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Mauro in ansia da ricarica nel primo viaggio in montagna

 

Mauro in ansia da ricarica nel primo viaggio in montagna con la sua nuova Citroen e-C4. Per poi scoprire che le cose non sono così complicate e che mai tornerebbe indietro dall’auto elettrica (e come lui la moglie). I lettori che vogliono condividere le loro esperienze possono scrivere a info@vaielettrico.it

                                       di Mauro Agostinelli

“Ad inizio anno – avendo la prospettiva di cambiare auto in quanto la mia diesel euro 4 non avrebbe più potuto circolare in città – vi chiesi consiglio sul mondo delle auto elettriche. Ed in particolare tra la ID3 e la e-C4, come unica auto famigliare“.

L’ALTERNATIVA / Era la Volkswagen ID.3, scartata.

Mauro in ansia da ricarica già prima dell’acquisto

Ciò che frenava me e soprattutto mia moglie riguardo la transizione all’elettrico erano i soliti discorsi. Legati all’autonomia, la possibilità di ricaricare, la presenza di colonnine, le gite fuoriporta (specialmente quelle in montagna). E soprattutto il contagioso scetticismo di amici e famigliari, che dell’argomento ne sapevano quanto o meno di noi. A marzo, grazie anche all’eco-incentivo supplementare della Regione Lombardia, io e mia moglie abbiamo deciso e ci siamo buttati in questo mondo a noi ignoto dell’elettrico. Rottamando il vecchio diesel per acquistare la Citroen e-C4. Abbiamo optato per questo modello preferendo la comodità, il target più famigliare ed il maggior numero di optional a parità di spesa. Rispetto alla maggiore autonomia, al software di bordo più completo, al target più sportivo ed all’appeal della tedesca“. 

Mauro in ansia da ricarica: si parte per Temù

Da quando abbiamo ritirato l’auto abbiamo percorso più di 2.000 km con un uso prettamente cittadino/extraurbano. Consumo di 12,5kWh/100km che danno ragione alla casa francese con i suoi 350km di autonomia dichiarata. Quest’ultimo fine settimana, complice una ricorrenza famigliare, abbiamo finalmente effettuato il fatidico viaggetto fuori-porta, in montagna, che tanto ci arrovellava. Volevo quindi condividere con voi la nostra esperienza perché possa essere di aiuto per chi nutre dubbi. Premessa: la zona montana che solitamente frequentiamo è nei pressi di Temù–Ponte di Legno (BS), a circa 160 km da dove abitiamo. Lì non abbiamo la possibilità di lasciare l’auto in carica la notte ad una presa domestica. E non ci sono colonnine nel paese dove pernottiamo, se non a Ponte di Legno. Sono riuscito comunque a trovare un B&B nel paesino disponibile all’occorrenza a fornire una presa schuko per la notte.

La previsione dei consumi con l’app ABRP.

162 km, con autostrada e montagna: arriverò…?

Prima della partenza, classiche paturnie mentali dell’inesperto: arriverò? Riuscirò a tornare a casa? Quanto consumerò? Funzionerà la schuko? Quanto deve essere carica prima di partire? Inizio dalla simulazione con la app ABRP per il viaggio da Cremona a Temù (162 km di cui 50 di autostrada). Mettendo tutti i dati base ed impostando solo l’auto e la velocità massima autostradale a 105km/h. L’esito del simulatore è impietoso: 67% di consumo batteria per la sola andata, 46% per il ritorno. La mattina partiamo con il 90% di carica. Quello che in qualche forum è stato ribattezzato “indovinometro” dell’auto segnava una autonomia residua stimata di 340 km. Partiamo e in autostrada imposto l’ACC (cruise control adattivo) a 105km/h. Per non saper né leggere né scrivere ed evitare drammi coniugali (scherzo…), decido – approfittando del figlio che ha fame – di fermarci all’Outlet Franciacorta a Brescia. Piccola ricarica in DC mentre lui si rifocilla.

Il dislivello affrontato nel viaggio

“I 17 km di salita finale mi costano il 10% di carica della batteria”

Arriviamo all’Outlet: 60 km percorsi con consumo autostradale di 15,1kWh/100 e 240km di autonomia residua stimata con il 71% di batteria. Collego l’auto 10 minuti, nei quali ricarico 7,5 5kWh per un totale di 3,43€ con la batteria ora all’85% (autonomia stimata 312km). Ripartiamo impostando nuovamente l’ACC stavolta a 90km/h (alternato a 70 laddove necessario per rispettare i limiti). Dopo 34 km superiamo il lago d’Iseo, tratto affrontato con un consumo di 12,2kWh/100 ad una media di 71km/h, e ci immettiamo in Valcamonica. Ad 83 km dal Franciacorta arriviamo ad Edolo dove, per la prima volta, riprendo possesso dei pedali disabilitando l’ACC. Con questi ulteriori 50 km di strada il consumo è salito a 13,8kWh/100 (mantenendo la velocità sempre di 70km/h) con la batteria scesa al 58%. Manca l’ultimo tratto, quello con più salita. Arriviamo a Ponte di Legno avendo percorso 100 km tondi dal Franciacorta ed il consumo medio è salito a 15,7kWh/100 per una autonomia residua del 48% e 136 km di autonomia stimata. L’ultimo tratto di soli 17km di salita mi è costato la bellezza del 10% di batteria.

