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Quel che non capisce il Wall Street Journal dell’elettrico

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Quel che non capisce il Wall Street Journal dell’elettrico. Il quotidiano americano sostiene che l’EV non è tra le priorità su cui puntare per salvare il pianeta.

Quel che non capisce…./ L’accusa di “giocherellare coi numeri”, citando poi fonti discutibili

Il titolo dell’articolo pubblicato dal Wall Street Journal: Biden vien accusato di ingenuità.

L’articolo è firmato da Holman W. Jenkins ed è stato rilanciato in Italia da Milano Finanza. Chiarisce subito qual è il punto di vista: “L’amministrazione di Joe Biden punterà molto sulle auto elettriche (EV), il modo più popolare e meno utile per combattere il cambiamento climatico”. Dopo di che snocciola una serie di dati per dimostrare che l’impatto dei trasporti sull’inquinamento globale è trascurabile. Accusando chi propugna la mobilità elettrica di “giocherellare con i numeri“. Tra le fonti citate, molte non sono proprio imparziali. È noto che la Environmental Protection Agency (EPA, l’agenzia ambientale americana) è stata presa in scacco da Donald Trump, che ha piazzato al vertice un manipolo di negazionisti dei cambiamenti climatici. E un’altra fonte, la Exxon Mobil (la Esso), non può essere certe considerata un esempio di obiettività, visti i miliardi di dollari accumulati col petrolio.

Quel che non capisce…/ I soliti cavalli di battaglia

Qual è la sconcertante previsione della Exxon? Che se tutte le nuove auto fossero elettriche entro il 2025, e l’intera flotta mondiale lo fosse entro il 2040, la domanda di carburanti liquidi nel 2040 sarebbe uguale al 2013. Difficile leggere stime più strampalate di questa. Dopo di che si rispolverano vecchi cavalli di battaglia anti-elettrico, come se fossero rilevazioni scioccanti. Tipo: “Pochi ne parlano, ma anche l’estrazione di minerali legati alle batterie genera emissioni. Un’elettrica in garage, che non consuma benzina, ma continua a succhiare energia da una presa a muro, alla fine dei conti può essere un contributore netto di emissioni”. Cosa arcinota, così come è arcinoto che, almeno in un continente decisamente più virtuoso degli Usa come l’Europa, il bilancio finale è comunque a favore dell’elettrico. E poi c’è la questione, anche questa arcinota, di Tesla che fa profitti anche “grazie agli eco-crediti fiscali rivenduti ai produttori di auto convenzionali“.

Nel mirino anche il “doppio gioco della Norvegia”

Il comico Will Ferrell nello spot prodotto da GM per il Super Bowl

Non manca l’ironia finale per lo spot confezionato dalla General Motors per il Super Bowl, con Will Ferrell come protagonista. Si vede lo scroccato protagonista. Si vede lo sciroccato protagonista partire infuriato con la Norvegia, avendo scoperto che laggiù ci sono molte  auto elettriche che negli Stati Uniti. Un delitto di lesa maestà che va punito…Ma da dove arriva il primato del Paese scandinavo? “I norvegesi sono appassionati acquirenti di veicoli elettrici perché i politici li riempiono di elargizioni fiscali, parcheggi gratuiti, pedaggi a metà prezzo e persino ricariche gratuite… “, scrive il Wall Street Journal. “Queste indulgenze come sono finanziate? La piccola Norvegia, con lo 0,07% della popolazione del pianeta, esporta il 3% del petrolio mondiale e il 14% del gas naturale. Conclusione, che non riguarda solo la Norvegia, ma tutti gli aiuti all’auto elettrica: “La politica di questi sussidi quasi sicuramente assorbirà tutto al posto delle cose che potrebbero effettivamente fare la differenza, come una carbon tax”.

L’elettrico è molto più di un nuovo motore nel cofano

Quel che non capisce il Wall Street Journal, secondo noi, è che il contributo che l’auto elettrica può dare va molto al di là di un calcolo da ragioniere sulle emissioni. Calcolo che peraltro, se fatto con gli occhi di un americano, è viziato dalla visione di un Paese che ha fatto delle fonti fossili un pilastro della propria economia. Anche per la produzione di energia. L’auto elettrica è molto di più: è una molla preziosa per indurre tutti noi a ripensare il rapporto con l’energia che consumiamo. A come questa energia viene prodotta, alla possibilità che siamo noi stessi a farlo e a come arrivare a consumarne di meno. Basti pensare all’enorme sforzo che le Case auto sono costrette a fare per progettare modelli molto più efficienti, per peso e aerodinamica. E a quanti di noi hanno fatto seguire all’acquisto dell’auto elettrica un ragionamento sul come e dove piazzare i pannelli fotovoltaici sul tetto di casa. Non parlo di super-ingegneri, ma di persone normalissime che a stento sapevano la differenza tra kW e kWh. E iniziano a ragionare anche di quanto consumano in casa, in azienda…

 

 

 

 

 

 

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