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Musk fa profitti con le…disgrazie altrui, che scoperta

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Il segreto di Pulcinella di Elon Musk: i profitti di Tesla arrivano anche dalla vendita di "crediti verdi".

Musk fa profitti con le disgrazie altrui, vendendo “crediti verdi” ad azienda che non centrano i limiti sulle emissioni. Tra cui FCA. Non è una gran scoperta. E c’è di più…

Musk fa profitti vendendo crediti a chi inquina troppo…

Ha destato un certo scalpore un articolo pubblicato lunedì sul sito della CNN, che svela quello che in realtà è il segreto di Pulcinella. Ovvero che se i bilanci di Tesla chiudono in utile, si deve non tanto dai margini di guadagno sulla vendita di auto, ma in quella di “crediti verdi” accumulati vendendo solo auto elettriche. Ovvero veicoli che, secondo la normativa UE, sono ritenuti a emissioni zero e quindi sono molto al di sotto dei limiti massimi di emissioni di Co2.

musk fa profitti
Il titolo dell’articolo uscito sull’edizione on-line della CNN sul presunto “segreto” di Musk.

Ma il titolo della CNN è piuttosto malandrino: “Tesla’s dirty little secret: Its net profit doesn’t come from selling cars”. Ovvero: “Il piccolo sporco segreto di Tesla: i suoi profitti netti non vendono dalla vendita di auto”.  Spiega poi il giornalista Chris Isidore:È un business redditizio per Tesla: ha portato 3,3 miliardi di dollari nel corso degli ultimi cinque anni, quasi la metà solo nel 2020. Gli 1,6 miliardi di crediti incassati l’anno scorso hanno superato di gran lunga l’utile netto di Tesla, 721 milioni”.

…e ora incasserà soldi anche dalla UE, direttamente

musk fa profitti

Non si crea dal niente un’azienda che l’anno scorso ha venduto mezzo milione di macchine (piuttosto costose) vivendo sulla luna. Bisogna essere anche piuttosto scafati, oltre che dei geniali innovatori.  E Musk è uno che la sa lunga: pochi come lui sono capaci di rastrellare finanziamenti per progetti che tutti davano per fallimentare, come Tesla. E pochi come lui sanno trarre profitto da tutte le situazioni possibili. Facciamo un altro esempio, a vantaggio dei suoi (tanti) detrattori. La Commissione europea ha da poco approvato un secondo progetto, IPCEI, per sostenere la ricerca e l’innovazione nella catena del valore delle batterie. Diverse aziende tedesche, francesi, italiane ecc.(42 in tutto) ne trarranno vantaggio, ma tra chi incasserà i solidi c’è anche indovinate chi? Tesla, grazie alla nuova fabbrica in Germania. E pare per una cifra consistente. In ballo ci sono finanziamenti per 2,9 miliardi di euro, anche per BMW, FCA, Northvolt, ecc. Così fan tutti, nel mondo automotive, i soldi non arrivano solo vendendo auto. E Musk ha imparato in fretta.

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42 COMMENTI

  1. Appunto. Come tutte le aziende di musk, anche tesla è unìazienda sussidiata dallo stato. Da sola non è in grado di stare sul mercato. Ci resta solo perchè piglia soldi dalla politica. E per favore, finamola con questa ridicola retorica “Tesla fa utili”. ma quali utili? Ci hann opompato dentro 12 miliardi di dollari e ancora non sta in piedi da sola vendendo automobili. Non fateci ridere, dai.

      • Il grosso del mercato tesla lo ha fatto nei mercati sussidiati (California e Finlandia). In tutti gli altri paesi comunque la vendita delle auto elettriche è pesantemente sussidiata dallo stato (Italia compresa). Gli investitori hanno immesso nelle casse di tesla quasi 13 miliardi di dollari a tutt’oggi. Cosa non le è chiaro?

        • Gli investitori ci hanno messo i loro soldi. Non 13 miliardi, ma alcune centinaia come dimostra la capitalizzzione di Borsa. E’ evidente che c’è gente che la pensa diversamente da lei. (forse confonde la Finlandia con la Norvegia)

  2. Lei ha travisato il senso dell’articolo CNN o ha voluto sorvolare.
    Il fatto è che Tesla industrialmente produce auto in perdita. Di per sé non è un modello di business profittevole. È solo grazie ai crediti verdi ( che però sono destinati a scomparire) ha ottenuto un modesto utile.