La simulazione del ritorno sulla app

“La app è più pessimista dei consumi reali”

A conti fatti abbiamo percorso 160km utilizzando il 56% di batteria, a differenza del 67% stimato da ABRP. Scopro con enorme piacere che a Ponte di Legno BeCharge ha attivato una colonnina fast. E la provo (solo per testarne il funzionamento), mettendo in carica 2 minuti di numero, nei quali immetto 2,52kWh (passando dal 48 al 52% di batteria) per 1,39€. Il fine settimana giriamo un pochino per un totale di 23km con un consumo medio inaspettato di soli 12,6kWh/100. La frenata con ricarica in discesa è fenomenale. Arriva il momento del ritorno. Nonostate ABRP mi abbia dimostrato di sovrastimare il consumo dell’auto, preferisco andare sul sicuro. Approfitto della presa fast di Ponte di Legno per caricare 13,88 kWh in 15 minuti per 7,65€, portando la batteria al 77% con una autonomia stimata di 258 km. Il rientro segna un consumo di 9,4kWh/100, comprensivo dei 50 km autostradali a 105km/h  batteria al 43% (164km di autonomia stimata). Utilizzato il 34% di batteria a fronte del 46% stimato da ABRP“.

“Troppe preoccupazioni, infondate o esagerate”

Tutta questa pappardella (di dati e numeri) per arrivare alle mie conclusioni. Ci eravamo fatti tanti problemi quando questi invece non ci sono o sono tranquillamente risolvibili. Mi sembra di capire che le fast in DC siano utilizzate solo per cariche rapide da non più di 15-20 minuti. Quindi in caso una sia occupata non occorre attendere molto affinchè si liberi. E le colonnine ci sono (e stanno aumentando): è che fino a quando non si ha la necessità di usarle non si fa caso alla loro presenza. Per tornare al viaggio, chiaramente la fast installata in montagna ha aiutato molto (soprattutto psicologicamente). Ma – nel caso – erano presenti anche delle quick che in qualche modo avrei potuto utilizzare durante le passeggiate. E, nel caso di prese occupate, avrei comunque potuto ripiegare sulla schuko del B&B. In estate il consumo della e-C4 mi potrebbe permettere un viaggio senza soste di ricarica partendo col poco raccomandabile 100% di batteria. Per quanto reputi improbabile da realizzare spensieratamente…“.

“Un viaggio molto meno stancante rispetto al diesel”

Infine, sorvolando sul discorso carica, consumo e meri numeri, volevo soffermarmi su quella che è una visione prettamente soggettiva del viaggio. Potendolo confrontare con quanto fatto fino ad ora con l’auto diesel. Il tempo sembra essere davvero volato in auto. Siamo arrivati e tornati con un livello di stanchezza (personalmente non sono abituato a guidare molto) minimo, sia per me che ho guidato, sia per mia moglie e mio figlio. Auto silenziosa, comoda, ovattata. Ho guidato per l’80% del viaggio mantenendo l’attenzione sulla guida, ma senza la concreta necessità di usare i pedali di freno/acceleratore.  Lasciando regolare la velocità all’auto grazie all’ACC che mi manteneva anche la distanza di sicurezza (per grande gioia della moglie). Abbinato al sistema di mantenimento della carreggiata mi ha permesso davvero di godermi il viaggio senza stare a pensare ad “accelera, frena, cambia, attento, distanza”.

Mauro in ansia da ricarica? Non più, e nemmeno la moglie…

La guida col cambio automatico di un’auto a benzina/diesel non è paragonabile (in termini anche di rumore e vibrazioni). E non comporta i medesimi benefici, se non nella maggiore velocità in autostrada, che di contro causa maggiore stress per la concentrazione da mantenere. Ora sono curioso di testare l’auto in inverno o in un viaggio ben più lungo, ma questa esperienza è stata davvero necessaria e formativa. A chi si pone tanti dubbi e tanti problemi circa un eventuale passaggio all’EV non posso che rispondere che li capisco e li comprendo. Perché ci sono passato anche io, ma i limiti e le paure che le persone si pongono sono spesso infondati e lo si scopre vivendo e partecipando al cambiamento. Come disse Roosvelt: “L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa“. Piccola postilla. Mia moglie, che era “elettroscettica”, ora non tornerebbe più indietro…e nemmeno io“.


—  L’articolo “Mauro in ansia da ricarica…” fa parte di una serie in cui i lettori condividono le loro prime esperienze in elettrico.  Vuoi entrare nella nostra community e restare sempre informato? Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter e al nostro canale YouTube  —-

 

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