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Il Cingolani pensiero: “Auto elettrica ambientalismo da ricchi”

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Il Cingolani pensiero: sì all’elettrico, no a a una soluzione unica per rendere più sostenibili le auto. Si può riassumere così il punto di vista dell’ex ministro. Non ci sono dubbi sul fatto che  sia uno scienziato di valore e vale sempre la pena ascoltarlo con attenzione. Anche se noi su molti passaggi avremmo da eccepire

Il Cingolani pensiero: “L?elettrificazione va bene, ma…”

Queste le parole pronunciate da Cingolani a Radio 24:  “Che l’elettrificazione dei trasporti sia un processo irreversibile su cui siamo tutti d’accordo senza se e senza ma, credo sia superfluo sottolinearlo. L’Europa stabilisce un grande target di decarbonizzazione insieme alle grandi organizzazioni internazionali, come ridurre i gas serra del 55% al 2030 rispetto al 1990. E questo va bene. Però la stessa Commissione europea non può pretendere di dire che quel target si raggiunge in un solo modo, nel caso specifico dei trasporti con l’auto elettrica. Bisogna stare molto attenti, nessuno si è opposto all’elettrificazione delle auto, anzi. Stiamo tutti lavorando per cambiare la filiera, per cambiare i modelli produttivi. Ma chi dice “solo con l’auto elettrica” in realtà rallenta la transizione ecologica. In Europa ci sono 400milioni di veicoli e una grossa percentuale è inquinante, non è nemmeno Euro 6”.

“Chi ha l’Euro 2 non ce l’ha perché gli piace inquinare…”

In Europa c’è una differenza di reddito pro-capite che va dai 115mila euro annui del cittadino lussemburghese agli 8.600 del bulgaro” prosegue Cingolani. “Oggi un’elettrica costa 15mila euro in più dell’equivalente endotermica. Se l’Europa pretende di dire che si arriva a questa decarbonizzazione per il 2030/2035, ma solo con l’elettrico, comincia a a creare una discriminazione paurosa. Il lussemburghese si compra l’elettrica con 6 mesi di stipendio, il bulgaro con 6 anni. Questo è un ambientalismo da ricchi, che crea discriminazione. Chi ha l’auto Euro 2 o 3 non ce l’ha perché gli piace inquinare, ma perché non ha i soldi per cambiarla. Esistono tecnologie che consentono di decarbonizzare anche le vecchie auto. Nel caso specifico è l’esempio dei sintetic fuel, che sono costosi, vanno incentivati come si incentiva qualsiasi cosa che va per l’ambiente, ci mancherebbe. Quel dice l’Italia, appoggiato dalla Germania con la stessa logica è: benissimo l’elettrico, ma nel frattempo consentiamo anche a quelli che non hanno i soldi di decarbonizzare”. 

Il Cingolani pensiero: “Io guido un’ibrida. L’elettrica? Non avrei dove ricaricare…”

Abbiamo una geografia lunga 1.330 km e larga 250“, conclude Cingolani. “Ben diverso è un paese a geometrica circolare a quadrata, dove si arriva da punto a punto con un pieno elettrico. In Italia no. Io guido un’ibrida perché comunque sono attento alla produzione di gas serra. Non posso comprare un’elettrica perché non ho dove ricaricarla vicino a casa. E perché purtroppo per il tipo di vita che faccio io come guidatore non mi consente degli spostamenti in tempi ragionevoli, preferisco andare in treno. Detto ciò, l’Italia ha un piano nel PNNR di mettere 27mila colonnine nei prossimi 5 anni e non deve perdere un secondo sull’elettrificazione, sta accelerando molto sulla produzione di energia rinnovabile. Deve mantenere gli impegni presi e deve predisporre il futuro della mobilità elettrica. Però l’Italia su 35 milioni di autoveicoli ne ha una dozzina che sono meno di euro 6. A questi italiani possiamo dare l’opportunità di decarbonizzare le loro auto?

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