  3. Quando tutti faranno auto elettriche, Tesla farà anche altro, che gli permetterà di andare oltre…l’auto sta aprendo un futuro diverso anche su altri campi.

    • Il sistema dei crediti verdi sta in piadi da anni, in tutti i settori e in tutta Europa. E ha prodotto un abbattimento delle emissioni del 20%, in linea con gli obiettivi del protocollo di Kyoto recepiti nel programma Europa 20-20

      • Si ma i più grandi traders sono i produttori di corrente.
        Certi settori, non possono abbattere le emissioni oltre una certa soglia. Un esempio, l’industria ceramica. Una volta messo un impianto di cogenerazione (che costa un paio di milioni) non puoi fare altro, e visto che le piastrelle le fai a 1200 gradi, sempre metano devi bruciare.

        • In realtà ci possono essere metodi anche per abbattere quelle emissioni. Certo la strada è lunga. Anche per gli EV, inutile nasconderlo. Ci vorrà una decade prima di avere esclusivamente auto elettriche, forse anche qualche anno in più se le lobby saranno davvero in grande pericolo.

  4. L’emission trading sistem funziona uguale in ogni settore.
    Io lavoro in un comparto in cui il benchmark di settore ci dava 25 Milà quote gratuite. Essendo piccoli emettitori, ogni anno vediamo sul mercato le quote non usate.
    Tesla fa uguale perché al momento non ha batterie prodotte in Europa, e quindi non paga quote per attività di processo.
    Ma non appena le sue gigafactory europee saranno attive, non avrà modo di vedere i crediti agli altri e dovrà usarle per se stessa. Seguo la pratica Era dove lavoro, la conosco bene, redigendola ogni anno per l azienda.

  5. La colpa o il merito è il sistema dei crediti “verdi” cedibili e il modo con cui si calcolano.. ergo la baracca si erige su un fondamento: costruire batterie non porta ad emissioni di co2 locale , quindi non interessa nel computo, inoltre utilizzare lauto a batteria non fa emettere co2 locale quindi non entra nel computo.. se qualcuno dovesse cambiare questi assiomi assurdi tutto sarebbe diverso..

    • È assolutamente vero, se cambiano gli schemi sugli incentivi cambia tutto. Ma non solo non si intravedono cambiamenti, ma si programmano emissioni in fase di omologa in continuo calo.
      Sarà sempre più difficile coi motori a combustione centrare quei target. E infatti i costruttori convertono le fabbriche, spingono l’ibrido o le EV e dimettono la ricerca sul diesel.
      I segnali sono evidenti, non c’è altra strada

      • E’ dal 2005 che i costruttori di ICE sanno che il motore diesel sarebbe morto principalmente perché per limitare le emissioni si sarebbero dovuti investire parecchi miliardi di euro; quindi possiamo affermare che Elon o non Elon il diesel eppoi gli ICE sarebbero spariti: Elon ha solo fatto vedere che lo si poteva fare a quelli che non ci credevano.

        • È il suo grande merito. Gli altri rincorrono, alcuni (toyota, BMW) nicchia o o cercano strategie più creative.

  6. Lo scrissi, o se lo scrissi tempo fa, ma quasi nessuno mi dette credito. Non è la prima volta, o voi amanti del nuovo, del progresso, della novità e del cambiamento, capaci di vedere l’orizzonte ma perdendovi nella realtà attuale. Mi ricordo l’articolo “e adesso cosa succederà a Tesla?”, scrissi che l’azienda è poggiata sul nulla, sul niente, non ha certezze. Tesla vuole crescere e per questo ha bisogno investimenti, ingenti investimenti e capacità produttiva, ma i soldi per poter finanziare tutto questo arrivano da altre case automobilistiche e non dalle proprie vendite, questi dovrebbe far riflettere, molto. La FCA ha pagato miliardi? Sì, ma se la 500e dovesse avere un buon successo, se le vendite delle ibride della Jeep abbasseranno la media e non bisognerà più ricorrere a questi trucchetti? Tesla tutt’un tratto vedrebbe volatilizzarsi miliardi che le servono come il pane. La giga factory di Berlino è cruciale per la casa californiana, ma è stata finanziata solo grazie ai crediti verdi…se le altre case aumenteranno le loro vendite di elettriche Tesla si troverà in mezzo ad una morsa: da una parte minori ricavi dalla vendita di crediti verdi, dall’altra quote di mercato in discesa per l’entrata di nuovi concorrenti.

