Site icon Vaielettrico

L’elettrico come il cibo bio: costa. E allora?

L’elettrico come il cibo bio: costa. Ma non può essere solo il prezzo (che è importante, per carità) l’unico parametro in un acquisto. Ci sono altri fattori.

Il prezzo conta, ma non è l’unico parametro

Su vaielettrico e sui nostri canali social le discussioni vertono quasi sempre sul costo delle auto a emissioni zero. Non c’è dubbio che oggi il prezzo non è alla portata di tutte le tasche. È un po’ come il cibo bio: spendi almeno un 10-15% in più per acquistarlo, ovviamente sperando che sia prodotto come Dio (e la normativa) comanda. Ma c’è anche altro da considerare. C’è la voglia di tante persone di “consumare” in modo diverso, più consapevole. Il sottoscritto, quando può, cerca di controllare l’origine degli alimenti che acquista. È disponibile a spendere di più per un prodotto di maggiore qualità, possibilmente senza veleni. Magari mangiandone meno, con più attenzione. Penso anche che avere campi coltivati senza un uso smodato di diserbanti e di prodotti chimici vari sia un grande passo avanti per tutti. Non ho più il frigo strapieno di una volta e non vedo più i carrelli che traboccano di cibo nei supermercati. C’è la crisi, certo. Ma c’è anche molta più attenzione a quel che si compra. E credo che questo sia un bene.

L’idea di consumare meno e meglio…

Gli stessi concetti, credo, valgono per l’auto elettrica. Non c’è solo un motore diverso, senza cilindri e pistoni. C’è un altro modo di intendere la mobilità. Non è un caso se chi ha la macchina a batterie fa meno km. Un po’ per l’ansia da ricarica, certo. Ma anche per la consapevolezza che è finito il tempo del fare tutt’uno con la propria auto. Ci sono un sacco di alternative, a partire dalla bici, da una bella camminata, dai mezzi pubblici e dal treno, naturalmente. L’elettrico è la ciliegina su questa torta: quando si usa, la macchina, lo si fa in un ambiente rilassato, senza rumore e senza vibrazioni.

 

 

 

 

 

…e di produrre senza inquinare

Divertendosi pure a guidare, per la pronta ripresa. E senza inquinare tutt’attorno. È uno spostarsi di maggiore qualità, per il quale per ora si spende di più, come per il bio. Chi costruisce queste auto è attento anche a tecniche di produzione più sostenibili. Per i sedili evita di usare la vera pelle, che una volta era uno status symbol. E presto una citycar elettrica potrebbe costare come l’equivalente a benzina. Così come coltivare in modo sostenibile potrebbe diventare la norma e non l’eccezione. Forse saremo ingenui, ma noi ci crediamo. O, quantomeno, crediamo che valga la pena provarci.

— Leggi anche: la conversione all’elettrico di Carlo, che ha convertito al bio le sue tenute agricole.

Exit mobile version