenuti. Bene, a questo punto, la tendenza sarebbe naturalmente quella di voler convertire al termico un’immensa flotta di vetusti veicoli elettrici.

Comprerò una termica quando mi porteranno il gasolio a casa!

Ma le persone sarebbero disponibili al cambiamento? Accetterebbero per esempio di rinunciare all’abitudine di ricaricare comodamente la propria auto a casa? Capirebbero perché sia preferibile un’auto termica che li costringe ad andarsi a rifornire presso una pompa di carburante? Sarebbero disposte  a sporcarsi le mani con un liquido maleodorante e untuoso?

Probabilmente direbbero: “Comprerò un’auto termica quando l’infrastruttura di distribuzione del carburante sarà abbastanza capillare da farmelo arrivare in garage“. Senza rendersi conto che sarebbe una grossa forzatura aspirare a questo. La cosa più normale per le auto termiche è quella di rifornirsi alla pompa. Impegnarsi a costruire una rete di distribuzione domestica del nuovo carburante sarebbe costosissimo, pericoloso, devastante per le città e quindi totalmente insensato.

Fine della fiction: essere nostalgici ci rende ciechi

Le nuove colonnine Ionity, le HPC, fino a 350 kW di potenza. Sono alte 2,60 metri.

Fine delle finzione. La storia, come sappiamo, è andata diversamente e ha voluto un’affermazione prima delle termiche e, nel prossimo futuro, ci auguriamo, delle elettriche. Bene, se ci pensate, aspirare oggi ad auto elettriche con 1000 km di autonomia e che si ricaricano in pochi minuti è un po’ come, nella realtà immaginaria sopra descritta, sperare in auto termiche da poter rifornire nel garage di casa.

L’auto elettrica è radicalmente diversa da quella endotermica. Fa un uso estremamente più efficiente dell’energia, è meno inquinante, più performante, confortevole ed economica. Ma, come qualsiasi tecnologia, ha delle caratteristiche proprie. E solo se impariamo a scoprirle le possiamo valorizzare.

Se invece vogliamo a tutti i costi che questa nuova tecnologia assomigli il più possibile a quella che abbiamo utilizzato fino a ieri, rischiamo delle forzature inutilmente costose e impegnative da raggiungere. Rischiamo di non vedere i vantaggi dell’elettrico sul termico, ma solo i limiti. Limiti che, se comprendiamo le caratteristiche dell’elettrico, spariscono del tutto, o quasi. O, quel che è peggio, rischiamo di rallentare o bloccare l’evoluzione stessa di un prodotto che potrebbe invece rivelarsi eccezionale.

Quelli che “l’auto elettrica prima o poi si ricaricherà in pochi minuti”…

Forse in futuro avremo batterie più leggere e compatte o persino strutturali, e magari potremo ricaricarle in pochi minuti, esattamente come facciamo oggi con la nostra auto termica. Forse le elettriche di domani saranno effettivamente più simili alle termiche nelle modalità di utilizzo.

Ma se vogliamo che esistano delle auto elettriche domani, forse dovremmo iniziare a utilizzare quelle di oggi partendo da cosa possono darci e non da quanto ci aspettiamo che somiglino a quanto conosciamo già. Se penso alla mia elettrica alla colonnina di ricarica ultra fast, è estremamente più lenta a rifornirsi di quanto non lo sia una termica alla pompa. Ma se la penso alla wallbox di casa mentre dormo la notte, o alla colonnina pubblica mentre sono a cena la sera, allora scopro che può essere persino più veloce e certamente più economica.

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