    Chi vivrà, vedrà…. Ma attenzione, la realtà è quella attuale, non quella futura, le cose vanno viste con i piedi a terra.

    • Magari gai ragione tu. Io però ho visto il loro bilancio e hanno venduto per 10,7 miliardi di dollari. Dire che è poggiata sul nulla mi pare parecchio azzardato. Avendo previsto gli incassi dai crediti verdi, hanno potuto costruire 2 fabbriche quest’anno, invece di limitarsi a una.

      • È “poggiata sul nulla” perché togliendo gli incassi dei crediti sarebbe per l’ennesimo anno in rosso e per i prossimi anni avranno ulteriori 2 fabbriche che produrranno maggiori auto, ma chissà se le unità prodotte riusciranno a pareggiare gli investimenti necessari a costruirle, visto che le giga già attive ancora non sono state ripagate. In previsione, considerando la crescente concorrenza e la minore necessità delle altre case di ricorrere ai crediti verdi direi che è un bell’azzardo quello intrapreso dalla casa americana.

        • Tu consideri l’arrivo della concorrenza come un pericolo per le vendite di tesla. Invece è il mercato delle auto a combustione quello che cala e la torta per i produttori EV si allarga. È già stato così negli ultimi anni, non è una novità.
          Tesla reinveste forte per diventare numero 1 del mercato. Finora ha avuto ragione. Di questo passo sono i costruttori tradizionali a rischiare, visti i loro debiti.
          Tesla siede su parecchi miliardi di cash. Pure a non vendere 1 milione di auto nel 2021 non avrebbe problemi.

          • In questo la Norvegia, che è un mercato molto drogato che di solito non si presta molto bene ad analisi finanziare, può dare un’idea di quello che potrebbe avvenire. Le vendite di Tesla nel paese scandinavo sono diminuite molto con l’arrivo di Id3 ed Etron, non certo i prodotti migliori in vendita; e lo stesso è avvenuto in Olanda, altro paese in cui si spinge molto sull’elettrico. Le persone potrebbero semplicemente comprare Tesla perché è il prodotto migliore, ma visto che non siamo esattamente Homo Economicus non sempre scegliamo la soluzione migliore. Se avverrà la stessa cosa anche in altri mercati significa che l’arrivo della concorrenza è veramente un possibile bastone tra le ruote di Tesla; che siede su cash che non è in grado di generare da sola. Dovesse subire una grossa scossa il mercato azionario o dovesse accadere che gli azionisti perdono la fiducia la casa californiana si troverebbe con il sedere per terra; mentre le case tradizionali hanno meno capitalizzazione, ma dispongono di liquidità derivata dalla vendita dei loro prodotti, una bella differenza.

          • E’ il mercato bellezza. A noi interessa la mobilità elettrica, non il patromonio di Elom Musk

          • GR, non insistere. VW, Ford, GM ecc siedono tutti su una pila di debiti enorme. Tesla ha azzerato il debito invece. E ti ripeto, ha molto cash. Significa che può pagarsi le prossime 2 fabbriche (non quelle in costruzione, le prossime) senza fare debiti, se vuole.
            La quota di vendite di tesla scenderà inevitabilmente con l’arrivo della concorrenza, ma il venduto è in continuo aumento. Quest’anno puntano al raddoppio.

    • Il suo ragionamento, in parte condivisibile, dimostra quanto sia stata efficace la politica dei crediti verdi per innescare una corsa industriale e tecnologica verso le auto meno inquinanti. Che poi le produca Tesla, Fiat o Volkswagen poco importa a tutti noi che abbiamo l’ obiettivo comune di ridurre le emissioni e decarbonizzazare l’economia.

    • Sarà interessante vedere se e come evolverà la situazione. Sicuro tutti i produttori dovranno arrivare a produrre solo elettrico e chissà se nel mentre Tesla sarà diventata la numero uno assoluta o meno. È partita con un enorme vantaggio, vedremo se le basterà.

