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Il fotovoltaico nei campi è orribile a vedersi?

La foto che ha dato origine a un acceso scontro sull'agrivoltaico.

Il fotovoltaico nei campi è orribile a vedersi? La miccia del confronto l’ha accesa su Linkedin uno studente PHD in agricoltura, Filippo Milazzo. Ecco la sua tesi.
il fotovoltaico nei campi
Nicola Armaroli, direttore di Ricerca del CNR.

Il fotovoltaico nei campi spacca in due l’Italia

Filippo ha pubblicato la foto di una zona collinare interamente ricoperta di pannelli solari. Commentando: “Sono l’unico a pensare che tutto questo è orribile?Siamo sicuri che la conversione dei terreni agricoli a pannelli solari sia sostenibile??“. Tra i primi a rispondergli un grande esperto di energia come Nicola Armaroli del CNR: Premesso che abbiamo superfici enormi di terreni incoltivabili per vari motivi. Perché nel Paese più selvaggiamente cementificato d’Europa da decenni, nel più totale silenzio spopolano i difensori del suolo dall’orrore fotovoltaico? Ormai produciamo il 10% da fotovoltaico. È così diffusa ed evidente tutta questa devastazione?“. Sul profilo di Milazzo sono piovute centinaia di commenti, in genere sposando il parere di Armaroli. Ma anche tanti di segno contrario, soprattutto da imprenditori agricoli, come Luigi Forte:Un controsenso: tetti delle case e capannoni hanno un senso logico, non sottrarre terra per il cibo e per la vita“.

“Il solare? Fatelo nel deserto”. “No, è un’opportunità per l’agricoltura…”  

Altra bocciatura da Davide Pierucci, che lavora nel campo del tartufi: “Abbiamo il deserto a pochi km, con un collegamento elettrico ci arriverebbe la corrente in un attimo. E invece no, bisogna deturpare il paesaggio come quando vai in Trentino e vedi le case con tutti questi orribili vetri sui tetti. Di tutt’altro avviso Costanza Rizzo, che lavora nell’agricoltrice:  “Per raggiungere i target previsti a livello europeo, in Italia sarà necessario installare impianti fotovoltaici in meno dell’1% dei terreni agricoli. Il 4% dei terreni agricoli sono semplicemente abbandonati! Non bisogna rinunciare all’attività agricola, perché la stessa può essere integrata. I vantaggi sono molteplici, inclusi risparmio idrico, protezione delle colture da eventi climatici avversi, reddito aggiunto per gli agricoltori. Quando si parla dei “danni” del fotovoltaico, si trascurano i danni che l’agricoltura sta facendo a se stessa. Il settore rimane il più impattato dai cambiamenti climatici, ma ne è anche tra le principali cause…”. 

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