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Italia o no, l’elettrico vince, parola di Starace

pANORAMA

Italia o no, l’elettrico è destinato a vincere, per semplicità e convenienza di una tecnologia che è ancora agli albori del suo sviluppo e che nei prossimi 20 anni…

Francesco Starace, numero 1 di Enel Group.

Italia o no, la strada è tracciata, parola di Starace

Parole e musica sono di Francesco Starace, intervenuto all presentazione del report “100 Italian e-mobility stories”, curato da Fondazione Symbola. Con la solita pacatezza, il n1 di Enel Group ha disegnato uno scenario in cui le auto termiche sono destinate a perdere lo scontro con l’elettrico: “L’auto a batterie rende l’oggetto talmente semplice da essere imbattibile. Ci vorrà qualche anno, la cosa avverrà con gradualità, ma la strada è tracciata. Certo, vedremo vedremo qualche auto benzina anche nel tremila, ma saranno l’eccezione, come i veicoli storici oggi. E questo report dimostra che l’Italia non è affatto tagliata fuori da questo cambio epocale: ci sono eccellenze in tutti i settori, manca solo la capacità di fare sistema tra loro. Ma qui più che un economista ci vorrebbe la psicanalisi, questo è un nostro difetto atavico”. Starace ha poi insistito sulla necessità di non limitarsi alle auto quando si parla di elettrico. “Guardate le bici elettriche: evolvono in modo impressionante, e in questo settore l’Italia è leader mondiale...”.

Assemblaggio di batterie nello stabilimento Audi di Bruxelles (Credit foto: Audi AG).

“Che segnale la Ferrari che fa la sua auto elettrica…”

E le polemiche sul divieto imposto dalla UE dal 2035 per la vendita di auto a benzina e gasolio? “È una sfida da affrontare con coraggio, vedendone le opportunità. Vent’anni si facevano gli stessi discorsi, c’erano le stesse lamentele, quando è cambiato radicalmente il modo di generare l’energia, ma la strada è tracciata. Anche un simbolo come la Ferrari ha deciso di fare la sua auto elettrica: ci può essere un segnale più forte?”. Certo, oggi c’è ancora il limite del prezzo, ma questo è legato ai volumi di produzione. Il mondo dell’auto cambierà radicalmente e tutto ruoterà attorno alle batterie, un settore in cui si creeranno enormi opportunità di lavoro: “Parliamo di un oggetto che è a metà tra la meccanica e la chimica, servono professionalità che nel mondo automotive non esistevano. Non possiamo demonizzare la Cina perché oggi gran parte delle batterie arriva da là. Va accettata la sfida“. E a proposito di Cina, Starace ha ricordato la velocità con cui avviene la conversione: “Prendete i bus: ce ne sono 700 mila nell’Europa a 27 e 700 mila in Cina: qui gli elettrici sono 7 mila sul totale, in Cina 400 mila“.

Italia o no…/ “Le batterie devono diventare sexy”

La ripartizione regionale delle 100 aziende dell’elettrico censite da Fondazione Symbola.

Il fatto che le batterie abbiano enormi margini di progresso è stato confermato da Silvia Bodoardo, docente del Politecnico di Torino a animatrice di grandi progetti europei: “Oggi il 90% delle batterie arriva dalla Cina, ma l’Europa ha accettato la sfida. La prima batteria al litio risale al 1991, siamo ancora nella sua infanzia, mentre le batterie al piombo hanno 130 anni di storia. Ma serviranno 800 mila persone per lavorare in questo settore e non sappiamo bene dove andare a trovarle. Le mie colleghe dicono che dobbiamo rendere le batterie sexy, interessanti anche per i giovani, pensando che serviranno batterie diverse per usi diversi. Non solo nell’automotive“. Tutti relatori hanno concordato sul fatto che le auto elettriche devono diventare meno care, un aspetto enfatizzato sia da Ermete Realacci di Symboia e da Elisabetta Ripa di Enel X Way. Mentre prosegue il completamente della rete di ricarica: “Siamo a 36 mila colonnine in Italia, 17 mila delle quali sono di Enel X Way. E continuiamo a installarne“, ha detto la Ripa.

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