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Il diesel Eni “bio al al 100%” in 150 distributori

Il diesel Eni, HVOlution, arriva in 150 distributori. È prodotto con 100% di materie prime rinnovabili ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”. 

La bio-raffineria Eni di Venezia (credit foto: Eni Sustainable Mobility)

Il diesel Eni da “materie prime di scarto e residui vegetali”

HVOlution è “un biocarburante che viene prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali, e da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare“. L’Eni assicura che “può contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti anche pesanti, tenuto conto delle emissioni allo scarico. Perché utilizzabile con le attuali infrastrutture e in tutte le motorizzazioni omologate, di cui mantiene invariate le prestazioni“. Giunge così a compimento un progetto partito nel 2014 trasformando le raffinerie di Venezia e Gela in bioraffinerie, divenute dal 2022 palm oil free. La tecnologia Ecofinin consente di trattare materie prime vegetali di scarto e olii non edibili per produrre biocarburante HVO (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato). Di cui Eni Sustainable Mobility è il secondo produttore in Europa.

“Un taglio di emissioni che va dal 60 al 90% nell’intero ciclo di vita”

HVOlution, fa sapere l’Eni, è un biocarburante composto al 100% da HVO puro, in grado di tagliare le emissioni dal 60 al 90%, nell’intero ciclo di vita. Prima di arrivare nelle  stazioni di servizio, l’HVO in purezza è stato utilizzato da diversi clienti. In utilizzi quali la movimentazione di passeggeri a ridotta mobilità negli aeroporti e i veicoli commerciali della logistica. Inoltre, addizionato al gasolio, dal 2016 il biocarburante HVO è presente al 15% nell’Eni Diesel +, in oltre 3.500 stazioni di servizio in Italia. Eni ha siglato accordi che permettono di valorizzare scarti e rifiuti utilizzandoli come feedstock per produrre biocarburanti. In diversi paesi africani, come Kenya, Mozambico e Congo, sta sviluppando una rete di agri-hub in cui produrre olii vegetali in grado di crescere in terreni marginali e aree degradate. Non in competizione con la filiera alimentare. Recentemente dal Kenya è arrivato nella bioraffineria di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni. Mentre a Venezia è arrivato il primo carico di olii di frittura esausti. Obiettivo: coprire il 35% dell’approvvigionamento delle bioraffinerie Eni entro il 2025.

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