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Meno male che Le Iene rimettono le cose a posto

Il test di ricarica de Le Iene con una Opel Mokka-e in una stazione A2A.

Meno male che Le Iene rimettono le cose a posto sull’auto elettrica. Dopo gli attacchi nei programmi di Porro e Del Debbio, finalmente un servizio onesto.

La spiegazione di come funzionano le app di ricarica.

Meno male che Le Iene… / Pregi e difetti delle EV, senza i soliti pregiudizi

Sembrava che i canali Mediaset avessero iniziato una vera e propria campagna, con un martellamento contro l’elettrico e servizi decisamente discutibili. Mercoledì 28 febbraio ci hanno pensato Matteo Viviani e Marco Fubini a dare un’informazione più equilibrata e ad affrontare il tema dell’auto a batterie per quel che è. Ovvero un work in progress che migliora anno dopo anno, ma che comunque già oggi fa sì che chi una EV la guida difficilmente decida di tornare indietro. Si è spiegato come funziona e quanto costa la ricarica, con le app (tipo Google Map) che sul telefonino ti guidano portandoti alla colonnina libera più vicina. Si sono elencati pregi e difetti di questa forma di mobilità. I primi legati soprattutto a piacere di guida, accelerazione e minori costi di gestione. I secondi all’autonomia, a volte troppo ridotta (soprattutto in inverno), ai tempi di rifornimento e alla necessità di programmare bene le ricariche nei viaggi lunghi.

“DIVERTENTISSIMA” / Matteo Viviani e l’accelerazione di una EV.

“Non puoi usare tecnologie nuove con mentalità vecchia”

Si è sentito il parere delle persone comuni e degli esperti. Tra questi uno scienziato che Vaielettrico conosce bene, Nicola Armaroli, impareggiabile nello smontare le tante fake news che circolano sull’auto elettrica (vedi il VIDEO sotto). “Il motore elettrico ha un’efficienza del 90%, il motore tradizionale non va oltre il 25%“, ha spiegato Armaroli, che guida auto EV da diversi anni. “L’errore è usare nuove tecnologie con una mentalità vecchia“, ha aggiunto Maurizio Fauri, docente dell’Università di Trento. Spiegando che i progressi fatti negli ultimi anni, anche sul piano dell’autonomia, sono stati enormi e che ci si aspettano altrettanti passi avanti nell’immediato futuro. Insomma, per una volta la scadenza del 2035 decisa dalla UE per la fine-produzione delle auto tradizionali non è stata presentata come una sciagurata imposizione. Ma come una sfida che si gioca con una tecnologia che comunque, già oggi, è molto, molto promettente. 

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