      Come già detto prima di me: per fortuna c’è una politica che decide e indirizza (in questo caso fa bene e potrebbe fare di più, in altri casi invece no, ma è un altro discorso questo)

  7. Il dramma e’ che Tesla non trae profitto da ciò che vende perché se sta in piedi con questo giochino vedrete che tra un po’ torniamo al 29 quando delle compagnie ferroviarie di cento ne resto’ solo una….

    • Però tesla ha in costruzione 2 fabbriche. Sapeva che avrebbe incassato dalla vendita di crediti verdi e si è potuta permettere di fare questa mossa. Non credi che in mancanza di quegli introiti previsti ne avrebbe costruita solo una? O avrebbe rallentato la costruzione per spalmare i costi su 2 anni invece che 1?
      Non ci vuole un genio mi pare a capire come funziona questo flusso di cassa.
      Ps: mi pare che ogni fabbrica gli sia costata intorno ai 2 miliardi. Qualcuno ha il dato?

    • Non ci si ricorda mai che Tesla ha anche installato la SUA rete di rifornimenti in tutto il mondo e questa rete, come la considerate? Per me investimento.

  8. Stando così le cose, con l’attuale tecnologia, in un futuro prossimo si valuterà anche la sostenibilità della macchina in funzione della CO2 prodotta dalla nascita alla morte dell’auto. In questo senso la Mazda con la MX-30 è stata lungimirante. Credo che alla fine il cliente finale dovrà accettare dei compromessi sulla usabilità del prodotto automobile.

    • Bene, così sarà la morte per le auto con motore a scoppio. Se calcoliamo quanta CO2 si produce per tutto il carburante che una ICE consuma nell’arco della sua vita, arrivano nu eri molto grossi.

      Ciao

      • Il guaio è che anche alcune elettriche un po’ sovradimensionate per andare incontro ai desiderata del pubblico non sono poi così CO2 sostenibili!

          • Quelle per esempio che hanno un “costo” di produzione in CO2 elevato (perché prodotti in paesi dove il mix energetico non è così environmental friendly), e contemporaneamente non riescono a smaltire questa CO2 con determinate percorrenze kilometriche. Ti ricordo che non sto parlando della mia o della la tua percorrenza, ma di quella media della popolazione di un continente.

    • Se ti sembra così “usabile” un’auto di quel segmento con 150 km effettivi di range… che costa ben più di citycar con percorrenza più che doppia.

      • Allo stato attuale della tecnologia, se si vogliono salvare capra e cavoli, cioè mantenere una linea decisa e coerente sulla via dell’economia circolare, quella di Mazda è la soluzione meno ipocrita. Non guardare a stati come l’Italia che purtroppo ha un deficit infrastrutturale notevole (sistemi ferroviari in primis). In paesi che godono di una programmazione più “efficiente” quella autonomia basta e avanza. Quello che voglio dire, e che, in futuro, purtroppo, su molti aspetti dovremo fare grossi sacrifici se vorremo mantenere un equilibrio ambientale. Ovviamente c’è la speranza che la tecnologia evolva.

  9. NON entro nel merito di quanta co2 in più o in meno una Tesla produce, non mi interessa (facciamo che la Tesla produce un decimo della co2 rispetto agli altri, così non mi stressate): sto entrando nel merito che oggi quella co2 è calcolata pari a 0 e non al suo valore reale. Tutto qui. Non c’è alcun criterio meritocratico, la vendita di una Tesla Plaid+ con batteria gigantesca dà diritto allo stesso credito verde di una Mitsubishi i-Miev con batteria da smartwatch. E se un’azienda decide di fare tutto green e di arrivare alla co2 neutrality sono previsti gli stessi crediti di chi produce in Cina. E i crediti verdi (un’invenzione della politica e non una legge di mercato) non sembrano proprio un aiutino-ino-ino alle aziende ma arrivano a costituire – nel caso di Tesla – un introito pari ad oltre il doppio del fatturato reale.

  10. Si ma oltre tutto, se gli altri sono costretti a comprare da Tesla i crediti è perche ha investito tantissimo nello sviluppo a differenza degli altri. Quindi ha speso parecchio per arrivare dov è ora … casomai in difetto sono gli altri che non hanno investito prima.

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