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Il prezzi delle batterie risalgono: 151 dollari a kWh

prezzi batterie
Lo certifica BloombergNEF che dal 2010 monitora annualmente l’andamento dei prezzi medi ponderati delle batterie a livello globale. In sostanza l’aumento dei volumi e il miglioramento dei processi produttivi nella Gigafactrory sorte rapidamente in varie parti del mondo non sono bastati a compensare il forte aumento dei costri delle materie prime, in primis del litio.

Ma si risparmia sulle chimiche e sul design

Queste cifre rappresentano una media per diverse applicazioni di batterie, inclusi diversi tipi di veicoli elettrificati e sistemi di accumulo fissi. La buona notizia (per gli acquirenti di veicoli elettrici) è che i prezzi per i pacchetti utilizzati nei veicoli elettrici a batteria erano leggermente inferiori: 138 dollari al kWh. Questo è dovuto al maggior utilizzo anche nelle batterie da autotrazione di chimiche meno costose come quelle delle batterie LFP (litio-ferro-fosfato), i cui prezzi medi sono inferiori del 20% circa rispetto alla chimica tradizionale NMC (Nichel, manganese, cobalto). Tuttavia proprio le celle LFP sono quelle che hanno subito l’aumento maggiore (+27%) rispetto al 2021.

A livello di cella, i prezzi erano di 115 dollari a kWh, il che significa che i costi delle celle rappresentavano l’83% dei prezzi a livello di pacchetto. Negli ultimi tre anni, secondo Bloomberg, il rapporto costo cell-to-pack si è discostato dalla tradizionale suddivisione 70/30. Tra le altre ragioni, le innovazioni nel design della confezione, come l’introduzione della tecnologia cell-to-pack, che hanno contribuito a ridurre i costi di confezione. E questo è un altro positivo effeto dello sviluppo di nuove tecnologie e di maggiori economie di scala.

In sostanza il calo dei prezzi sarebbe continuato se le materie prime e la componentistica non fossero schizzate alle stelle a causa delle tensioni geopolitiche e delle strozzature produttive conseguenza dalla ripresa delle domanda post Covid e dei lockdown in Cina.

La grande corsa al litio: c’è anche l’Italia

«Gli aumenti dei prezzi delle materie prime e dei componenti sono stati i maggiori contributori all’aumento dei prezzi delle celle osservato nel 2022», ha affermato infatti Evelina Stoikou, associata di BNEF Energy Storage. «I grandi produttori di batterie e le case automobilistiche si sono rivolti a strategie più aggressive per proteggersi dalla volatilità, compresi investimenti diretti in progetti minerari e di raffinazione» ha aggiunto.

Nuovi progetti minerari per estrarre litio con tecnologie non convenzionali stanno fiorendo in tutto  il mondo, Europa compresa. Nel Vecchio Continente i giacimenti non mancano e sono in pipeline 9 grandi progetti di estrazione in Portogallo, Francia, Spagna, Austria, Germania, Finlandia e Repubblica Ceca. Molti di questi, per esempio quello tedesco nella Valle del Reno che potrebbe fornire materia prima per 400 milioni di veicoli, si basano su nuove tecnologie di estrazione da acque geotermiche profonde.

Anche l’Italia potrebbe fare la sua parte, dice un recente studio del CNR. Ha verificato la presenza di litio in acque geotermiche profonde nella fascia vulcanico-geotermiche peritirreniche (Toscana-Lazio-Campania) e nella fascia della catena appenninica (da Alessandria a Pescara). L’estrazione potrebbe coincidere con lo sfruttamento dell’energia geotermica.

Una miner di litio ad Atacama, in Cile (foto: Potash Corp.)

Due anni di sofferenza, poi una schiarita

BNEF prevede che i costi medi delle batterie rimarranno elevati nel 2023, ma vede un ritorno al calo dei prezzi nel 2024, con l’aumento della capacità di estrazione e raffinazione del litio. L’indagine sui prezzi delle batterie del 2022 di BNEF prevede che i prezzi dei pacchetti dovrebbero raggiungere il “numero magico” di 100 dollari/kWh entro il 2026, circa due anni dopo rispetto a quanto previsto in precedenza.

BloombergNEF prevede inoltre che le tecnologie di nuova generazione, come gli anodi di silicio e litio metallico, gli elettroliti a stato solido e il nuovo materiale catodico e i processi di produzione delle celle, «svolgano un ruolo importante nel consentire ulteriori riduzioni di prezzo».

La domanda di batterie continua a salire, afferma Yayoi Sekine, Head of Energy Storage presso BNEF. «La domanda raggiungerà i 603 GWh nel 2022, che è quasi il doppio rispetto al 2021. Aumentare l’offerta a quel tasso di crescita è una vera sfida per l’industria, ma anche gli investimenti nel settore stanno aumentando rapidamente e l’innovazione tecnologica non sta rallentando».

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