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Non è il reddito degli italiani a frenare l’auto elettrica

reddito degli italiani

Scrive Marco: non è il basso reddito degli italiani l’ostacolo principale alla diffusione dell’auto elettrica, ma l’ignoranza e la cattiva informazione. Ce lo dimostra raffrontando le vendite, in Italia e in Francia, della più economica delle elettriche, la Dacia Spring. Inviate quesiti e osservaioni a info@vaielettrico.it.

La Dacia Spring (a destra) è l’alternativa in elettrico più economica alla Panda

La prova del nove? Le vendite di Dacia Spring

Seguo sempre i vostri articoli, nonché i commenti di molti utenti che frequentano il vostro sito. Ci sono state spesso discussioni sul perché in Italia si vendono poche auto elettriche. Le ragioni più indicate sono i nostri stipendi rimasti al palo, che ormai non reggono la crescente inflazione, nonché il divario eccessivo di prezzo tra auto elettriche ed i modelli a benzina nei segmenti A, B e C.

Mi sono domandato: sono veramente queste le ragioni principali per cui non si vendono tante auto elettriche? Prendiamo ad esempio il modello elettrico più economico la Dacia Spring e l’auto più venduta in Italia la Panda.

Non ho scelto a caso la Dacia Spring, perché è l’auto che posseggo proprio rottamando una Panda. La Dacia con gli incentivi per la rottamazione costa quanto una Panda nuova.

In Italia a settembre sono state vendute 8.542 Fiat Panda Ibride, diventando l’auto ibrida più venduta a settembre mentre la Dacia Spring non compare neppure tra le prime 10 auto elettriche più vendute. Il decimo modello elettrico più venduto in Italia è la Bmw iX1 con 135 esemplari.

Raffrontiamo questi dati con i nostri cugini transalpini; nell’esagono sono state vendute a settembre 2.514 Dacia Spring, risultando la terza auto elettrica più venduta. In Italia a settembre sono stati venduti 4.992 modelli elettrici, in Francia invece un’auto su cinque nuova è elettrica e l’auto elettrica più economica da sola vende più della metà di tutte le auto elettriche vendute in Italia.

No laurea, no antidoti alle fake news

Certo il reddito pro capite degli italiani è più basso di quello dei francesi, ma questo divario non riesce a spiegare perché in Italia si vendono 8.542 Panda Ibride, mentre la Dacia Spring non compare neppure tra le dieci auto elettriche più vendute e sicuramente avrà venduto meno dei miseri 135 esemplari della Bmw Ix1.

L’apertura dell’articolo in cui Panorama definisce l’auto elettrica un bluff

In Italia girano tante notizie false sul mondo dell’auto elettrica, queste vengono spesso diramate dai media ufficiali: televisione e giornali. L’Italia in base ai dati Ocse è posizionata solamente al 41° posto per la libertà di stampa, insomma molti giornalisti piuttosto che darci informazioni cercano di influenzarci.

Fornisco un ultimo dato: in Italia ci sono meno laureati rispetto alla media europea sono solo il 26.8% dei giovani tra i 30 e 34 anni rispetto al 41.6% della media europea (dati Istat). Allora mi domando, non è che in Italia si vendono poche auto elettriche, perché ci lasciamo facilmente influenzare dai media, considerando il nostro basso tasso di istruzione?„ Marco DI PAOLA

Caro Marco, ci pernetta di dissentire (a metà)

Risposta- Caro Marco, sono in gran parte d’accordo con quello che  scrive, ma non con l’ultima considerazione riguardo al presunto legame fra livello di istruzione e “immunità” alle fake news.

Proprio ieri ero con un gruppo di amici tutti laureati, chi in Medicina, chi in Giurisprudenza, chi in Economia. Io, unico prossessore di auto elettrica, ho chiesto a ognuno se volesse provarla. Eravamo in una bella località dell’Appennino tosco-emiliano, su uno dei classici percorsi della Mille Miglia. Questo per dire che ci sarebbe stata materia per un test interessante.

Quei nostri amici laureati e benestanti, ma…

Bene: nessuno ha accettato e tutti hanno risposto che un’auto elettrica non l’avrebbero mai acquistata. Di lì è nata una discussione nella quale ho dovuto controbattere (senza alcun successo) l’intero campionario dei luoghi comuni: autonomia insufficiente, colonnine inesistenti, prestazioni modeste, costi esorbitanti (detto da gente che viaggia in Mercedes, Grancherokee, BMW), devastazioni ambientali per l’appovvigionamento delle “terre rare”, smaltimento delle batterie, alto rischio di incendio. La discussione si è poi allargata  ai temi del cambiamento climatico e per carità di patria non le dico cosa è saltato fuori.

Nicola Porro, giornalista televisivo e blogger, è il campione delle campagne anti euro elettrica 

La cattiva informazione conta molto più del titolo di studio

Morale: ha torto a pensare che una laurea consenta di affrontare indenni il bombardamento delle false informazioni. Ha perfettamente ragione, invece, quando dice che non è il reddito degli italiani (e non sono nemmeno i limiti oggettivi delle auto elettriche per specifiche  esigenze di mobilità), a relegare la diffusione dell’auto elettrica ad una misera nicchia del 4%.

Come ripetiamo spesso l’auto elettrica non è per tutti, ma è per molti. Certamente molti più di chi l’ha comprata. Perciò ha ragione  a puntare il dito sulla disinformazione (o contro informazione) che in Italia ha raggiunto livelli senza uguali in Europa.   Forse quel 41esimo posto al mondo per la libertà di stampa ci dice qualcosa in più del tasso medio di istruzione.

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