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Il Disinformatico vuol montare un tettuccio solare sulla iOn

Peugeot iOn

La Peugeot iOn del Disinformatico: qui è in ricarica dalla rete, ma lui vorrebbe dotarla di un tetto fotovoltaico...

Il Disinformatico, Paolo Attivissimo, vuol lanciarsi in una nuova sfida: montare i pannelli solari sulla sua Peugeot iOn. E vedere se davvero può funzionare…

“Mi basterebbe produrre energia per pochi km…”

Chi frequenta questo sito sa che il Disinformatico è un amico di Vaielettrico, un giornalista scientifico che ha fatto della divulgazione (e della caccia alle bufale) una missione. Ora si è messo in testa un’idea meravigliosa: provare a montare “un impianto di ricarica trasportabile” sulla sua Peugeottina elettrica, che lui chiama affettuosamente ELSA.

La Sion di Sono Motors, interamente ricoperta di pannelli solari.

Ecco come l’interessato, sul suo blog, spiega il progetto. Nato dopo avere visto quanto interesse hanno riscosso le notizie sulla Sion, la Lightyear One, la Hyundai Sonata e la stessa Toyota lanciarsi in progetti analoghi (qui): “Un’auto a bassa autonomia come la mia (90 km, 16 kWh di batteria) avrebbe un beneficio percentuale molto maggiore rispetto a una berlina elettrica a lunga autonomia. Anche aggiungere pochi chilometri (kWh) potrebbe fare una grossa differenza, in particolare quella fra arrivare a destinazione oppure no (o doversi fermare a caricare oppure no)”.

Un pannello fotovoltaico, modulare o ripiegabile

Su una batteria così piccola, ragiona Il Disinformatico, “anche due soli kWh al giorno mi darebbero 1/8 di carica; su una Tesla o una Kona, con batterie da 50 kWh e oltre, 2 kWh sarebbero invece trascurabili“. Come? “Con un pannello fotovoltaico, modulare o ripiegabile, di qualunque dimensione purché stivabile, da mettere accanto o sopra ELSA quando è parcheggiata (in luoghi sicuri). E da collegare alla sua presa di ricarica lenta (2,3 kW a 220 V AC) tramite un normale connettore Tipo 1.

Paolo Attivissimo, il Disinformatico

Il tutto dovrebbe funzionare, se possibile, senza fare alcuna modifica all’auto. Quindi dovrebbe erogare una corrente alternata equivalente a quella che arriverebbe da una normale presa elettrica. Eventualmente con l’aiuto di un sistema di accumulo locale (per esempio, i pannelli fotovoltaici caricano batterie supplementari nel bagagliaio, che poi passano energia all’auto)“.

SECONDO NOI. La forza del blog del Disinformatico è che, appena un’idea frulla in testa al nostro, di rimbalzo trova nei commenti al suo post decine di suggerimenti. Scritti da persone competenti. Questo è il lato bello della rete, il rovescio della medaglia rispetto ai famigerati “leoni da tastiera”, gli odiatori sempre pronti a insultare. Comunque: il tema è suggestivo, se il Disinformatico ci prova, noi lo seguiremo con interesse e simpatia. Come sempre.

 

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