È diventato virale sul web una lettera sulle presunte “verità scomode dell’auto elettrica”. L’ha pubblicata (qui il link) un anonimo autore sul sito difesaonline.it
L’articolo di un anonimo con accuse durissime
Già l’incipit del titolo (“La morte viaggia su auto elettrica“) dà un’idea del taglio dell’intervento. Con accuse gravi, che andrebbero firmate con nome e cognome. L’ignoto autore, invece, lancia il sasso e nasconde la mano. Ringraziando per la tutela della privacy, “dal momento che (come avrete capito) sono un professionista del settore…“.
L’articolo è molto lungo, potete leggerlo direttamente. La tesi di fondo, comunque, è che ciò “che rende così pericolosi i veicoli ibridi ed elettrici che circolano…è la loro batteria ad alta tensione (SE DANNEGGIATA NELL’INCIDENTE“). È un tema molto importante, che non andrebbe trattato in modo così tranchant e, a tratti, tendenzioso. Come quando si sostiene che il Gruppo Volkswagen punterebbe più sul metano che sull’elettrico, affermazione smentita ogni giorno dai fatti. Ci limitiamo qui a ricordare all’autore delle “verità scomode sull’auto elettrica” quanto sostenuto a suo tempo da (insospettabili) fonti ufficiali.
I Vigli del Fuoco: non ci sono rischi particolari
La circolare (qui il testo integrale) è datata 5 novembre 2018 è firmata dal capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Gioacchino Giomi. E intitolato “Linee guide per l’installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici”. La premessa è che il numero delle auto a batterie sta avendo un progressivo aumento.
Crash test ufficiali: elettriche promosse a pieni voti
E po ci sono i crash-test ufficiali, le simulazioni di incidenti effettuate dall’ente europeo Euro Ncap. Tutti i modelli nuovi ci i sottopongono, non senza trepidazione. Ma le elettriche ne escono sempre molto bene. Le ultime due ad essere testate sono state la Nissan Leaf (qui la scheda di valutazione) e la Jaguar I-Pace (scheda qui). Entrambe hanno ottenuto il massimo del punteggio complessivo, cinque stelle (guarda anche l’articolo). E ottimi voti in tutte le sotto-categorie di giudizio (protezione degli occupanti, protezione bambini ecc.). Con una nostra domanda finale: quanti disastri sono stati invece provocati da esplosioni di auto e camion motori endotermici? Vogliamo ricordare la strage di Viareggio (trasporto ferroviario di GPL) e il terribile incidente di Casalecchio? Ne riparleremo.
La replica del professor Leonardo Setti
Tra le tante repliche all’anonimo accusatore di difesonline.it, riportiamo alcuni passi di un commento postato su Facebook (qui) dal prof. Leonardo Setti, chimico dell’Università di Bologna:
“Questa lettera è meravigliosa nella sua sincerità che si evince nelle ultime righe in cui si dice: “io sono un esperto del settore gas e vi dico che le auto elettriche sono bombe pericolosissime per cui bisogna andare a gas metano che è pulito, non è assolutamente pericoloso e ne abbiamo tantissimo frantumando la roccia a 6 mila metri di profondità! Non fatevi fregare dall’elettrico e comprate il mio gas! Per questo motivo vorrei mantenere l’anonimato.Caro esperto anonimo, vogliamo contare quante persone sono esplose o bruciate vive dentro un auto a combustibile fossile?
Vogliamo contare quante persone sono morte cercando di salvare vite dopo un incidente perché semplicemente sono esplosi i serbatoi? Vogliamo parlare di quanto è complicato domare l’incendio di un carro bombolaio che trasporta gpl o metano? Vogliamo rivedere le immagini sull’autostrada a Bologna quando un carro bombolaio di gpl ha fatto esplodere un cavalcavia?… La storia riporta che Edison installava linee alimentate a corrente continua con grandi problemi mentre Tesla proponeva l’alimentazione con corrente alternata più efficiente sulle grandi distanze. Edison, per dimostrare la pericolosità della corrente alternata, fece folgorare un elefante in piazza sostenendo che si potevano così folgorare anche le persone. Forse dovevi scrivere: “non fatevi fregare da quanto io vi dico e lasciate che la tecnologia possa progredire per garantirci un futuro migliore!”.